4.000 giovani con Rondine: ‘In cammino per la pace’ per annodare insieme le bandiere di Russia e Ucraina

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‘Rondine è un grande simbolo di libertà e pace, mi unisco a questa marcia e cammino con voi’: è stata la voce di Liliana Segre, che ha abbracciato i 4.000 giovani che sabato 19 marzo hanno marciato lungo la strada che da Arezzo arriva fino alla Cittadella della Pace in occasione dell’iniziativa ‘Rondine, in cammino per la pace’.

Nel ringraziare i giovani per la presenza la senatrice a vita ha sottolineato, in collegamento telefonico, il valore della pace: “Miei carissimi ragazzi che oggi siete qui intanto un saluto molto affettuoso da chi ama Rondine e la pace, da chi ha visto la guerra e sa tutti i pericoli che tutti noi corriamo quando c’è qualcuno che perde di vista l’umanità e decide di distruggere e non costruire.

Vi sono vicina e voglio marciare insieme a voi per la pace e vi ringrazio di questa scelta libera. Vorrei abbracciarvi tutti ma siete troppi ed è troppo anche per una nonna come me quindi vi ringrazio e vogliatevi bene come Rondine insegna”.

Promossa organizzata da Rondine Cittadella della Pace e la Consulta Provinciale degli Studenti, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale di Arezzo e con il patrocinio del Comune di Arezzo, la manifestazione ha coinvolto gli studenti di Rondine e delle scuole aretine, insieme ai docenti e ai tanti cittadini che hanno voluto unirsi all’iniziativa, hanno camminato lungo i dieci chilometri che separano la città dal borgo di Rondine, oggi Cittadella della Pace, dove da 25 anni i giovani arrivano dai luoghi di violenze e guerre nel mondo per decostruire l’idea di ‘nemico’ e per formarsi, attraverso il metodo Rondine, ad una nuova cultura di relazione.

Aprendo la manifestazione Franco Vaccari, presidente e fondatore di Rondine Cittadella della Pace, ha sottolineato che la pace si costruisce con il proprio ‘sì’: “La pace la si costruisce con i sì, non con i se, facendo un passo possibile. Dando un sì possibile e insieme e proteggendo tutto questo. Stasera dobbiamo tornare a casa a muovere quelle persone che oggi non ci sono state qui con noi”.

Il presidente ha esortato i giovani ad essere protagonisti della pace: “Oggi sono l’unico adulto che parla, quindi parlo come adulto, come padre, come nonno. Perché tutte le persone che sono qui, anche quelle che abitano le istituzioni hanno accettato che fossero i giovani a parlare e questo è un altro fatto molto importante. Non è un passo indietro è un passo avanti, è una spinta verso quello che oggi abbiamo fatto affinché vada avanti ancora. Ripartendo dai nostri giovani”.

Allora nell’Arena di Janine, inaugurato dalla senatrice a vita in occasione della sua ultima testimonianza a Rondine il 9 ottobre 2020 proprio perché diventasse il luogo in cui la memoria si trasforma in azioni concrete, l’attrice Anna Safroncik, attrice nata a Kiev e naturalizzata italiana, ha narrato nel video messaggio la banalità della guerra:

“L’Ucraina sta attraversando un momento veramente devastante. Sono dilaniate le coscienze. Siamo tutti devastati da questa terribile guerra. Ma quello che voglio dirvi oggi è che visto che questa guerra è una pazzia esattamente come ha detto papa Francesco noi siamo tutti qui uniti per dimostrare che l’unione delle persone che la fratellanza la solidarietà possono vincere su tutto.

Quindi vi prego quando stasera tornerete a casa ricordatevi che avete fatto qualcosa di importante, qualcosa di utile avete dimostrato a voi stessi e al mondo che l’unione, che l’amore delle persone è più forte”.

E sul palco dell’Arena di Janine sono saliti tanti giovani da vari luoghi di conflitto che a Rondine studiano, od hanno studiato per testimoniare l’impegno nel decostruire l’idea del nemico e favorire il dialogo tra i popoli, come quella di Angelina, studentessa russa della World House di Rondine, che ha raccontato la sua infanzia:

“Da bambina ogni estate andavo in Ucraina in vacanza a trovare i miei parenti e adesso loro sono lì, e come loro anche tante altre persone care alla maggioranza dei russi, perché russi e ucraini sono popoli fratelli e tantissimi russi hanno tra i loro familiari degli ucraini, come nella mia famiglia. Questo fatto rende ancora peggiore il conflitto tra Russia e Ucraina. Ed il dolore che sta generando questa situazione è immenso”.

Ed ha testimoniato il dolore provocato da questo conflitto: “Molti russi fanno fatica a capire il perché di quello che sta accadendo e soffrono per il dolore del popolo ucraino. La paura è tanta. Io ho paura. Tutti hanno paura. E la paura rischia spesso di creare un nemico. Vedo che anche qui in Europa sta nascendo l’idea del nemico russo. Ma invece voglio dire che siamo tutti vittime perché i conflitti armati toccano sempre entrambe le parti”.

Ma l’Europa è stata dilaniata anche dal conflitto nell’ex Yugoslavia, come ha testimoniato Sara, bosniaca ed ex-studentessa della World House di Rondine: “La situazione che vediamo svelarsi in Ucraina, devo dire che mi fa male il cuore e l’anima. I sentimenti si sono scatenati di nuovo per chiunque provenga da realtà simili.

Ma noi siamo la generazione della pace. Abbiamo visto e sappiamo come ci si sente a perdere i propri cari, ad avere case e città distrutte, a non avere possibilità di istruzione o di giocare.

Sappiamo delle famiglie sfollate e degli sforzi per l’amore e la pace che sono stati rovinati. E non vogliamo che un’altra generazione ne sia testimone, perché fa troppo male. Nessun essere umano, indipendentemente dalla nazionalità, etnia, religione o razza, lo merita”.

La costruzione della pace è un processo quotidiano: “Costruire la pace è un processo lungo anche dopo la fine di una guerra. Richiede l’impegno di tutti: governi, società civile, amministratori locali, leader religiosi che hanno lo stesso obiettivo: quello di far riconciliare comunità divise”.  

Ed ha chiesto agli studenti di sostenere la pace in Ucraina: “A tutto il popolo ucraino colpito dalla guerra siamo qui per sostenere voi e i vostri sforzi che fate per ricostruire le vostre vite e il vostro Paese. Perché anche se il mondo ha chiuso gli occhi molte volte di fronte ai conflitti, noi a Rondine li abbiamo spalancati.

Allo stesso tempo manifestiamo il nostro sostegno agli studenti russi di Rondine e a tutti i giovani russi che stanno dicendo no alla guerra, perché i loro gesti mostrano la loro volontà di creare un mondo pacifico e senza conflitti”.

Al termine della manifestazione il presidente Vaccari ha annunciato i prossimi impegni concreti di Rondine: “Faremo pervenire nelle prossime ore, in forma scritta, agli Ambasciatori della Russia e dell’Ucraina la richiesta di un ‘cessate il fuoco’ immediato attraverso una lettera dei giovani di Rondine che portano l’abbraccio morale e l’impegno di tutti i presenti…

Costituiremo un gruppo permanente di giovani delle scuole della città e della Provincia di Arezzo, intimamente collegato ai giovani della World House e del Quarto Anno di Rondine, inteso come presidio dei processi di pace”.

La manifestazione è stata realizzata grazie alla collaborazione di Croce Bianca, Misericordia, Associazione vigili del fuoco in congedo, ISIS Valdarno Didattica Digitale Integrata; ed i partner tecnici Casa Mania Tappezzeria, Ardi giardini, Unicoop Firenze, Drone Arezzo Srl, Largabanda, Fiordì, Lina Giorgi, Trenti vivai.

(Foto: Rondine-Cittadella della Pace)

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