Al sinodo con ‘L’opposizione polare’ di Romano Guardini

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“Tutti, tutti, tutti, senza alcuna esclusione” è stato uno dei leitmotiv nei discorsi papali alla Giornata Mondiale della Gioventù in Lisbona. Tale concetto è non solo uno dei riferimenti del suo magistero ma anche dell’Istrumentum laboris del sinodo d’ottobre 2023 in cui si sollecita a superare logiche d’esclusione per vivere appunto l’inclusione.

Considerando le quasi quotidiane notizie di sospensioni dal ministero sacerdotale, dimissioni dallo stato clericale, espulsioni da ordini religiosi sorge spontanea l’obbiezione di una contraddizione di fondo. Infatti nella questione abusi, ormai lavoro predominante del Dicastero della fede, l’emergenza ha costretto ad adottare misure straordinarie, proprio come in tempo di guerra si addotta la legge marziale che però può finire con ledere la giustizia e i diritti umani (https://www.ilcattolico.it/rassegna-stampa-cattolica/formazione-e-catechesi/abusi-tra-vittimismo-e-clericalismo.html ).

A questo riguardo è interessante che nella Lettera apostolica in forma di Motu ‘Vos estis lux mundi’ (https://www.vatican.va/content/francesco/it/motu_proprio/documents/papa-francesco-motu-proprio-20190507_vos-estis-lux-mundi.html ) di papa Francesco ad experimentum per un triennio nel 2019 tra le nome all’art 12  § 7 vi era che ‘Alla persona indagata è riconosciuta la presunzione di innocenza’.

Orbene in quelle aggiornate del 2023 (https://www.vatican.va/content/francesco/it/motu_proprio/documents/20230325-motu-proprio-vos-estis-lux-mundi-aggiornato.html) tale norma presente nell’art. 13 § 7 è così ampliata ‘Alla persona indagata è sempre riconosciuta la presunzione di innocenza e la legittima tutela della sua buona fama’. Un piccolo ampliamento ma sintomatico che nel frattempo tale diritto era se non proprio venuto meno certamente compromesso.

Davanti a tale volontà d’inclusione e atti d’esclusione sorge la domanda se non ci si trovi davanti a uno di quei casi che Romano Guardini indicherebbe come esempi dell’opposizione polare propria del concreto vivente. Aspetti che si oppongono ma sono chiamati a coesistere per non cadere in polarizzazioni che sono simile a quel demonio che si buttava ora nell’acqua ora nel fuoco (Mc 9,22), ossia negli estremismi. Simile è la tensione tra inculturazione del Vangelo e evangelizzazione delle culture, come ad esempio quelle schiave del tribalismo, dialogo ed annuncio e così via.

Certo Romano Guardini chiarisce subito la differenza tra aspetti che si oppongono e quelli che non possono coesistere essendo contrapposizioni, come ad esempio male e bene, vizio e virtù, guerra e pace. Ma quindi sorge la domanda circa quali sono le opposizioni polari che devono coesistere mediante anche uno stile sinodale e quale invece contraddizioni. E in questo il sinodo può essere un’occasione per una ulteriore delucidazione.

(Tratto da IlCattolico.it)

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