Save the Children: in aumento la povertà in Italia

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“Negli ultimi 10 anni, in Italia il tasso di minori in povertà assoluta è quasi triplicato, raggiungendo il picco del 14,2% (quasi 1.400.000 minori). Per scongiurare il rischio che la povertà materiale delle famiglie porti all’abbandono precoce degli studi, è necessario sostenere i percorsi educativi dei bambini, delle bambine e degli adolescenti; ancora di più se si considera l’impatto dell’inflazione e del carovita sui nuclei familiari.

Per assicurare a tutte le bambine, i bambini e gli adolescenti la possibilità di apprendere e di far fiorire i propri talenti e le proprie aspirazioni, abbiamo promosso il progetto ‘DOTi – Diritti ed Opportunità per Tutte e tutti’, attraverso il quale 2.000 minori, dal 2020 al 2023 riceveranno una dote educativa”.

Lo ha denunciato Save the Children, elaborando i dati Istat, sottolineando come il tema della crescita delle diseguaglianze educative sia legato anche all’aumento dell’inflazione degli ultimi due anni che ha generato un aumento dei prezzi al consumo soprattutto per i beni alimentari e i prodotti energetici:

“In Italia, la povertà economica delle famiglie ha un forte impatto anche sui percorsi educativi di bambine, bambini e adolescenti. Nel nostro Paese, infatti, la spesa delle famiglie per l’istruzione è in media molto bassa ed in diminuzione negli ultimi anni, in particolare nei quintili più poveri della popolazione e nelle regioni del Sud.

Una famiglia con minore capacità di spesa (cioè appartenente al quintile con reddito più basso) e residente nel Mezzogiorno, ad esempio, spende in media circa 5 euro al mese per costi legati all’ istruzione dei figli, a fronte dei 33 spesi da una famiglia che vive nella stessa area, ma appartiene al quintile più ricco della popolazione.

La forbice nei consumi educativi tra le famiglie di diverse condizioni economiche si allarga nelle regioni del Nord, dove a fronte di una quota di spesa destinata all’istruzione pari allo 0,6% del totale tra le famiglie in condizioni economiche più deprivate, tale valore raggiunge il 2,2% per quelle più abbienti”.

Dai dati, risulta evidente che “gli aumenti dei prezzi di alcuni beni e servizi hanno determinato un cambiamento in alcune voci di spesa delle famiglie, indicando un aumento delle disuguaglianze educative.

Nel Mezzogiorno le famiglie con minore capacità di spesa hanno ridotto la quota destinata ai prodotti alimentari (passata dal 33% al 31,5%) e aumentato quella destinata alle spese dell’abitazione (dal 39,5% al 41,2%), mentre la quota destinata all’istruzione, che era già la più bassa nel 2020, è diminuita ulteriormente nel 2021, passando dallo 0,5% del totale allo 0,37%.

Anche le famiglie meno abbienti nel Nord del Paese hanno ridotto la quota della spesa per l’istruzione, che è passata dall’1,06% del totale allo 0,57%. Nel Nord, invece, le famiglie appartenenti al quintile più alto hanno sì ridotto le spese per alimentazione e aumentato quelle per abitazione e consumi energetici, ma hanno anche aumentato la quota di spesa destinata all’istruzione”.

Le doti già erogate, da ottobre 2020 a dicembre 2022, sono 1.430, come ha sostenuto Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children per il progetto ‘Doti’: “Il progetto Doti dimostra come un investimento personalizzato in campo educativo produca degli effetti concreti nel ridurre i rischi di dispersione scolastica e nel promuovere i talenti delle bambine, dei bambini e degli adolescenti che vivono in contesti più svantaggiati.

Queste storie testimoniano come le doti educative cambino non solo la quotidianità di bambine bambini, ragazze e ragazzi, ma anche la prospettiva a lungo termine, infondendo autostima e fiducia nel futuro. Stimolano la voglia di impegnarsi e di realizzarsi al di là della situazione familiare o del contesto di partenza”.

Ne è un esempio la storia di Federico, un ragazzo che aveva bisogno di tornare alla sua dimensione di adolescente, schiacciata da tante, troppe responsabilità. Federico è stato beneficiario di una dote che include il materiale didattico necessario per seguire le lezioni scolastiche e i laboratori di cucina, nell’istituto alberghiero che frequenta:

“Mi sono sentito per la prima volta parte della classe e non un macellaio a causa di un vecchio camice che la mamma aveva riadattato come meglio poteva”.

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