Card. Grech: preghiera bussola del Sinodo dei vescovi

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La ‘terapia’ che ci fa “passare dal nostro ripiegamento su noi stessi all’apertura, alla scoperta di ciò che Dio continua ad operare nella sua Chiesa”, che è ciò che emergerà dal Sinodo ormai alle porte.

La terapia è la preghiera ed il card. Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, ai vescovi di tutto il mondo in vista dell’apertura della XVI Assemblea Generale Ordinaria. la sollecita come un punto su cui basare la prossima assise che inizierà il 4 ottobre perché, ribadisce con chiarezza citando il Papa, ‘senza preghiera non ci sarà Sinodo’.

Il porporato lo scrive in una lettera inviata a tutti i vescovi e gli eparchi del mondo, un testo che è una chiamata a raccolta globale ai fedeli di ogni continente perché partecipino e sostengano con la preghiera i lavori della 16^ Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema della sinodalità. Con questa lettera, si legge in una nota ufficiale, “il segretario generale intende ricordare che l’Assemblea sinodale è innanzitutto un evento spirituale, di preghiera e di ascolto dello Spirito Santo, vero protagonista dell’evento”.

Mons. Grech auspica che “da tutta la Chiesa salga a Dio una preghiera incessante per il Santo Padre e per tutti i membri dell’Assemblea sinodale. Vi chiedo, perciò di pregare per il Sinodo e di sollecitare alla preghiera unanime e incessante ogni comunità cristiana nella vostra Chiesa particolare, specialmente le comunità monastiche. La preghiera è una delle forme di partecipazione di ogni vescovo all’azione collegiale e segno evidente della sollecitudine per la Chiesa universale”.

Nella lettera il card. Grech ricorda le varie forme che può assumere la preghiera. C’è anzitutto, scrive, ‘quella di ascolto’ a partire dalla Parola di Dio, c’è quella di ‘adorazione’, che cambia lo sguardo del cuore ‘dalla tristezza della rassegnazione’ allo ‘stupore di ciò che Dio dice alla sua Chiesa’.

C’è poi la preghiera ‘di intercessione’ che “non consiste nel piegare la volontà di Dio alla nostra, ma nel chiedere al Signore di illuminare li nostro cuore con la forza del suo Spirito di vita”, e c’è infine la preghiera ‘di ringraziamento’, quella “terapia che comincia sempre da qui: dal riconoscersi preceduti dalla grazia. Siamo stati pensati prima che imparassimo a pensare; siamo stati amati prima che imparassimo ad amare”.

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