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Nuove norme dei possibili casi soprannaturali
Sono state aggiornate le norme per il discernimento dei presunti fenomeni soprannaturali: è quanto stabilisce il nuovo documento del Dicastero per la Dottrina della Fede, pubblicato venerdì 17 maggio ed entrato in vigore domenica 19, festa di Pentecoste. Il testo è preceduto da una articolata presentazione del cardinale prefetto Victor Manuel Fernández, a cui segue l’introduzione, con l’individuazione di sei diverse possibili conclusioni.
Il prefetto del dicastero, card. Victor Manuel Fernández, nella presentazione ha spiegato che presunti fenomeni soprannaturali come le apparizioni mariane tante volte “hanno provocato una grande ricchezza di frutti spirituali, di crescita nella fede, di devozione e di fraternità e servizio, e in alcuni casi hanno dato origine a diversi santuari sparsi in tutto il mondo che oggi sono parte del cuore della pietà popolare di molti popoli”.
Nel documento il cardinale ha sottolineato il concetto di ‘soprannaturalità’, richiamando le spiegazioni di papa Benedetto XVI: “Tra queste possibili conclusioni non si include di norma una dichiarazione circa la soprannaturalità del fenomeno oggetto di discernimento, cioè la possibilità di affermare con certezza morale che esso proviene da una decisione di Dio che l’ha voluto in modo diretto. Invece, la concessione di un ‘Nihil obstat’ indica semplicemente, come già spiegava papa Benedetto XVI, che riguardo a quel fenomeno i fedeli ‘sono autorizzati a dare ad esso in forma prudente la loro adesione’…
Si deve notare, inoltre, che arrivare ad una dichiarazione di ‘soprannaturalità’, per sua natura, non solo richiede un tempo adeguato di analisi, ma può dare adito alla possibilità di emettere oggi un giudizio di “soprannaturalità” e anni dopo un giudizio di ‘non soprannaturalità’. Così come, di fatto, è accaduto”.
Il documento delinea così le competenza del Dicastero: “E’ importante capire che le nuove Norme mettono nero su bianco un punto fermo circa la competenza di questo Dicastero. Da una parte, resta fermo che il discernimento è compito del Vescovo diocesano.
Dall’altra, dovendo riconoscere che, oggi più che mai, questi fenomeni coinvolgono molte persone che appartengono ad altre Diocesi e si diffondono rapidamente in diverse regioni e Paesi, le nuove Norme stabiliscono che il Dicastero deve essere consultato e intervenire sempre per dare un’approvazione finale a quanto deciso dal Vescovo, prima che quest’ultimo faccia pubblica una determinazione su un evento di presunta origine soprannaturale”.
Secondo le nuove norme la Chiesa potrà discernere: “… se sia possibile scorgere nei fenomeni di presunta origine soprannaturale la presenza dei segni di un’azione divina; se negli eventuali scritti o messaggi di coloro che sono coinvolti nei presunti fenomeni in parola non vi sia nulla che contrasti con la fede e i buoni costumi; se sia lecito apprezzarne i frutti spirituali, o risulti necessario purificarli da elementi problematici o mettere in guardia i fedeli dai pericoli che ne derivano; e sia consigliabile una loro valorizzazione pastorale da parte dell’autorità ecclesiastica competente”.
Comunque è compito del vescovo discernere i casi dei fenomeni soprannaturali: “Spetta al Vescovo diocesano, in dialogo con la Conferenza episcopale nazionale, esaminare i casi di presunti fenomeni soprannaturali avvenuti nel proprio territorio e di formulare il giudizio finale su di essi, da sottoporre all’approvazione del Dicastero, compresa l’eventuale promozione di un culto o di una devozione ad essi legati.
Dopo aver indagato sugli eventi in questione, spetta al Vescovo diocesano trasmettere i risultati dell’indagine (svolta secondo le norme di seguito riportate) con il proprio voto al Dicastero per la Dottrina della Fede e di intervenire secondo le indicazioni fornite dal Dicastero. Spetta al Dicastero, in ogni caso, valutare il modo di procedere del Vescovo diocesano e approvare o meno la determinazione da attribuire al caso specifico da lui proposta.
Il Vescovo diocesano si asterrà da ogni dichiarazione pubblica relativa all’autenticità o soprannaturalità di tali fenomeni e da ogni coinvolgimento con essi; non deve però cessare di vigilare per intervenire, se necessario, con celerità e prudenza seguendo le procedure indicate dalle seguenti norme”.
E’ anche compito del vescovo contenere le manifestazioni che possano alimentare la sensazionalità: “Qualora, in collegamento con il presunto evento soprannaturale, dovessero nascere forme di devozione anche senza un vero e proprio culto, il Vescovo diocesano ha il grave dovere di avviare quanto prima un’accurata indagine canonica al fine di salvaguardare la fede e prevenire abusi.
Il Vescovo diocesano abbia particolare cura nel contenere, anche con i mezzi a propria disposizione, manifestazioni religiose confuse, o la divulgazione di eventuali materiali attinenti al presunto fenomeno soprannaturale (ad es.: lacrimazioni di immagini sacre, sudorazioni, sanguinamenti, mutazione di ostie consacrate, ecc.), al fine di non alimentare un clima sensazionalistico
Qualora, sia in ragione del luogo di domicilio delle persone coinvolte nel presunto fenomeno, sia in ragione del luogo di diffusione delle forme di culto o comunque di devozione popolare, fosse implicata la competenza di più Vescovi diocesani, costoro, sentito il Dicastero per la Dottrina della Fede, possono costituire una Commissione interdiocesana che, presieduta da uno dei Vescovi diocesani, provveda all’istruttoria a norma degli articoli seguenti. A tal fine possono servirsi anche dell’aiuto degli uffici preposti della Conferenza episcopale”.
Segue l’elenco dei sei possibili voti finali al termine del discernimento: “Nihil Obstat: non viene espressa certezza sull’autenticità soprannaturale, ma si riconoscono segni di un’azione dello Spirito. Si incoraggia il vescovo a valutare il valore pastorale e a promuovere la diffusione del fenomeno, compresi i pellegrinaggi.
Prae oculis habeatur: si riconoscono segni positivi, ma ci sono anche elementi di confusione o rischi che richiedono discernimento e dialogo con i destinatari. Potrebbe essere necessaria una chiarificazione dottrinale se ci sono scritti o messaggi associati al fenomeno.
Curatur: sono presenti elementi critici, ma c’è una diffusione ampia del fenomeno con frutti spirituali verificabili. Si sconsiglia un divieto che potrebbe turbare i fedeli, ma si invita il vescovo a non incoraggiare il fenomeno.
Sub mandato: le criticità non sono legate al fenomeno stesso, ma all’uso improprio fatto da persone o gruppi. La Santa Sede affida al vescovo o a un delegato la guida pastorale del luogo.
Prohibetur et obstruatur: Nonostante alcuni elementi positivi, le criticità e i rischi sono gravi. Il Dicastero chiede al vescovo di dichiarare pubblicamente che l’adesione non è consentita e di spiegare le ragioni della decisione.
Declaratio de non supernaturalitate: il vescovo è autorizzato a dichiarare che il fenomeno non è soprannaturale basandosi su prove concrete, come la confessione di un presunto veggente o testimonianze credibili di falsificazione del fenomeno”.
Firenze ha un nuovo vescovo
La diocesi di Firenze ha un nuovo arcivescovo, mons. Gherardo Gambelli, che è nato a Viareggio ed ordinato presbitero nel 1996, cappellano del carcere di Sollicciano dallo scorso anno quando è rientrato a Firenze dopo 12 anni trascorsi come missionario in Ciad, che ha ringraziato il papa per la nomina: “Sento di poter dire che la scelta di un prete di Firenze è un segno grande di stima e di fiducia da parte del Vescovo di Roma nei confronti di tutta la nostra diocesi”.
Inoltre ha aggiunto che tale nomina vescovile è una chiamata di Dio: “Nel dare la mia disponibilità al Papa, accettando la mia nomina, ho percepito una chiamata di Dio a rendermi ancora più disponibile per sdebitarmi del dono immenso del Vangelo ricevuto prima e dopo la mia ordinazione sacerdotale. Le belle testimonianze di fede rese da parte di tante persone incontrate durante il mio servizio pastorale mi hanno fatto comprendere progressivamente che, nella logica del Vangelo, il modo migliore per custodire i doni ricevuti sia quello di condividerli. Gli anni passati in Africa me lo hanno ulteriormente confermato”.
Ha sottolineato la coincidenza con la domenica in cui si legge la parabola del buon Pastore: “La Provvidenza di Dio ha voluto che l’annuncio della mia nomina cadesse nella settimana che precede la quarta domenica di Pasqua che per noi cattolici è la domenica del Buon Pastore. Ascolteremo le parole di Gesù nel Vangelo di Giovanni al capitolo 10: ‘Come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare’. E’ Lui il vero pastore della Chiesa, il modello della scelta evangelizzatrice che ci spinge ad andare verso le periferie geografiche ed esistenziali nel nostro impegno missionario”.
Un saluto anche per le altre confessioni religiose, ricordando il fruttuoso dialogo interreligioso intrapreso dalla diocesi: “Saluto cordialmente i fratelli e le sorelle delle altre confessioni cristiane, i membri della comunità ebraica e musulmana, e di altre religioni presenti sul territorio della nostra Diocesi di Firenze. La bella tradizione di impegno nel dialogo ecumenico e nel dialogo interreligioso della parrocchia della Madonna della Tosse, di cui sono stato parroco quest’anno, mi ha permesso di incontrare e di conoscere personalmente il Rabbino, l’Imam e diversi pastori delle Chiese di Firenze con i quali sono nate promettenti amicizie che spero di poter rafforzare nel tempo”.
Ed ha ribadito una collaborazione della diocesi con le autorità civili: “Saluto le autorità e le istituzioni della città, esprimendo la mia ferma volontà di proseguire nella collaborazione ‘gomito a gomito’ per la costruzione di una società più giusta e solidale, nell’attenzione e nel rispetto della dignità di ogni persona, soprattutto dei più poveri ed esclusi. Davanti alla minaccia dell’espansione delle guerre nel mondo, ci sentiamo più che mai interpellati alla responsabilità di lavorare con più coraggio e tenacia per la pace, che si costruisce in maniera artigianale, nell’attenzione ai gesti quotidiani di perdono e riconciliazione”.
Infine un saluto per i detenuti del carcere di Sollicciano, nel quale è stato cappellano, con il proponimento di non perdere l’abitudine di visitarli: “Vorrei concludere rivolgendo un ultimo saluto ai fratelli e alle sorelle detenuti, particolarmente quelli e quelle della casa circondariale di Sollicciano, in cui ho svolto il mio ministero come cappellano durante quest’anno pastorale. Anche se non potrò continuare a visitarvi regolarmente, non dimenticherò le parole della Scrittura che dice: ‘Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere’. Con l’aiuto del Signore, mi impegnerò come Vescovo a essere attento alle vostre necessità, come a quelle di tanti fratelli e sorelle spesso dimenticati e scartati dalla nostra società”.
Ha concluso il saluto alla diocesi con l’affidamento del suo servizio alla Madonna ed ai santi: “Nel dire il mio sì alla volontà di Dio, mi affido all’intercessione di Maria santissima madre della Chiesa, a quella dei santi Vescovi Zanobi e Antonino, del Venerabile Elia Dalla Costa, dei Santi e della Sante della Chiesa fiorentina, perché mi aiutino a fidarmi sempre più della Provvidenza del Signore, capace di far concorrere tutto al bene. Certo della preghiera e del sostegno di voi qui presenti e di tanti fratelli e sorelle, proseguiamo con fiducia il nostro cammino, tenendo fisso lo sguardo sul Signore che libera dal laccio il nostro piede, perché è capace di amarci sempre e nuovamente di un amore infinito e incrollabile”.
Nell’annuncio per il nuovo vescovo della città il card. Giuseppe Betori ha ringraziato il papa per la nomina di un vescovo ‘fiorentino’: “Sono molto contento di questa scelta del papa che nomina un vescovo fiorentino, 87esimo vescovo fiorentino sulla cattedra di san Zanobi e sant’Antonino. La scelta del papa cade su un prete fiorentino, che conosce bene la nostra diocesi: qui è diventato prete. Da figlio di questa diocesi, diventerà padre: questo cambia molto nel suo rapporto nei nostri confronti”.
Inoltre ha ricordato i suoi servizi svolti sempre per amore di Dio: “La radice della sua persona l’ho sempre individuata nell’amore per la Parola di Dio. Ha fatto molte cose, ha avuto molte funzioni ma questi sono i frutti di una radice che è nel legame con la Parola di Dio, letta e studiata, che lo ha plasmato nella sua identità sacerdotale. Questa capacità di attingere nella Parola di Dio lo abbiamo visto in due momenti della sua vita, quando è stato vicario parrocchiale a Santo Stefano in Pane a Rifredi e parroco dell’Immacolata a Montughi.
Lì avvenne una cosa in cui c’entro anch’io: mi chiese di partire missionario come sacerdote ‘fidei donum’ a servizio di una chiesa dell’Africa, la diocesi di Ndjamena. Lì ha insegnato Sacra Scrittura, è stato parroco, ha servito negli ospedali, nel carcere. Poi ha seguito un nuovo passaggio: dalla diocesi id Ndjamena è nato il vicariato apostolico di Mongo. Si è trasferito lì, servendo come parroco e continuando il suo servizio al carcere. Periferie geografiche, umane hanno dato forma al suo carattere, al suo sacerdozio.
Poi, tornato a Firenze, in obbedienza, ha accettato di fare quello che gli ho chiesto. Tre cose: la nomina mette in rilievo la sua funzione di parroco alla Madonna della Tosse, altra parrocchia significativa. Ma gli ho chiesto di fare anche il vicedirettore spirituale al seminario accanto a mons. Carolla e il cappellano del carcere di Sollicciano. Dimensione spirituale, dimensione pastorale, servizio alle persone. Tutto questo non lo deve abbandonare ma ripensare in una forma nuova che è quella del governo della diocesi. Per questo gli siamo vicini e chiedo a tutti voi di essere collaboratori nei suoi confronti. Questo è come lo conosco, e per questo ringrazio il Papa che ce lo dà come arcivescovo”.
Anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani ha inviato un messaggio di benvenuto al nuovo arcivescovo di Firenze, sottolineando come alla guida della Chiesa fiorentina arrivi un toscano, 40 anni dopo la figura di Silvano Piovanelli, ma ha anche definito significativo il fatto che il nuovo arcivescovo sia un missionario, la cui sua esperienza di fede è maturata in Africa, in Ciad; “Lo spirito missionario, l’attenzione agli ultimi, ai più poveri, ai più fragili, saranno un tesoro prezioso per la Chiesa, ma anche un grande dono per tutta la comunità fiorentina e toscana”.
Infine il presidente della regione toscana ha rivolto un saluto al card. Giuseppe Betori, che ha guidato la diocesi fiorentina dal 2008 con ‘sapienza e cura’.
(Foto: arcidiocesi di Firenze)
CCEE: pace in Ucraina, Terra Santa e nel Nagorno Karabakh
Giovedì 30 novembre si è conclusa a Malta l’assemblea plenaria del Ccee che ha riunito i presidenti delle Conferenze episcopali europee: “I vescovi europei hanno guardato con preoccupazione agli scenari di guerra: quella in Ucraina che è giunta al suo secondo anno, la situazione in Nagorno Karabakh e il conflitto in Terrasanta, ribadendo il no alla guerra e rinnovando l’appello per un cessate il fuoco definitivo, perché si prosegua con la liberazione degli ostaggi e si tengano aperti i corridoi umanitari a Gaza”.
Il cardinale Prevost spiega il senso del Sinodo a Tolentino
“Essere una Chiesa sinodale che sa ascoltare tutti, è la via non solo per vivere personalmente la fede, ma anche per crescere nella vera fraternità cristiana. Lei ci ha ricordato che è necessario imparare ad ascoltare come i Santi, come san Francesco d’Assisi che ha ascoltato la voce di Dio, la voce dei poveri, la voce dei malati, la voce della natura”: lo ha detto sabato scorso nel saluto a papa Francesco in apertura della celebrazione eucaristica del Concistoro, che ha creato 21 nuovi cardinali, il prefetto del dicastero dei vescovi, card. Robert Francis Prevost, ha espresso la gratitudine dei neo cardinali.
Da Cremona a Trieste: mons. Enrico Trevisi è vescovo
Sabato 25 marzo nella cattedrale di Cremona è stato consacrato vescovo a Cremona mons. Enrico Trevisi che guiderà la diocesi di Trieste ‘incantato e meravigliato per quanto Dio compie’. Una celebrazione in cui si è mostrato il volto gioioso di una comunità stretta attorno ad un sacerdote che è stato amico, parroco, rettore del Seminario, professore e compagno di tante famiglie, ma anche il volto accogliente della comunità di Trieste accorsa ad abbracciare il suo nuovo pastore e alla quale il neo consacrato si è rivolto subito in italiano e anche in sloveno riprendendo il suo motto episcopale: ‘Admirantes Iesum’.
Vicenza ha un nuovo vescovo che sceglie pastoralità ed ospitalità
Domenica 11 dicembre la diocesi di Vicenza ha accolto il nuovo vescovo mons. Giuliano Brugnotto con il rito di ordinazione presieduto dal vicentino card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, con il suggerimento a chiunque avesse intenzione di fargli un dono, di devolvere un’offerta a sostegno di un piccolo ospedale in allestimento in Pakistan sostenuto dall’Associazione Missione Shahbaz Bhatti Onlus (MSB) che opera in Pakistan per la difesa dei diritti delle minoranze religiose e cristiane (IBAN: IT23B0306961904100000003808 – BIC BCITITMM), che si si ispira al pensiero e all’impegno di Shahbaz Bhatti, ministro federale delle Minoranze Religiose e dell’Armonia Nazionale del Pakistan, assassinato il 2 marzo 2011.
Giovanni Battista Scalabrini: il santo dei migranti
Domenica 9 ottobre il beato Giovanni Battista Scalabrini sarà proclamato santo: nato a Fino Mornasco, in provincia di Como nel 1839, è ancora oggi un dono per la Chiesa e l’umanità. Profondamente commosso dal dramma di tanti italiani costretti ad emigrare negli Stati Uniti e nell’America del Sud alla fine del 1800, non resta indifferente. Si documenta, sensibilizza la società e manda i suoi missionari e le sue missionarie nel mondo per aiutare e sostenere gli emigranti nei porti, sulle navi e all’arrivo nei nuovi Paesi. E’ considerato per questo un padre per tutti i migranti e i rifugiati.
Mons. Maffeis è arcivescovo di Perugia
Da domenica 11 settembre l’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve ha come guida un pastore giornalista di 58 anni, che è stato parroco, direttore di giornali e radio, docente alla Pontificia Università Salesiana e alla Lateranense, e poi direttore dell’Ufficio nazionale comunicazioni sociali e sotto-segretario della Cei, mons. Ivan Maffeis.
Mons. Fontana: un vescovo tra il popolo
Nella sua ultima festa del patrono della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro mons. Riccardo Fontana ha sottolineato che san Donato ha messo in evidenza il ministero del vescovo: “Per questa Chiesa aretina, che da secoli lo riconosce Patrono, san Donato offre l’occasione per riflettere insieme sulla nostra identità ecclesiale”.
Mons. Manetti è vescovo di Fiesole
Nella scorsa settimana mons. Stefano Manetti ha fatto l’ingresso solenne nella diocesi di Fiesole con un saluto ai fedeli all’inizio della celebrazione eucaristica nel Teatro romano: “Tenendoci per mano ci scopriremo fratelli tutti. Ti saluto, cara Chiesa di Dio che sei in Fiesole, che oggi ricevo dalle mani di Nostro Signore e dalle mani del vescovo Mario, per servirla ed onorarla mediante il ministero episcopale”.