4^ Domenica di Avvento, Maria: Io sono la serva del Signore

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Protagonista di questa 4^ domenica di Avvento è Maria, personaggio principale ed insostituibile per il santo Natale. Un Angelo del cielo, infatti, è inviato, messaggero di amore, ad una donna, Maria; l’incontro avviene a Nazareth in una casa comune e non in un santuario, né tra candelabri d’oro nel Tempio  di Dio a Gerusalemme. Il saluto angelico è un invito alla gioia: ‘Rallegrati, o piena di grazia, il Signore è con Te’; un saluto dal quale si evince tutta la misericordia del Padre, che non abbandona mai l’uomo peccatore; anzi è Dio stesso che fa il primo passo per salvare l’uomo che si è allontanato da Lui.

E’ sempre Dio che ci insegna ad amare e a perdonare. ‘Il Signore è con te’, dice l’Angelo a Maria; un saluto, una espressione che fa riflettere la persona che lo riceve perché un tale saluto è indice di un compito assai difficile ed arduo. Maria, dice l’Angelo, non temere, avrai un figlio che sarà tuo e di Dio, un figlio dove sono chiamati a collaborare il cielo e la terra.  Maria, nella sua umiltà: pronta, intelligente e matura, chiede: ‘Come avverrà questo? Io non conosco uomo’!

L’Angelo Gabriele si ferma, la rassicura e spiega l’inspiegabile: tutto è opera divina. Le parole dell’Angelo sono motivo di gioia, ma per Maria preannunciano una grande prova. Maria infatti era promessa sposa di Giuseppe e in tale situazione avendo un figlio, avrebbe trasgredito la legge  di Mosè, che vietava rapporti sessuali o coabitazione, prima del matrimonio. Per le donne le pene previste erano terribili: era prevista la lapidazione pubblica.

Maria si trovò davanti ad una scelta cruciale: dire ‘sì’ all’Angelo e perciò a Dio, o osservare la legge di Mosè: la scelta di Maria è stata assai chiara  e ricca di Fede: ‘Sono la serva del Signore’. Maria così ci offre una lezione di fede viva: credendo concepì e partorì Gesù: lo concepì nella mente prima che nel suo seno. Il Bambino che nascerà, continua l’Angelo, lo chiamerai Gesù, l’Emanuele, il Dio con noi, che scende i mezzo a noi, che pone la sua dimora in mezzo agli uomini: questo è il progetto divino.  

Maria, nella sua grande dignità di donna , con umiltà ed ubbidienza, abbassa il capo: ‘Sono la serva del Signore, avvenga di me seconda la tua parola!’ E l’Angelo Gabriele partì da Lei. Un Dio veramente rispettoso dell’uomo. 

Grazie al ‘sì’ di Maria, il Verbo eterno, si fece carne, assunse in sé la natura umana; Gesù, vero Dio e vero uomo, vero figlio di Maria, discendente di David, entra a pieno titolo nella storia dell’umanità. Gesù come Dio era fuori della storia; come uomo, vero figlio di Maria, dà il via all’era cristiana della storia.

Un evento mirabile  che estende la casa di Dio, la tenda di Dio, nell’intera Chiesa, della quale Maria occupa, come donna e madre di Gesù, un posto predominante. I cristiani tutti, i credenti possono invocarla; ‘Santa Maria, madre di Dio, prega per noi, siamo figli tuoi’. Come persona umana, Maria non può fare grazia ad alcuno, ma, come a Cana di Galilea, la sua intercessione presso Dio è formidabile.

Così Dio stesso prepara il suo Natale, la sua dimora in mezzo al popolo scegliendo per sé, come dimora, il seno purissimo di Maria, dimora che adornò rendendola ‘Immacolata’ sin dal suo concepimento in vista della realizzazione del suo progetto divino: la salvezza dell’umanità. Riscattata la dignità dell’uomo, Gesù diventa il nuovo Adamo, il padre dell’umanità redenta dallo stesso Cristo Gesù. 

La realizzazione del progetto divino nella storia si svolge così in due momenti: a) Subito dopo il peccato originale Dio dice a satana: ‘Porrò inimicizia tra te e la donna; tra la tua stirpe e la sua stirpe; questa ti schiaccerà la testa e inutilmente roderai il suo calcagno’; b) Nella pienezza dei tempi Dio annuncia il suo Natale a Maria, mediante l’arcangelo Gabriele e, dopo il Sì di Maria ‘sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua parola’, la missione angelica è finita, il Verbo eterno si è incarnato nella sua dimora terrena.

Dio, nella sua bontà e misericordia, ha trovato in Maria la dimora valida per incarnarsi; successivamente per nascere, data l’ingratitudine dell’uomo peccatore, gli basterà anche una grotta, una stalla nella città di David a Betlemme.

Sull’incarnazione del Verbo eterno si fonda l’impegno morale dei cristiani: Maria ci insegna a dire sempre il nostro ‘sì’ al Signore, a seguire e a camminare, da forti e coraggiosi, nella strada del servizio perché l’amore di Dio risplenda sempre nella nostra vita, nel nostro operare.

Proprio così si vive il vero Avvento, preparazione al Natale del Signore. Dio entra in noi cercando la nostra umanità personale, unica, irripetibile. Da qui il nostro canto: ‘Stillate dall’alto, o cieli, la vostra rugiada, e dalle nubi scenda a noi il Giusto’.

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