XV Domenica Tempo Ordinario: Dio è il divino seminatore

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Il Vangelo riporta i discorsi di Gesù espressi in parabole: discorsi semplici che possono capire quanti hanno buona volontà di intendere il messaggio espresso dal Maestro divino. Questa è l’unica parabola della quale Gesù stesso dà la sua spiegazione agli Apostoli.

Il momento era particolare: c’era infatti gente che lo ascoltava volentieri e con interesse, c’erano scribi e farisei che cercavano motivi per accusarlo e metterlo a tacere per sempre. La parabola è il linguaggio più geniale e rifinito per esprimere verità di alta levatura morale e religiosa. 

Gesù prendeva esempi dalla vita agricola, dalla pastorizia: cose note e comprensibili a tutti per esprimere valori trascendenti che riguardavano Dio e il rapporto uomo-Dio. Il vangelo di oggi è la parabola del seminatore: il seme è la parola di Dio all’uomo. Gli elementi essenziali della parabola sono tre: a) il seme, b) il seminatore, c) il terreno che accoglie il seme.

1) Il SEME: il seme è la parola di Dio che viene proclamata; una parola viva, efficace  che si può paragonare alla pioggia che cade dal cielo. La pioggia, evidenzia il profeta Isaia, scende dal cielo, irrora la terra e non ritorna (evapora) senza averla fecondata e fatta germogliare.

2) IL SEMINATORE: il seminatore è Dio o chi parla in nome di Dio. Questi sparge il seme (sempre ottimo perché è parola di Dio), ma questo può finire in mezzo alla strada (allora non produce frutto e viene divorato dagli uccelli del cielo); o può finire in un terreno sassoso (se arriva a spuntare viene presto bruciato dai raggi del sole e muore).

Il seme può finire in un terreno ricolmo di spine (questo se arriva a germogliare, presto sarà soffocato dalle spine); il seme può infine finire  su buon terreno ed allora produce frutto in grande abbondanza.   

3) I VARI TERRENI: I vari terreni corrispondono a coloro che ascoltano il messaggio o Parola di Dio. Non basta che Dio parli, Dio rispetta la libertà dell’uomo, è necessario perciò recepire questa parola, accoglierla, meditarla nel cuore, assaporare questo messaggio perché possa incidere nella vita ed avviare l’ascoltatore verso la conversione.

Ai vari terreni corrispondono i vari tipi di ascoltatori, o le diverse situazioni in cui si trova l’ascoltatore quando Dio rivolge a lui la sua parola, il suo seme: tante volte l’ascoltatore accampa pretesti o attesta di non avere capito, di non avere sentito.

Dio nella sua misericordia ed amore, conoscendo la debolezza e fragilità dell’uomo, continua a seminare e l’uomo purtroppo finge, si commuove ma  non assimila. E il seme non produce. Gesù stesso dà la spiegazione della parabola: il seme sull’asfalto corrisponde a quegli uomini che ascoltano, si commuovono, ma l’entusiasmo è solo superficiale e le parole non vengono assaporate, non mettono radice nel cuore.

Il seme che finisce sul terreno spinoso si ha quando si ascolta con interesse ma nel cuore sono radicate molte preoccupazioni solo materiali; seduzioni che provengono dalle ricchezze o dai piaceri: cose queste che mettono a tacere il messaggio divino. Non si ha il coraggio di estirpare le erbe cattive, stupide e passeggere perché trionfi solo l’amore verso Dio e i fratelli: il piacere prevale sull’amore.

Il seme che finisce sul terreno sassoso raffigura l’uomo che accoglie la Parola di Dio con entusiasmo ma presto questo seme è soffocato da sassi e macigni e il seme non può mettere radici profonde: alle prime difficoltà, tutto finisce.

Il seme infine che finisce sul buon terreno raffigura il cuore ben preparato ad ascoltare, ad assaporare il messaggio divino e a trasformare   l’uomo anche a costo di veri sacrifici. Allora si opera la conversione, ci si scopre veri figli di Dio e trionfa l’amore.

Con la parabola Gesù ci invita a riflettere: a quale tipo di terreno apparteniamo?  Beati noi se siamo quel terreno buono  capace di produrre frutti al 30, al 60 o al 100 per cento. Il vero cristiano ha sete della parola di Dio, recepisce il seme e lo assapora.

Purtroppo la cosiddetta sapienza mondana rende la mente ottusa ed indurisce il cuore. Più si è ignoranti ed ottusi di mente, più si è restii ad ascoltare e ad accogliere la parola di Dio.

Il seminatore (Dio e la Chiesa) semina sempre ed ovunque a pieni mani e con fiducia; carente purtroppo si rivela la disponibilità ad accogliere questo seme perché prevale l’egoismo, l’individualismo, il disinteresse e l’incostanza.

Amici carissimi, la vita è un viaggio, è tempo di risvegliarci, prendere coscienza che siamo figli di Dio, chiamati ad assaporare il messaggio del Padre, che è invito alla salvezza eterna.

Dio vuole tutti salvi ma ‘qui creavit te sine te, non salvabit te sine te’’. Dio rispetta la libertà di ciascuno e salva chi si vuole veramente salvare.  Fai la tua scelta migliore!       

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