Papa Francesco: santa Teresa è ‘dottore della sintesi’

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“Oggi viene pubblicata un’Esortazione apostolica su Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, intitolata ‘C’est la confiance’: infatti, come testimoniò questa grande Santa e Dottore della Chiesa, è la fiducia nell’amore misericordioso di Dio la via che ci porta al cuore del Signore e del suo Vangelo”: al termine dell’Angelus domenicale papa Francesco ha spiegato il motivo della pubblicazione della sua esortazione apostolica dedicata a Teresa del Bambino Gesù, ‘C’est la confiance’.

E’ un’Esortazione Apostolica sulla fiducia nell’amore misericordioso di Dio in occasione del 150° anniversario della nascita di Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, che ripercorre la vita e la spiritualità della santa e prima ancora della giovane, parlando del cuore di Teresa e del cuore della Chiesa: “Soltanto la fiducia, ‘null’altro’, non c’è un’altra via da percorrere per essere condotti all’Amore che tutto dona. Con la fiducia, la sorgente della grazia trabocca nella nostra vita, il Vangelo si fa carne in noi e ci trasforma in canali di misericordia per i fratelli”.

Nell’esortazione apostolica ha spiegato il motivo dell’esortazione apostolica: “Teresina è una delle sante più conosciute e amate in tutto il mondo. Come succede con San Francesco di Assisi, è amata perfino da non cristiani e non credenti. E’ stata anche riconosciuta dall’UNESCO tra le figure più significative per l’umanità contemporanea. Ci farà bene approfondire il suo messaggio commemorando il 150º anniversario della sua nascita, avvenuta ad Alençon il 2 gennaio 1873, ed il centenario della sua beatificazione.

Ma non ho voluto pubblicare questa Esortazione in una di tali date, o nel giorno della sua memoria, perché il messaggio vada al di là delle ricorrenze e sia assunto come parte del tesoro spirituale della Chiesa. La data della pubblicazione, memoria di Santa Teresa d’Avila, vuole presentare Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo come frutto maturo della riforma del Carmelo e della spiritualità della grande Santa spagnola”.

E’ stato lei che scelse il nome di Gesù Bambino: “Nel nome che ella scelse come religiosa risalta Gesù: il ‘Bambino’ che manifesta il mistero dell’Incarnazione e il ‘Volto Santo’, cioè il volto di Cristo che si dona fino alla fine sulla Croce. Lei è ‘Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo’.

Il Nome di Gesù è continuamente ‘respirato’ da Teresa come atto di amore, fino all’ultimo soffio. Aveva anche inciso queste parole nella sua cella: ‘Gesù è il mio unico amore’. Era la sua interpretazione dell’affermazione culminante del Nuovo Testamento: Dio è amore”.

Inoltre papa Francesco ha sottolineato la sua missionarietà: “Come succede in ogni incontro autentico con Cristo, questa esperienza di fede la chiamava alla missione. Teresa ha potuto definire la sua missione con queste parole: ‘In Cielo desidererò la stessa cosa che in terra: amare Gesù e farlo amare’. Ha scritto che era entrata nel Carmelo ‘per salvare le anime’.

Vale a dire che non concepiva la sua consacrazione a Dio senza la ricerca del bene dei fratelli. Lei condivideva l’amore misericordioso del Padre per il figlio peccatore e quello del Buon Pastore per le pecore perdute, lontane, ferite. Per questo è patrona delle missioni, maestra di evangelizzazione”.

Ed anche all’appressarsi della morte non cessò il suo fervore missionario attraverso una lettura nuova del ‘Cantico dei Cantici’: “Qui lei cita le parole che la sposa rivolge allo sposo nel Cantico dei Cantici, secondo l’interpretazione approfondita dai due Dottori del Carmelo, santa Teresa di Gesù e san Giovanni della Croce.

Lo Sposo è Gesù, il Figlio di Dio che si è unito alla nostra umanità nell’Incarnazione e l’ha redenta sulla Croce. Lì, dal suo costato aperto, ha dato alla luce la Chiesa, sua amata Sposa, per la quale ha donato la vita. Ciò che colpisce è come Teresina, consapevole di essere vicina alla morte, non viva questo mistero rinchiusa in sé stessa, solo in senso consolatorio, ma con un fervente spirito apostolico”.

La vita di santa Teresa è stata una ‘piccola via’ verso la conoscenza di Dio: “Questo modo di pensare non contrasta con il tradizionale insegnamento cattolico circa la crescita della grazia, cioè che, giustificati gratuitamente dalla grazia santificante, siamo trasformati e resi capaci di cooperare con le nostre buone opere in un cammino di crescita nella santità. In tal modo veniamo elevati, così da poter aver reali meriti in ordine allo sviluppo della grazia ricevuta.

Teresina tuttavia preferisce mettere in risalto il primato dell’azione divina e invitare alla fiducia piena guardando l’amore di Cristo donatoci fino alla fine. In fondo, il suo insegnamento è che, dal momento che non possiamo avere alcuna certezza guardando a noi stessi, nemmeno possiamo esser certi di possedere meriti propri. Pertanto non è possibile confidare in questi sforzi o adempimenti”.

Quindi l’amore si manifesta attraverso la misericordia di Dio: “Insieme alla fede, Teresa vive intensamente una fiducia illimitata nell’infinita misericordia di Dio: ‘La fiducia che deve condurci all’Amore’. Vive, anche nell’oscurità, la fiducia totale del bambino che si abbandona senza paura tra le braccia del padre e della madre.

Per Teresina, infatti, Dio risplende prima di tutto attraverso la sua misericordia, chiave di comprensione di qualunque altra cosa che si dica di Lui…

Questa è una delle scoperte più importanti di Teresina, uno dei più grandi contributi che ha offerto a tutto il Popolo di Dio. In modo straordinario ha penetrato le profondità della misericordia divina e di là ha attinto la luce della sua illimitata speranza”.

Tale fiducia conduce alla confidenza con Dio: “E’ la fiducia che ci conduce all’Amore e così ci libera dal timore, è la fiducia che ci aiuta a togliere lo sguardo da noi stessi, è la fiducia che permette di porre nelle mani di Dio ciò che soltanto Lui può fare.

Questo ci lascia un immenso torrente d’amore e di energie disponibili per cercare il bene dei fratelli. E così, in mezzo alla sofferenza dei suoi ultimi giorni, Teresa poteva dire: ‘Non conto più che sull’amore’. Alla fine conta soltanto l’amore.

La fiducia fa sbocciare le rose e le sparge come un traboccare della sovrabbondanza dell’amore divino. Chiediamola come dono gratuito, come regalo prezioso della grazia, perché si aprano nella nostra vita le vie del Vangelo”.

Concludendo l’Esortazione papa Francesco ribadisce che il centro della morale cristiana è la carità: “Non tutto è ugualmente centrale, perché c’è un ordine o gerarchia tra le verità della Chiesa, e ‘questo vale tanto per i dogmi di fede quanto per l’insieme degli insegnamenti della Chiesa, ivi compreso l’insegnamento morale’.

Il centro della morale cristiana è la carità, che è la risposta all’amore incondizionato della Trinità, per cui ‘le opere di amore al prossimo sono la manifestazione esterna più perfetta della grazia interiore dello Spirito’. Alla fine conta solo l’amore”.

Per tale motivo il papa l’ha chiamata ‘Dottore della sintesi’: “Talvolta di questa Santa si citano soltanto espressioni che sono secondarie, o si menzionano temi che lei può avere in comune con qualunque altro santo: la preghiera, il sacrificio, la pietà eucaristica, e tante altre belle testimonianze, ma in questo modo potremmo privarci di ciò che vi è di più specifico nel dono da lei fatto alla Chiesa, dimenticando che ‘ogni santo è una missione; è un progetto del Padre per riflettere e incarnare, in un momento determinato della storia, un aspetto del Vangelo’… Questo vale a maggior ragione per Santa Teresina, essendo lei un Dottore della sintesi”.   

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