Gli ortodossi celebrano la dormizione della Madre di Dio

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La Madonna è chiamata con il termine di ‘Theotokos’, cioè Colei che genera Dio, appellativo che le venne conferito il 22 giugno 431 durante il concilio di Efeso, riunito per discutere la teoria del patriarca di Costantinopoli Nestorio. Questi affermava che non si poteva chiamare Maria con il titolo di Madre di Dio ma solo con quello di Madre di Cristo (Christotokos).

Con il concilio di Efeso si stabilì che Maria era effettivamente la Madre di Dio poiché Cristo stesso era Dio: negandole il titolo di Madre del Signore si sarebbero scisse in modo troppo evidente la natura umana e quella divina del Salvatore, lasciando la figura di Gesù solamente come un uomo che aveva ricevuto un’ ‘ispirazione’ divina. Maria è quindi spesso raffigurata con alcune lettere greche (MP ΘY) sopra il capo: esse sono la riduzione di Μήτηρ Θεοῦ ( Méter Theou) cioè appunto Madre di Dio.

A tal proposito l’esarca apostolico della Grecia, p. Manuel Nin che “la tradizione bizantina celebra come una delle dodici grandi feste la Dormizione della Madre di Dio, il giorno 15 agosto, la celebrazione della sua morte e del suo transito glorioso dalla terra al cielo. I testi della festa hanno un senso mistagogico e catechetico molto forte; infatti, la liturgia è sempre un maestro nella fede dei fedeli, essa è impregnata di elementi che gli istruiscono nelle verità della fede”.

Ed ha messo in evidenza alcuni elementi questo ‘straordinario prodigio’: “Nei testi liturgici troviamo sempre delle immagini contrastanti che assumono una forza speciale nel mettere in evidenza, nel sottolineare, per via di opposizione, la vera e propria comunione, unione tra le realtà terrestri e quelle celesti, e così presentano il sepolcro come luogo di vita, la tomba come scala per il cielo: il luogo di morte e di chiusura diventa luogo di vita e di salita verso l’alto. Troviamo volutamente anche un parallelo tra le immagini possiamo dire ‘pasquali’ riferite a Cristo e quelle in riferimento alla Madre di Dio”.

Nei testi liturgici bizantini la Dormizione della Madonna è una liturgia: “La festa della Dormizione della Madre di Dio è presentata nei testi liturgici e nelle rappresentazioni iconografiche come una vera e propria Divina Liturgia celebrata da Cristo, concelebrata dagli angeli e dagli apostoli, che ha come altare il letto funebre di Maria che viene portata al sepolcro, ed accolta nella gloria da Cristo stesso”.

In conclusione p. Nin mette in evidenza che il tropario (breve preghiera ritmica bizantina) si chiude con l’invocazione affinchè Maria interceda presso Dio: “Il tropario si chiude con una preghiera a Maria affinché diventi sempre colei che intercede per il popolo, la Chiesa:

“Tu dunque, o immacolata Madre-di-Dio, che sempre vivi insieme al tuo Re e Figlio apportatore di vita, incessantemente intercedi perché sia preservato e salvato da ogni attacco avverso il tuo popolo nuovo: ‘noi godiamo infatti della tua protezione, e per i secoli, con ogni splendore, ti proclamiamo Beata’.

Infine, a livello musicale nella celebrazione del vespro della festa, questo è un tropario che alterna gli otto toni musicali della tradizione bizantina che dividono a loro volta il testo liturgico in otto parti, cantando ognuna di queste parti in un tono diverso, dal primo al quinto, dal secondo al sesto, dal terzo al settimo e dal quarto all’ottavo, riprendendo il primo alla fine”.

Ed ecco come un troparo del vespro, attribuito a san Giovanni Damasceno (+749), definisce il mistero della morte e glorificazione di Maria nel mistero stesso di Cristo: “La sposa tutta immacolata e Madre del beneplacito del Padre, colei che da Dio è stata prescelta come luogo della sua unione senza confusione, consegna oggi l’anima immacolata a Dio Creatore: l’accolgono in modo divinamente degno le schiere degli incorporei, e viene trasferita alla vita colei che è veramente Madre della vita, lampada della luce inaccessibile, salvezza dei credenti e speranza delle nostre anime”.

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