Dalle Acli di Roma un progetto di lavoro per i giovani

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“Sono contento di condividere qualche parola con voi sul tema del lavoro. Ho provato a immaginare come voi, giovani della nostra città, vi poniate davanti al mondo del lavoro, quali speranze e paure coltiviate. Mi è venuta in mente un’immagine, quella di un grande cantiere: ce ne sono tanti in questo momento a Roma!

E’ un’immagine che rivela due aspetti contrastanti: da una parte un cantiere, quando non c’è chi vi lavora, offre a chi guarda un senso di vuoto; dall’altra, quando è attivo, mostra la corsa febbrile di tante persone coinvolte. Ecco, vedo così il lavoro oggi: come un bel cantiere aperto per costruire il futuro, all’interno del quale, però, si respira, da una parte, un senso di vuoto e dall’altra un sovraccarico di stress dato da corse febbrili”.

Così inizia il messaggio di papa Francesco ai 1.200 studenti presenti all’Auditorium della Tecnica per l’evento ‘LabordDì, i giovani incontrano il lavoro tra valori, orizzonti e strumenti’, promosso dalle ACLI di Roma e provincia. Continuando il messaggio il papa ha parlato di senso di vuoto:

“Questo ‘vuoto di lavoro’ è come un terreno che frana sotto i piedi, costringendo a camminare in equilibrio precario: non succede forse così, tra tirocini, stage, lavori saltuari e interinali? Ed ancora: com’è possibile entrare degnamente nel cantiere del lavoro, se prima ancora, negli anni dello studio e della specializzazione, si è costretti a lottare per avere diritto a un tetto sotto cui dormire?”

Di fronte a tanti interrogativi il papa ha invitato i presenti a contrastare tale ‘vuoto’: “Occorre soprattutto contrastare la percezione di vuoto che si insidia nel cuore di molti giovani, i quali, mentre il tempo passa, vedono crescere l’impressione di non arrivare da nessuna parte ed ereditano da noi adulti un messaggio nocivo: che nella vita non ci sia nulla di stabile.

Contratti a termine, lavori così brevi che impediscono di progettare la vita, bassi redditi e basse tutele sembrano i muri di un labirinto dal quale non si riesce a trovare via d’uscita. Cari giovani, serve come il pane qualcuno che vi prenda per mano e vi aiuti a sconfiggere questa precarietà e questo senso di vuoto, tirandovi fuori dalle sabbie mobili dell’insicurezza: per questo vorrei dirvi che mi sta a cuore la vostra iniziativa!”

Il lavoro non può essere mercificato: “E’ il lavoro ‘mercificato’, che cresce nel nostro contesto, dominato da un mercato che per essere competitivo si fa sempre più accelerato e complesso. Con alcune prospettive cupe in agguato: quella dell’illegalità, via di fuga dalla responsabilità verso il lavoro in nero, che poi finisce per rendere la coscienza dello stesso colore; quella di un lavoro disumanizzato, dove le moderne tecnologie, come l’intelligenza artificiale e la robotica, minacciano di sostituire la presenza dell’uomo; quella, infine, sempre più scandalosa e preoccupante, della mancanza di sicurezza sul lavoro, effetto della corsa febbrile a produrre di più ad ogni costo. Quante vittime ci sono ancora sul posto di lavoro!”

Invece il lavoro è un protagonista di speranza: “La speranza, infatti, non è ottimismo che dipende dalle circostanze, ma fiducia che si ingenera attraverso la costruzione impegnata e partecipe del bene comune. Il lavoro, dunque, è protagonista di speranza, è la via maestra per sentirsi attivi nel bene in quanto servitori della comunità, perché occuparsi degli altri è il miglior modo per non preoccuparsi di cose inutili.

Torni il lavoro a essere un cantiere di speranza, un cantiere di sogni! Voi siete insieme per consolidare un progetto, il cui nome mi piace molto: ‘Il cantiere Generiamo lavoro’. Generare è il verbo della vita ed è bello che il lavoro sia, prima che produttivo, generativo: esso, infatti, non è un accessorio, ma una componente essenziale dell’esistenza, in quanto conferisce dignità e speranza”.

Per questo il presidente nazionale, Emiliano Manfredonia, ha invitato i giovani a studiare ed a formarsi, perché è ‘l’unico antidoto alla disoccupazione’. Il progetto ‘Labor Dì, un’occasione per generare lavORO’ si pone l’obiettivo di accompagnare nell’educazione alla scelta, nella conoscenza di sé e delle proprie vocazioni, nella conoscenza delle opportunità del territorio della Regione Lazio e delle nuove frontiere dello sviluppo, al fine di garantire le migliori opportunità di crescita culturale, economica e sociale alle nuove generazioni, a partire dalla prevenzione della dispersione e dell’abbandono.

(Foto: Acli Roma)

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