Padre Ramina, rettore del Santuario, Sant’Antonio è un santo ‘avventuroso’

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E’ sant’Antonio che predica ai pesci l’immagine che rappresenta il filo conduttore della 17^ edizione del Giugno Antoniano 2023 e della ‘Tredicina’ a sant’Antonio da Padova con un riferimento ad un altro anniversario antoniano, sempre incentrato sulla predicazione di sant’Antonio, come spiega p. Antonio Ramina, rettore della basilica di sant’Antonio da Padova:

“Se lo scorso anno ricordavamo l’ottavo centenario della ‘prima predica’ del Santo a Forlì (1222), quest’anno ricordiamo gli 800 anni della predica ai pesci, a Rimini. Le fonti ricordano infatti come, nel 1223, il giovane frate Antonio, non ascoltato dalle persone, decide di annunciare il Vangelo a ‘creature non ragionevoli’, come appunto i pesci. Sono queste creature semplici e innocenti che, a differenza degli uomini, mostrano una grande attenzione e venerazione per le parole del francescano. Saputo poi di questo fatto prodigioso, saranno le persone a commuoversi e seguire l’insegnamento dei pesci, ascoltando le parole di Antonio”.

L’immagine scelta è un affresco di Pietro Annigoni custodito nella Cappella delle Benedizioni al Santo, eseguito nel 1981: “Un paesaggio essenziale, scarno, a tratti desolato, con dei relitti sullo sfondo. Un’immagine quasi di guerra, come ci hanno purtroppo abituato i diversi servizi e reportage dalle molte, troppe, zone di conflitto che devastano il mondo, tra tutte quella in Ucraina e quella recentissima in Sudan.

Un monito per ribadire agli uomini, soprattutto ai potenti, di non essere sordi al Vangelo come lo fu la popolazione di Rimini di 800 anni fa, ma di comportarsi come quegli umili pesci, ascoltando la Parola di Dio e le parole di quanti, nel mondo, in primis la Chiesa e papa Francesco, pregano e si spendono per la pace e la cessazione delle ostilità”.

Per quale motivo la festa di quest’anno ha come immagine quella di sant’Antonio che predica ai pesci?

“Vogliamo accogliere questo episodio come segno della determinazione del Santo: il Vangelo va comunque annunciato, anche laddove sembra che nessuno lo possa accogliere.  Quando meno ce lo aspettiamo e ci pare sia inutile annunciare il Vangelo, c’è invece chi lo ascolta e ne fa tesoro. Nessun terreno umano è così sterile e nemico da non essere attirato dalla bontà del Signore”.

In quale modo annunciare il Vangelo oggi?

“Annunciare il Vangelo oggi domanda, come da sempre, la capacità di lasciarsi interrogare da ciò che accade, dalla realtà. Sembra una cosa scontata e facile, in realtà ciò che tante volte osserva papa Francesco, la realtà è superiore all’idea, è un principio assai impegnativo. Domanda infatti l’intelligenza di cogliere le domande che il presente manifesta, spesso a sua insaputa; l’umiltà di non mettere in moto schemi prefissati; la creatività di offrire risposte pertinenti. E, anche questo come da sempre, il primo modo di annunciare il Vangelo è quello di una testimonianza di vita coerente e gioiosa. Aggiungerei che oggi, l’annuncio del Vangelo, domanda anche il coraggio di rinunciare a super-strutture, e di affidarsi soprattutto al contatto personale”.

Il messaggio di sant’Antonio è ancora attuale dopo 800 anni?

 “Tutti i grandi santi hanno vissuto e annunciato il Vangelo in modo geniale, e dunque da loro sempre si può imparare qualcosa di prezioso. Occorre interrogarli, comprendendoli nel contesto del loro tempo, facendoli parlare oggi.

Nel caso di sant’Antonio l’attualità del suo messaggio sta innanzitutto nella ostinazione con cui si è opposto alle ingiustizie e alle sopraffazioni: non ha mai temuto di parlare in modo deciso contro tutto questo, senza lasciarsi intimorire dai potenti: né dai politici, né dagli uomini di Chiesa.

Inoltre la sua parola e la sua delicatezza evangelica ci trasmettono ancora l’importanza di dare fiducia agli altri: se Antonio è sempre stato molto netto contro le più diverse forme di peccato e sfruttamento, ha sempre accordato a tutti la possibilità di ripartire fiduciosi, affidandosi alla misericordia del Signore, da ricevere come dono”.

 Ad agosto Lisbona ospita la GMG: cosa può dire sant’Antonio a loro?

 “Sant’Antonio può offrire ai giovani l’esempio di un’esistenza bella e pienamente vissuta. Vorrei dire che la sua vita è sempre stata avventurosa, nel senso che i suoi progetti spesso sono stati scombinati da ciò che gli accadeva, dal disegno di Dio sulla sua vita. Dunque una vita non noiosa, ma animata dal desiderio di donare vita agli altri, in modo sempre nuovo”.

(Tratto da Aci Stampa)

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