Nella commemorazione dei defunti papa Francesco chiede la pace

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Questa mattina papa Francesco ha celebrato una messa per la memoria dei defunti nel ‘War Cemetery’ di Roma, ricordando che tale giorno rimanda alla memoria di chi ci ha preceduto:

“Memoria di coloro che ci hanno preceduto, che hanno trascorso la loro vita, che hanno concluso questa vita; memoria di tanta gente che ci ha fatto del bene: in famiglia, tra gli amici… E memoria anche di coloro che non sono riusciti a fare tanto bene, ma sono stati ricevuti nella memoria di Dio, nella misericordia di Dio. E’ il mistero della grande misericordia del Signore”.

Ma al contempo è anche un giorno di speranza con l’invito a guardare ‘oltre’: “Quella di oggi è una memoria per guardare avanti, per guardare il nostro cammino, la nostra strada. Noi camminiamo verso un incontro, con il Signore e con tutti.

E dobbiamo chiedere al Signore questa grazia della speranza: la speranza che mai delude mai; la speranza, che è la virtù di tutti i giorni che ci porta avanti, ci aiuta a risolvere dei problemi e a cercarne le vie d’uscita.

Ma sempre avanti, avanti. Quella speranza feconda, quella virtù teologale di tutti i giorni, di tutti i momenti: la chiamerò la virtù teologale ‘della cucina’, perché è alla mano e ci viene sempre in aiuto. La speranza che non delude: viviamo in questa tensione fra memoria e speranza”.

Eppoi ha ribadito ha ribadito che la guerra è sempre una sconfitta ed alla fine presenta anche ai vincitori un prezzo da pagare, vedendo alcune lapidi, con un riferimento anche alle guerre di ‘oggi’: “Vorrei soffermarmi su una cosa che mi è accaduta all’entrata. Guardavo l’età di questi caduti. La maggioranza è tra i 20 e i 30 anni.

Vite stroncate, vite senza futuro. E ho pensato ai genitori, alle mamme che ricevevano quella lettera: ‘Signora, ho l’onore di dirle che lei ha un figlio eroe’. ‘Sì, eroe, ma me l’hanno tolto!’ Tante lacrime in quelle vite stroncate. E non potevo non pensare alle guerre di oggi. Anche oggi succede lo stesso: tante persone giovani e non più giovani… Nelle guerre del mondo, anche in quelle più vicine a noi, in Europa e al di fuori: quanti morti! Si distrugge la vita senza averne coscienza”.

Per questo ha chiesto la pace: “Oggi, pensando ai morti, custodendo la memoria dei morti e custodendo la speranza, chiediamo al Signore la pace, perché la gente non si uccida più nelle guerre. Tanti innocenti morti, tanti soldati che vi lasciano la vita. Ma questo, perché?”

Quella del papa è una constatazione reale: “Le guerre sono sempre una sconfitta, sempre. Non c’è vittoria totale, no. Sì, uno vince sull’altro, ma dietro c’è sempre la sconfitta del prezzo pagato.

Preghiamo il Signore per i nostri defunti, per tutti, per tutti: che il Signore li riceva tutti. E preghiamo anche perché il Signore abbia pietà di noi e ci dia speranza: la speranza di andare avanti e di poterli trovare tutti insieme con Lui, quando ci chiamerà”.

Ed anche ieri nell’intervista al direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, papa Francesco ha ribadito che la guerra è sconfitta anche per i ‘vincitori’: “Ogni guerra è una sconfitta. Non si risolve nulla con la guerra. Niente. Tutto si guadagna con la pace, con il dialogo. Sono entrati nei kibbutz, hanno preso ostaggi. Hanno ucciso qualcuno. E poi la reazione. Gli israeliani andare a prendere quegli ostaggi, a salvarli”.

Quindi a proposito del conflitto in Terra Santa il papa è tornato ad invocare la soluzione degli accordi di Oslo: “Nella guerra uno schiaffo provoca l’altro. Uno forte e l’altro più forte ancora e così si va avanti. La guerra è una sconfitta. Io l’ho sentita come una sconfitta in più. Due popoli che devono vivere insieme. Con quella soluzione saggia: due popoli due Stati. L’accordo di Oslo: due Stati ben limitati e Gerusalemme con uno status speciale”.

Ed ha ricordato alcune guerre in atto: “Sarebbe la fine di tante cose e di tante vite. Io penso che la saggezza umana fermi queste cose. Sì, c’è la possibilità ma … e a noi questa guerra ci tocca per quello che significa Israele, Palestina, la Terra Santa, Gerusalemme; ma anche l’Ucraina ci tocca perché è vicina… Ma ci sono tante altre guerre che a noi non toccano: Kivu, lo Yemen, il Myanmar con i Rohingya che sono dei martiri. Il mondo è in guerra ma c’è l’industria delle armi dietro”.

Per papa Francesco la situazione è preoccupante: “L’ora è molto buia. Non si trova la capacità di riflettere con chiarezza e all’ora più buia io aggiungerò: una sconfitta in più. E’ così dall’ultima guerra mondiale, dal 1945 fino adesso, una sconfitta dopo l’altra perché le guerre non si sono fermate”.

(Foto: Santa Sede)

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