Una Luce di nome Silvia: la storia di Silvia Tassone

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Silvia Tassone nasce il 14 novembre 1996 in Calabria (Soverato, Cz), da genitori credenti. Nel febbraio 2006, Silvia è impegnata con i balletti a scuola in preparazione del Carnevale. Quando torna a casa, sente un dolore vicino al ginocchio. Crede che non sia nulla di grave: forse ha sbattuto contro un banco. Una radiografia e una risonanza magnetica presso l’ospedale cittadino lasciano capire che si tratta di qualcosa di grave…

Silvia e i suoi si trasferiscono a Milano per approfondimenti che portano a una rapida diagnosi: sarcoma di Ewing. Elena Apicella e Vito Tassone capiscono che “tutto ciò che normalmente sembrava importante nella vita all’improvviso diventò banale e ridotto a una giusta dimensione. Nella scala dei valori la fede prese il primo posto, e l’importanza di abbandonarsi a essa”.

Sanno che “è difficile trovare in una malattia gioia, serenità, divertimento, e invece una bambina come Silvia, con la sua straordinarietà, rese realizzabile tutto questo e diventò il motore della nostra forza, della nostra pace, di un viaggio al centro della nostra fede” Silvia è sempre stata molto esuberante, allegra e chiacchierona. All’I.n.t. (Istituto nazionale tumori) di Milano, Silvia diventa un mito da seguire, in reparto, infatti, è chiamata ‘la roccia’.

I capelli? “Ricresceranno, l’importante è guarire!” Elena racconta che, nel maggio 2006, Silvia deve ricevere la prima comunione. Dice: “Ero in apprensione immaginando le altre bambine agghindate con coroncine e boccoli e Silvia invece calva. Ma lei ha spazzato via ogni preoccupazione con la sua gioia profonda di ricevere Gesù” .

Silvia fa la prima comunione con in testa una meravigliosa cuffietta regalatale dalla mamma. Per lei è una giornata di felicità totale; Gesù è sempre stato protagonista di molte poesie scritte da Silvia. Scriveva poesie al Signore fin dalla più tenera età. La bimba, spesso, dice che Lui la guarda e gioca con lei.

E’ felice di poter finalmente essere in piena comunione con Lui. Per Silvia la prima comunione è sempre stata importante. Nel 2005, la piccola inizia il catechismo proprio per fare la Prima Comunione. Si reca molto volentieri agli incontri presso la Scuola elementare di Via Olimpia; all’epoca non c’era ancora l’oratorio dietro la parrocchia.

Durante il secondo anno di catechismo -febbraio 2006- si ammala e quindi non può continuare la preparazione al Sacramento. I genitori e don Tobia, parroco e direttore dei Salesiani di Soverato, cercano di capire se ci siano i presupposti per far fare a Silvia la Prima Comunione in anticipo. Silvia può fare la comunione un anno prima ed è contenta anche perché condividerà l’evento con il fratello Edoardo, il quale ha un anno in più di lei.

Purtroppo, le terapie a cui viene sottoposta, causano la caduta dei suoi bellissimi capelli biondi. Silvia, dopo qualche settimana dall’inizio delle cure, si ritrova completamente calva: “Ricordo ancora l’espressione dei suoi occhi un po’ tristi quando, al mattino, vede le sue belle ciocche sul cuscino. Decidiamo quindi, insieme, che è ora di tagliarli completamente”.

Aggiunge che, però, la figlia le dice: “Riavrò i miei capelli il prossimo anno e saranno ancora più forti e belli!” Lei allora le fa una proposta: “Silvia, se vuoi e lo desideri potrai decidere di fare la Prima Comunione il prossimo anno, quando i tuoi capelli saranno di nuovo lunghi. Potrai farti l’acconciatura che desideri, non è assolutamente necessario farla quest’anno, decidi tu”.

Silvia perde ogni traccia di dispiacere e difende la sua Prima Comunione con fede: “E’ necessario, invece, mamma! Non è che devo fare la sfilata per mostrare l’acconciatura alla Prima Comunione! Anzi, ricevendo Gesù potrò sopportare meglio le cure, essere più forte anche fisicamente! Farò la prima Comunione e riceverò Gesù, con o senza capelli!” Secondo Elena, Silvia, a soli 10 anni, le stava insegnando quello che avrebbe dovuto insegnarle lei.

Il figlio che deve celebrare questo Sacramento, inizia un cammino di fede, di comunione, di testimonianza che, non ha a che vedere con le bomboniere, confetti, abiti eleganti, pranzi al ristorante e… acconciature dei capelli. Silvia affronta le terapie a volte cantando, altre addirittura ballando. Le stampelle sono ben accette, ma vuole che quelle nere siano sostituite “con un paio colorate”.

Dopo l’intervento di avanguardia che le trapianta un pezzo di femore, il gesso è grosso e vistoso, ma lei non piange per non poter fare le vacanze estive come gli altri. Dichiara invece: “Farò la mia estate l’anno prossimo tanto questa sarà sicuramente fredda e piovosa!” Silvia dice, riguardo ai viaggi in aereo verso Milano: “Volare sulle nuvole è bellissimo!” A intervento perfettamente riuscito, Silvia partecipa in estate nella sua Soverato, ai giochi d’Eutimo. E’ in carrozzina, ma vive tutto con entusiasmo.

L’estate del 2007 vede una Silvia felice di nuotare, passare serate al luna park, viaggiare con la famiglia e continui divertimenti. La fine del mese di Agosto la vede un po’ stanca e con qualche dolore ad entrambe le gambe… Nel Settembre del 2007 ricomincia la scuola e Silvia inizia la I° media con entusiasmo. Non sta molto bene in realtà ma non vuole saltare il primo giorno di scuola media ma, poco dopo essere entrata in classe, ha febbre e dolore per cui deve essere riportata a casa. Poco dopo, da una scintigrafia, arriva la diagnosi di una probabile recidiva. 

Elena e Vito sono nuovamente provati tra lacrime e preghiere, Silvia, invece, li ammonisce: “Non si piange!” e, dopo essersi addormentata su un lettino, racconta di aver sognato Gesù, il quale le diceva “che l’avrebbe tenuta stretta fino a che non avesse camminato di nuovo da sola”. I medici dicono ai genitori della bambina che si tratta di una recidiva violenta e che la diagnosi è ‘infausta’.

Silvia affronta le sedute di radioterapia al rachide lombo sacrale, al femore e anche alla teca cranica con serenità. Fa nuove amicizie e rinsalda quelle vecchie, come con la dottoressa Francesca; la sua preferita. Condivide con il personale, i pazienti e i volontari i manicaretti della mamma spiegando: “Se non mangiamo insieme vuol dire che non ci amiamo”.

Alle dimissioni, è salutata da tutti con un dono, un pensiero, un ricordo. Il mese trascorso tra il ritorno a casa e la morte di Silvia, secondo Elena, è il più dolce e sereno. Silvia studia, disegna, realizza una marea di lavoretti natalizi da regalare ai parenti e agli amici, gioca con gli amichetti che la vanno a trovare; soprattutto Umberto, che condivide con lei semplici silenzi. Tuttavia, la bambina ha bisogno di trasfusioni, i movimenti sono sempre più difficili a causa del corpo provato dalla malattia. La forza di Silvia traspare nei momenti in cui si prega tutti insieme.

Al famoso passo “Chiedete e vi sarà dato”, risponde con un semplice: “Io non ho bisogno di chiedere niente perché mi sono venduta a Gesù fin da piccola”. Raccomanda ai genitori di stare uniti perché “solo insieme si vince”. Il suo unico piccolo desiderio, infatti, è un ciondolo a forma di cuore con dentro la foto di tutta la famiglia.

Anche se sta male, Silvia, di nuovo sulla sedia a rotelle, vuole sedere accanto al suo amato albero di Natale, e non desidera restare a letto. Una notte sogna un masso molto grande da spostare, oltre il quale vede un cancello dorato con gli angeli che cantano una musichetta che lei ricorda, e che il papà le incide su nastro, suonandola alla tastiera.

L’8 dicembre, giorno dell’Immacolata, alle 17.15, dopo ore di sofferenza, Silvia rinasce in cielo. Nessuno si dispera, ma vivono ore di pace e preghiera. La luce di Silvia indica la strada durante il dolore che, a volte, bussa alla porta: la sofferenza è la chiave per capire l’esistenza, cambiarla, mettere nel giusto ordine problemi e obiettivi.

Noi non abbiamo il controllo di nulla, a parte la nostra capacità di amare, comprendere la nostra missione su questa terra “e sovente anche quella futura, in cielo”, come scrive il papà di Silvia. Per conoscere meglio la storia di Silvia e vedere come ha trasformato la vita dei suoi genitori portando luce ovunque, è possibile acquistare il libro E’ nata una luce di nome Silvia, disponibile alla libreria Non ci resta che leggere di Soverato e su Amazon (info sul sito www.unalucedinomesilvia.it).

Fonte: https://www.lesuberante.it/la-storia-di-silvia-tassone-morta-a-11-anni-e-rinata-in-cielo-per-dare-speranza/?fbclid=IwAR0Q7TFtmqrkKFJIvhjGmSAKJ7xQHyNQMBIXxM1PYiggp_M0w_9HKkQAqLI

https://www.facebook.com/elena.apicella.9/posts/pfbid02R92qsvGPt1aoYMPvinK3PzGT6UUEMZArPHnzQ3hMzGyqrzuZnSCaBxnbsEHSeb2Tl

Testo approvato dalla famiglia.

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