A Torino mons. Repole invita Stellantis a non licenziare

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La cassa integrazione straordinaria scade a fine anno con l’ipotesi della chiusura (o almeno di un forte ridimensionamento) dell’impianto della Lear Corporation di Grugliasco (Torino), che è specializzata in sedili per automobili, è imputabile a due fattori: l’uscita di produzione a dicembre di due modelli Maserati (Ghibli e Quattroporte endotermiche), di cui Lear era monocommittente: la perdita tre anni fa della commessa per la produzione dei sedili della Fiat 500 elettrica, andata al gruppo turco Martur (che li fabbrica in Turchia ma li assembla proprio a Grugliasco, in un impianto ad appena un chilometro dalla Lear).

L’incontro dello scorso 22 novembre al ministero delle Imprese tra multinazionale, sindacati e governo non è andato bene, come hanno sottolineato i sindacati: “Manca un progetto industriale, non c’è una copertura certa per gli ammortizzatori sociali. L’azienda ha confermato tutte le attuali difficoltà, con i volumi produttivi ridotti al minimo, mentre di diversificare la produzione non si parla.

Infine, ha ventilato l’ipotesi di una dismissione parziale o totale dello stabilimento… Siamo disponibili al confronto a 360 gradi, a partire dagli impegni reali che l’azienda può mettere sul tavolo, dalle produzioni che possono essere spostate da altri stabilimenti alle eventuali commesse che l’impresa potrebbe aggiudicarsi in futuro con Stellantis, che è il principale cliente”.

Per i sindacati questa crisi è rappresentativa dell’indotto automobilistico torinese: “La vertenza Lear è l’emblema della sofferenza dell’indotto automotive nel torinese. Siamo preoccupati per l’impatto sociale ed occupazionale che potrebbe avere. Non c’è alcun riscontro rispetto ai piani annunciati da Stellantis, tranne l’intenzione dell’azienda di operare un accorpamento delle attuali due linee di produzione in un’unica linea, in conseguenza del trasferimento dello stabilimento Maserati di Grugliasco presso il sito di Mirafiori”.

A dimostrazione dei cambiamenti in atto nel rapporto con Stellantis è il caso della commessa per la produzione dei sedili della 500 elettrica, che in un’ottica di competizione tra fornitori e di minor costi, Stellantis ha assegnato la commessa al gruppo turco Martur, con stabilimento sempre a Grugliasco, come ha spiegato il segretario della Fim-Cisl di Torino Canavese, Rocco Cutri:

“E’ complicato gestire una vertenza con una controparte che ha come unica preoccupazione la gestione dell’esistente e obiettivi a breve e medio termine. Serve invece una strategia in una prospettiva futura per lo sviluppo di nuovi prodotti, come i componenti elettronici su cui il Gruppo sta investendo fuori dai confini italiani, in grado di garantire occupazione stabile”.

Per questo motivo mons. Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, nei giorni scorsi ha ricevuto le rappresentanze sindacali dei lavoratori della fabbrica Lear di Grugliasco: “260 persone che stanno rischiando il licenziamento in seguito alla crisi produttiva dell’azienda, che è fornitrice del gruppo automobilistico Stellantis.

Lear non è purtroppo l’unica fabbrica in grave crisi nell’area torinese, tante altre hanno chiuso negli anni e mi vengono ancora segnalate ogni giorno, ultime in ordine di tempo la Te Connectivity di Collegno che sta rischiando il taglio di 200 lavoratori e in Valle di Susa il Feltrificio Fir di Sant’Ambrogio, con 41 posti di lavoro a forte rischio”.

Mons. Repole ha invitato l’azienda e la politica a trovare una soluzione alla situazione di molte famiglie, che temono il licenziamento: “Non sarà un Natale sereno quello delle famiglie sospese sul baratro del licenziamento: sono centinaia di uomini e donne, con i loro figli, che hanno paura perché senza lavoro non c’è vita e non c’è futuro.

Io come pastore della Chiesa torinese, ma anche come cittadino, sento il dovere di inviare ai responsabili delle aziende e alle istituzioni pubbliche un forte appello perché non si rassegnino alle difficoltà dei mercati e facciano tutto il possibile, tentino tutte le strade possibili, per conservare le produzioni e i posti di lavoro. La crisi industriale viene da lontano ed anche gli imprenditori ne sono vittime, ma davvero non possiamo rassegnarci. Stiamo parlando di vite umane”.

E’ stato un invito alla chiarezza da parte della casa automobilistica: “A tutti i livelli delle istituzioni e della società civile Torino sente il bisogno di parole chiare sui progetti del gruppo automobilistico: credo che sia giusto chiederle. Cosa significa la campagna di prepensionamenti, la chiusura della sede di Grugliasco (Maserati), la cassa integrazione nelle linee di Mirafiori?

Poco inciderà, in termini di occupazione, l’apertura del nuovo hub per il riciclo delle vecchie auto. Per questo mi rivolgo con fiducia ai responsabili di Stellantis, perché partecipino alla vicenda di Torino offrendo innanzi tutto un chiarimento sui loro progetti: rilancio o ridimensionamento?”

(Foto: TorinoOggi)

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