La fede di uno zar incompreso: Nicola II

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Nicola Aleksandrovic, futuro zar Nicola II e  sovrano russo, nacque il 6 maggio 1868. Sin da bambino fu molto religioso. Si dice che fosse anche  mite. Desideroso di essere un vero padre per il suo popolo fin da bambino, non era adatto al trono a causa di alcuni suoi lati fragili, quali l’irrisolutezza e l’influenzabilità. Caratteristiche che, soprattutto per i tempi in cui fu incoronato, erano pericolosamente sbagliate per un sovrano. Il padre, Alessandro III, uomo d’altra pasta, in quanto severo, morì nel 1894.

Nicola II salì al trono e, poco dopo, sposò la principessa Alice d’Assia, la quale dovette convertirsi alla religione Ortodossa e assumere il nome di Aleksandra Fedorovna. La coppia ebbe quattro figlie: Olga e Tatiana, dette ‘la coppia grande’ e Maria ed Anastasia, definite ‘la coppia piccola’.

L’erede maschio, nacque nel 1904, l’anno dopo la beatificazione solenne di san Serafino. Al beato, avevano chiesto la grazia di un figlio maschio. Dopo quest’ultimo momento di unità tra l’aristocrazia, l’ortodossia e il popolo, si svilupparono fatti storici ben noti che portarono al declino della ‘Vecchia Russia’.

Se Nicola II aveva una visione patriarcale e religiosa del potere imperiale, la società russa, in particolar modo l’intelligencija e i ceti urbani e operai,  visse un vero e proprio distacco da   questi ideali religiosi e politici che egli cercava di rappresentare.

La famiglia Romanov era unita ed ammirevole per la propria fede, tuttavia  era  distaccata dalla realtà socio politica dell’epoca e sotto l’influsso di persone  chiacchierate , non sempre definite positivamente, quali il famoso Rasputin.

Interessante sapere come, a differenza delle altre famiglie nobili, i figli di Nicola II non ebbero troppi privilegi come camere sontuose e servitori che aiutassero a lavare le bambine. Brande di legno per dormire nella stessa stanza e docce da fare sa sole, erano i metodi della famiglia. Pare fosse un modo per far responsabilizzare i figli anche nelle piccole cose. Dovevano saper fare da soli.

Lo scoppio della guerra, mostrò che la Russia non era in grado di contrastare l’Europa occidentale, in quanto meno avanzata in molto campi. Il sacrificio di vite, sarebbe stato immane. Nel febbraio 1917, incominciò a farsi strada la rivoluzione. Lo zar era al fronte presso il quartier generale, praticamente quasi all’oscuro di quanto avveniva nella capitale.

Una delegazione della Duma (organismo politico nato durante il suo regno per aiutarlo a governare), lo raggiunse per convincerlo ad  abdicare per salvare il paese. Dopo che altri consiglieri gli suggerivano di farlo, il 2 marzo 1917 lo zar abdicò per il bene del popolo che amava. Tornò  dalla  famiglia che si trovava nella  residenza di Carskoe Selo. Lì però, era  tenuto sotto stretta sorveglianza.

Il 31 luglio dello stesso anno, per ordine del governo provvisorio guidato da Karenskij, i Romanov  vennero trasferiti a Tobol’sk. Dopo la Rivoluzione di Ottobre e la presa del potere da parte dei bolscevichi, la situazione divenne drammatica. Infatti, verso la  fine dell’aprile 1918, il governo sovietico ordinò che i Romanov venissero trasferiti a Ekaterinburg, sugli Urali.

Qui la famiglia passò i suoi ultimi mesi di vita, tra angoscia e umiliazione, violenza  e volgarità causate  loro dai futuri carnefici. Tuttavia, lo zar, la moglie, i figli e i domestici rimasti fedeli fino alla morte, dimostrarono gran dignità e una fede così  forte e incrollabile da  placare parzialmente  la violenta ostilità della scorta.

La Ceka, fu costretta a utilizzare nuovi guardiani, principalmente non  russi e ideologicamente più fedeli alla causa. Così, gli ultimi giorni dei prigionieri furono molto duri. La notte tra il 3 e il 4 luglio, i segregati furono svegliati e li fecero  rivestire con la scusa di un nuovo trasferimento. Al pianterreno, però, c’era il plotone d’esecuzione. Lo zar e la sua famiglia affrontarono anche quest’ultima prova con dignità e coraggio, rivolgendo a Dio un’ultima preghiera.

Insieme a Nicola II vennero fucilati la moglie Aleksandra, le figlie Ol’ga, Tat’jana, Mar’ja, Anastaija, l’erede al trono Aleksej, il medico e tre fedeli servitori. Finiti a colpi di baionetta anche chi era sopravvissuto al primo attacco, gli aggressori decisero di occultare i corpi. Furono occultati così bene che, nel tempo, molti fecero finta di essere alcuni degli eredi dello zar. Alla fine, però, i corpi vennero ritrovati.

Il  concilio dei vescovi della Chiesa Ortodossa Russa, il 15 agosto 2000 canonizzò questi santi, dicendo : “Si inseriscano come vittime innocenti nell’assemblea dei nuovi martiri e confessori russi i membri della Famiglia Imperiale: l’imperatore Nicola II, l’imperatrice Aleksandra, l’erede al trono Aleksej, le granduchesse Ol’ga, Tat’jana, Marija e Anastasja.

Nell’ultimo monarca ortodosso russo e nei membri della sua famiglia riconosciamo delle persone che hanno sinceramente desiderato incarnare nella propria vita gli insegnamenti del Vangelo.

Nelle sofferenze durante la prigionia che la Famiglia Imperiale ha sopportato con mansuetudine, pazienza e rassegnazione al martirio a Ekaterinburg la notte del 4 (17) luglio 1918 si è manifestata la luce della fede in Cristo che vince il male; in modo simile essa ha brillato nella vita di milioni di fedeli ortodossi perseguitati per Cristo nel XX secolo”.

Il 19 ottobre 1981, la Chiesa Ortodossa Russa all’estero, aveva canonizzato lo zar Nicola II, la sua famiglia, i servitori ed altri loro  patenti, al loro volta divenuti  vittime dei bolscevichi.

Per saperne di più, rispetto agli altri canonizzati, ecco i nomi e il loro ruolo.

+ 17 luglio 1918 – San Nicola II Romanov zar di Russia;

 Sant’Alessandra Fedorovna – zarina di Russia;

Sant’Alessio Romanov Zarevich;

Sant’ Anastasia Nikolaevna – granduchessa;

Santa Maria Nikolaevna – granduchessa;

Sant’ Olga Nikolaevna – granduchessa;

Santa Tatiana Nikolaevna – granduchessa;

Sant’Eugenio Botkin – medico di corte;

Sant’Alessio Trupp – cuoco;

Sant’Ivan Kharitonov – fante;

Sant’Anna Demidova – domestica.

+ 18 luglio 1918

Santa Elisabetta Fedorovna – granduchessa, monaca;

Santa Barbara Jakovleva – consorella di Elisabetta Fedorovna;

San Sergio Mikhaylovich – granduca;

Sant’Ivan Konstantinovic – granduca;

Sant’Igor Konstantinovic – granduca:

San Costantino Konstantinovic – granduca;

San Vladimiro Pavlovich Paley – principe;

San Fyodor Remez – segretario del granduca Sergio.

+ 4 settembre 1918

Sant’Anastasia Hendrikova – contessa;

Santa Caterina Adolphovna Schneider – insegnante privata.

 Per approfondire, è  possibile consultare questo testo: Henri Troyat ‘Nicola II, L’ultimo zar e la tragica fine dei Romanov’, Paoline Editoriale Libri.

Fonte: Bibliotheca Sanctorum Orientalium e Santiebeati.it

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