Riflessioni sull’Origine sacramentale del matrimonio e sulle cause giustificative del divorzio: Vangelo secondo Mt 19,9 Amoris Laetitia di Papa Francesco n. 241

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Al n. 62 del cap. 3 viene precisato, sul piano evangelico, che “L’’indissolubilità del matrimonio (cioè: quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi, fatta eccezione nel caso di “porneia” Mt 19,9 ) non è innanzitutto da intendere come giogo imposto agli uomini, bensì come un dono fatto alle persone unite in matrimonio”.

Infatti il n.78 evidenzia “Lo sguardo di Cristo, la cui luce rischiara ogni uomo (cfr. Gv 1,9 e Gaudium et spes, 22 Costituzione pastorale del Conc. Ecum. Vat. Secondo del 1965) ispira la cura pastorale della Chiesa verso i fedeli che semplicemente convivono o che hanno contratto matrimonio soltanto civile o sono divorziati risposati. Nella prospettiva della pedagogia divina, la Chiesa si volge con amore a coloro che partecipano alla sua vita in modo imperfetto ed invoca con essi la grazia della conversione (nota n. 351 ‘In certi casi, potrebbe essere anche l’aiuto dei Sacramenti. Per questo ai sacerdoti ricordo che il confessionale non dev’essere una sala di tortura bensì il luogo della misericordia del Signore» ,Esort. ap. Evangelii gaudium del 24 novembre 2013, 44: AAS 105 2013, 1038.

Ugualmente segnalo che l’Eucaristia «non è un premio per i perfetti, ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli» ibid.ibid., 47: 1039) , li incoraggia a compiere il bene, a prendersi cura con amore l’uno dell’altro e a mettersi al servizio della comunità nella quale vivono e lavorano. Conseguentemente il n. 241 (Accompagnare dopo le rotture e i divorzi) sottolinea: “In alcuni casi, la considerazione della propria dignità e del bene dei figli impone di porre un limite fermo alle pretese eccessive dell’altro, a una grande ingiustizia, alla violenza o a una mancanza di

rispetto diventata cronica.

Bisogna riconoscere che «ci sono casi in cui la separazione, il divorzio o l’abbandono è inevitabile. A volte può diventare persino moralmente necessaria, quando appunto si tratta di sottrarr e il coniuge più debole, o i figli piccoli, alle ferite più gravi causate dalla prepotenza, dalla violenza dall’avvilimento, dallo sfruttamento, dall’estraneità e dall’indifferenza, quindi costretti dai maltrattamenti del coniuge a rompere la convivenza”. Al n. 244 si fa riferimento ad ulteriori aspetti giuscanonici (che sono stati approfonditi in questi 10 anni anche dal nostro avv. can. Sergio Bellafiore ( cfr. https://www.facebook.com/groups/1793231040908299/) https ://l.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.korazym.org%2F78672%2Flavvbellafiore spiega la nullita matrimoniale nelle coppie seguite dal gruppo buon pastore%2F%3Ffbclid ).

D’altra parte, un gran numero di Padri ha sottolineato la necessità di rendere più accessibili ed agili, possibilmente del tutto gratuite, le procedure per il riconoscimento dei casi di nullità. La lentezza dei processi crea disagio e stanca le persone. I miei due recenti Documenti (per la nostra chiesa latina e per quella orientale) su tale materia hanno portato ad una semplificazione delle procedure per una eventuale dichiarazione di nullità matrimoniale (cfr. i link sopra citati).

Attraverso di essi ho anche voluto rendere evidente che lo stesso Vescovo nella sua Chiesa, di cui è costituito pastore e capo, è per ciò stesso giudice tra i fedeli a lui affidati. Perciò, «l’attuazione di questi documenti costituisce una grande responsabilità per gli Ordinari diocesani, chiamati a giudicare loro stessi alc une cause e, in ogni modo, ad assicurare un accesso più facile dei fedeli alla giustizia. Ciò implica la preparazione di un personale sufficiente, composto di chierici e laici (che abbiamo cercato di realizzare io e mia moglie Marcella Varia), che si consacri in modo prioritario a questo servizio ecclesiale”. Sarà pertanto necessario mettere a disposizione delle persone separate o delle coppie in crisi, un servizio d’informazione, di consiglio e di mediazione, legato all’Ufficio diocesano pastorale familiare (attività specifica, invece, per i citati fedeli, approfondita dal cap. 8, accolti ed accompagnati nel percorso penitenziale integralmente svolto, ribadisco, soltanto in questa Parrocchia dal nostro Gruppo pastorale diocesano, denominato “Pozzo di Sicàr” dal 2013, modificato in “Il buon Pastore” dal 2019.

In tale percorso https://l.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.korazym.org%2F78504%2Fa palermo riattivato il percorso per le coppie di fedeli divorziati risposati a colloquio con il tutor fondatore prof francesco tromb etta%2F%3Ffbclid 1 prodromico ed esclusivo abbiamo accolto 25 coppie in vista, anche, dell’indagine pastorale/pregiudiziale al processo matrimoniale ( cfr. Regole procedurali ci tato MIDI artt. 2 3 e segg. in virtù delle quali ho elaborato un atto giuridico, unico in dottrina e giurisprudenza ecclesiastica come sottolinea il nostro membro l’Avv. Bellafiore nel menzionato articolo pubblicato nella rivista cattolica “Korazym”, su basi ermeneutiche allegato alla documentazione probatoria del libello, citato nella sentenza ecclesiastica).

 Infatti il n. 202 del cap. 6 (ALCUNE PROSPETTIVE PASTORALI) sottolinea:“Il principale contributo alla pastorale familiare viene offerto dalla parrocchia (il nostro gruppo), che è una famiglia di famiglie, dove si armonizzano i contributi delle piccole comunità, dei movimenti e delle associazioni ecclesiali». Insieme con una pastorale specificamente orientata alle famiglie cc.dd. ‘irregolari’, ci si pro spetta la necessità di una formazione più adeguata per i presbiteri, i diaconi, i religiosi e le religiose, per i catechisti e per gli altri agenti di pastorale”.

 Inoltre il n. 204 evidenzia che” Le risposte alle consultazioni (Questionario sinodale già menzionato) esprimono anche con insistenza la necessità della formazione di operatori laici di pastorale familiare con l’aiuto di psicopedagogisti (nel nostro gruppo pastorale abbiamo avuto fino al suo trasferimento nel 2019 alla Diocesi di Bologna una religiosa Dr.ssa Suor Gabriella Bandini in possesso di tale qualifica), medici di famiglia, medici di comunità, assistenti sociali (fra i nostri membri abbiamo avuto anche Daniela Giganti avente tale funzione nei consultori di Palermo), avvocati (lo è il nostro membro Sergio Bellafiore, avvocato cassazionista, canonista e civilista) per i minori e le famiglie, con l’apertura a ricevere gli apporti della psicologia, della sociologia, della sessuologia e anche del Counseling (grazie anche al nostro autorevole membro il noto psicoterapeuta Ch.mo Prof. Rev.mo Padre Giovanni Salonia che il 17 Febbraio 2019 ha svolto una importante catechesi insieme a noi in parrocchia, con la collaborazione del nostro membro accolito Diego Talluto), analoghe formulazioni furono da me puntualizzate nelle risposte al citato ‘questionario’.

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