Il cardinale Prevost spiega il senso del Sinodo a Tolentino

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“Essere una Chiesa sinodale che sa ascoltare tutti, è la via non solo per vivere personalmente la fede, ma anche per crescere nella vera fraternità cristiana. Lei ci ha ricordato che è necessario imparare ad ascoltare come i Santi, come san Francesco d’Assisi che ha ascoltato la voce di Dio, la voce dei poveri, la voce dei malati, la voce della natura”: lo ha detto sabato scorso nel saluto a papa Francesco in apertura della celebrazione eucaristica del Concistoro, che ha creato 21 nuovi cardinali,  il prefetto del dicastero dei vescovi, card. Robert Francis Prevost, ha espresso la gratitudine dei neo cardinali.

E lo aveva sottolineato anche nelle settimane precedenti a Tolentino, nelle Marche, durante la celebrazione eucaristica per la chiusura della Festa del perdono di san Nicola, durante la quale ha chiesto di pregare per il Sinodo, che inizia a Roma mercoledì 4 ottobre e per papa Francesco “per tutto ciò che lui sta facendo per promuovere la pace, la misericordia, il perdono”.

Al termine della celebrazione eucaristica abbiamo chiesto al card. Prevost di spiegare il ruolo del vescovo nella Chiesa: “Il ministero del servizio del vescovo nella Chiesa è sempre quello di essere pastore. Il Sinodo non cambierà il ruolo del vescovo. Il Sinodo è un’occasione ed uno spazio per ascoltare e per dialogare con il popolo di Dio e con tutti coloro che desiderano condividere le loro esperienze, le loro difficoltà e quello che cercano nella fede.

Come pastore il vescovo deve servire. Spesso papa Francesco dice che l’unica autorità che abbiamo è quella di servire. Quindi il vescovo è al servizio del popolo di Dio come uno che vive con la fede per confermare gli altri nella fede e continuerà in questo servizio per la Chiesa.

Papa Francesco ha parlato delle quattro vicinanze: vicinanza a Dio, ai fratelli vescovi, ai sacerdoti e a tutto il popolo di Dio. Non bisogna cedere alla tentazione di vivere isolati, separati in un palazzo, appagati da un certo livello sociale o da un certo livello dentro la Chiesa.

E non bisogna nascondersi dietro un’idea di autorità che oggi non ha più senso. L’autorità che abbiamo è per servire, accompagnare i sacerdoti, per essere pastori e maestri. Spesso ci siamo preoccupati di insegnare la dottrina, il modo di vivere la nostra fede, ma rischiamo di dimenticarci che il nostro primo compito insegnare ciò che significa conoscere Gesù Cristo e testimoniare la nostra vicinanza con il Signore”.

Con una lettera indirizzata ai vescovi ed eparchi di tutto il mondo, il card. Mario Grech, segretario generale della Segreteria Generale del Sinodo, invita i fedeli di tutto il mondo a partecipare con la preghiera alla XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, riprendendo l’intenzione di preghiera di papa Francesco per il mese di ottobre: per quale motivo senza la preghiera non ci sarà sinodo?

“La preghiera è importantissima nella vita dei cristiani. Se siamo cristiani attraverso il battesimo con la preghiera viviamo la vicinanza con Dio. Come priorità è molto importante essere in ascolto della Parola di Dio”.

Riguardo alla sinodalità quale è l’insegnamento di sant’Agostino?

“Nel suo tempo sant’Agostino partecipò anche a qualche Sinodo. Certamente era un po’ diverso; però c’era sempre l’attenzione di studiare le difficoltà  nel momento della vita attuale della Chiesa attraverso l’ascolto, in quel tempo, degli altri vescovi e cercare di affrontare i problemi di quel tempo. Oggi sant’Agostino ci insegna ad avere molta fiducia in Dio, rimanendo sempre uniti in Cristo (questo è fondamentale) e cercare di vivere la fede”.

Nel Sinodo voteranno anche laiche e laici: quanto inciderà questo cambiamento nella vita della Chiesa?

“Il Sinodo non dura solo un mese; il papa, dopo questo processo durato già tre anni di preparazione, ha detto che anche nel prossimo anno ci sarà un altro mese. E’ un percorso di un nuovo atteggiamento di cercare di camminare insieme alla ricerca della presenza di Dio nella Chiesa e nel mondo. Quindi è un cammino continuo e di comunione”.

Il messaggio per la giornata missionaria si intitola ‘Cuori ardenti, piedi in cammino’: quanto una chiesa sinodale è anche missionaria?

“Senza la dimensione missionaria non esiste la Chiesa, in quanto essa è per natura missionaria. Qualche volta abbiamo scordato ciò. Penso che ci vuole un rinnovamento in questa capacità di riconoscere che siamo sempre missionari, cercando di annunciare la Parola di Dio in qualunque luogo ed in qualsiasi modo”.

(Tratto da Aci Stampa)

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