L’Obolo di san Pietro sostiene le missioni della Chiesa

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Gesù nella vita pubblica, dedicata all’annuncio della Buona Novella, accolse aiuti materiali per sostentarsi con il gruppo dei dodici Apostoli. Con tali aiuti si soccorrevano anche i più bisognosi. Dopo la Pentecoste, nel tempo della Chiesa, si sentì l’esigenza di sostenere chi si dedicava totalmente all’annuncio del Vangelo. San Paolo, nelle Chiese da lui fondate, motiva la colletta a favore della Chiesa Madre di Gerusalemme che affrontava gravi difficoltà economiche.

Questa partecipazione concreta ai bisogni della comunità ha preso forme diverse lungo la storia, facendo emergere la consapevolezza che tutti i battezzati sono chiamati a sostenere anche materialmente, con ciò che si può, l’opera di evangelizzazione e al tempo stesso a soccorrere i più bisognosi ovunque nel mondo.

L’Obolo, come donazione al Successore di Pietro, prese forma stabile nel VII secolo, con la conversione degli Anglosassoni, in collegamento con la festa dell’Apostolo San Pietro a cui Gesù affidò la Sua Chiesa. E’ poi cresciuto nei secoli successivi, con l’adesione al cristianesimo degli altri popoli europei, sempre come un contributo di riconoscenza e devozione al papa, quale espressione di unità della Chiesa, e di corresponsabilità ecclesiale.

Il termine ‘Obolo di San Pietro’ fu usato fin dal Medioevo per identificare il censo, cioè il contributo annuo pagato alla Santa Sede da parte degli Stati o delle signorie locali che si erano poste sotto la sovranità del papa. Con la Riforma protestante e la fine del regime feudale cessarono questi rapporti tra le monarchie europee e il Papa.

Nell’epoca moderna, poco prima della fine dello Stato Pontificio (1870) e della perdita delle rendite dei possedimenti territoriali, sorse in tutta Europa ed oltremare una sorprendente iniziativa di offrire al papa un aiuto materiale.

Quindi l’Obolo di San Pietro è l’aiuto economico offerto dai fedeli come segno di adesione alla sollecitudine del papa per le molteplici necessità della Chiesa universale e per le opere di carità in favore dei più bisognosi. Nello scorso anno le entrate dell’Obolo sono ammontate ad € 107.000.000, mentre le uscite sono state pari ad € 95.500.000.

La raccolta dell’Obolo di San Pietro sostiene le due aree principali della ‘Missione universale’ del papa per finanziare le attività di servizio svolte dai dicasteri, enti e organismi della Santa Sede che lo assistono ogni giorno e promuovere iniziative di carità e solidarietà a favore dei più bisognosi.

Nello scorso anno sono stati erogati dal fondo ‘Obolo’ € 93.800.000, dei quali € 43.500.000 dalle offerte ricevute, mentre la restante parte (€ 50.300.000) dai proventi derivanti dalla gestione immobiliare, di cui € 77.600.000 per sostenere le attività svolte dalla Santa Sede a servizio della Missione Apostolica del Santo Padre; ed € 16.200.000 per progetti di assistenza diretta ai più bisognosi.

Nel 2022 papa Francesco, attraverso i dicasteri della Santa Sede raggruppati nel ‘Sostegno Missione Apostolica’, ha donato € 36.000.000, dei quali € 16.200.000 sono stati finanziati dall’Obolo, che ha promosso e sostenuto 192 progetti differenti in 72 Paesi diversi,

Quindi nello scorso anno le spese totali dei 70 Dicasteri, enti ed organismi del gruppo a sostegno alla Missione Apostolica del Santo Padre sono ammontate ad € 383.900.000, di cui € 77.600.000 (20%) sono stati coperti dall’Obolo.

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