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Da Pescara un impegno condiviso contro l’odio, per rammendare il mondo

Con grande entusiasmo e partecipazione si è concluso il GariwoNetwork 2024, evento che ha riunito centinaia di persone a Pescara, presso l’Auditorium Flaiano e gli spazi dell’Aurum, per due giornate di riflessione, dialogo e impegno. Una manifestazione che, partendo dal tema del ‘rammendare il mondo’, ha chiamato a raccolta giovani, educatori, intellettuali e referenti della rete internazionale dei Giardini dei Giusti per confrontarsi su come affrontare le sfide del nostro tempo: divisioni, odio, ingiustizie e crisi ambientale.
I rappresentanti di oltre 80 giardini dei Giusti (compresi quelli in Ruanda e Polonia) e circa 700 persone che hanno assistito alla plenaria e a gli altri momenti della due-giorni hanno vissuto un GariwoNetwork storico per tanti motivi, tra cui:
a) la prima volta lontano da Milano, in un’area culturalmente sempre più viva come quella della costa abruzzese, dove i partecipanti sono stati accolti in maniera encomiabile dal Comune di Pescara e dal suo sindaco, dalla Fondazione PescaraAbruzzo e da tutte le persone coinvolte nell’organizzazione. A Pescara – grazie anche all’instancabile lavoro di Oscar Buonamano, consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e ambasciatore di Gariwo proprio nella città abruzzese, nascerà un nuovo Giardino dei Giusti che fungerà da raccordo per tante altre realtà del centro-sud intenzionate ad entrare nella rete di Gariwo;
b) durante il Network di Pescara è stato firmato un memorandum d’intesa tra l’Ufficio del Consigliere speciale delle Nazioni Unite per la prevenzione del genocidio e la Fondazione Gariwo: da oggi lavoreranno congiuntamente per prevenire i genocidi attraverso progetti educativi e i Giardini dei Giusti.
L’evento si è aperto nell’Auditorium Flaiano con una plenaria di grande intensità. Le parole di benvenuto del sindaco di Pescara, Carlo Masci, hanno evocato la metafora del pescatore che, all’alba, ricuce le reti strappate per continuare a pescare: un’immagine perfetta per descrivere il lavoro quotidiano dei Giusti, che curano le ferite dell’umanità. Il presidente della Fondazione Gariwo, Gabriele Nissim, ha inviato un messaggio di grande significato, nonostante la sua assenza per motivi di salute:
“Oggi viviamo in un mondo in crisi un mondo che ha perso l’idea di collaborazione, segnato dal ritorno di nazionalismi e autocrazie. I Giardini dei Giusti, oggi, possono essere la base per ricostruire una nuova utopia, come è accaduto nel passato. Non sono monumenti, ma strumenti educativi per prevenire quegli strappi che poi, con fatica, vanno rattoppati”.
Le parole di Alice Wairimu Nderitu, special adviser delle Nazioni Unite per la prevenzione dei genocidi, hanno arricchito ulteriormente il dibattito. Sebbene impossibilitata a partecipare, ha inviato un messaggio, letto da Simona Cruciani, in cui ha ricordato il potere universale dei Giusti. “I Giusti – ha scritto Nderitu – con le loro azioni riuniscono e aggiustano le parti spezzate del mondo, ispirando il bene in luoghi anche molto lontani da noi. I principi su cui si fonda il concetto di Giusto sono universali e ci rimandano alla Carta delle Nazioni Unite, alla Convenzione per la Prevenzione e la Punizione del Crimine di Genocidio e alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”.
La mattinata si è conclusa con la partecipazione appassionata degli studenti, che hanno rivolto numerose domande agli ospiti presenti, dimostrando un forte interesse per il ruolo dei Giusti e il loro valore educativo. Nel pomeriggio, i workshop intitolati “La scelta” hanno esplorato temi cruciali come i Giusti dell’ambiente, i Giusti dello sport e la filosofia dei Giusti. Filippo Giorgi, climatologo e premio Nobel per la Pace nel 2007 con IPCC, ha sottolineato che “non c’è giustizia sociale senza giustizia ambientale”, mentre Joanna Borella, allenatrice e presidente di A.S.D. Bimbe nel Pallone, ha raccontato come smontare il razzismo nello sport, promuovendo inclusione e abbattendo pregiudizi. Chiudendo la giornata, Erminio Maglione, ricercatore in Storia della filosofia, ha spiegato qual è la filosofia dei Giusti: “Il Giusto è un silenzioso quanto pervicace presidio contro gli orrori che possono nascere nell’uomo”.
La seconda giornata ha visto i lavori proseguire presso l’Aurum, con il laboratorio dedicato ai referenti della Rete dei Giardini dei Giusti. Grazie alla guida esperta dei facilitatori di JoyLab, i partecipanti hanno discusso e condiviso buone pratiche per rafforzare la rete globale dei Giardini. Questo momento di scambio ha rappresentato una straordinaria opportunità per generare nuove idee e sinergie.
Nel pomeriggio, la tavola rotonda conclusiva, intitolata “Ogni persona può rammendare il mondo”, ha riunito ospiti di spicco: Eraldo Affinati, scrittore e cofondatore della scuola Penny Wirton; Simona Cruciani delle Nazioni Unite; Claudia Mazzucato, docente di Diritto penale; Franco Vaccari, presidente di Rondine Cittadella della Pace; e Nicola Mattoscio, presidente della Fondazione Pescarabruzzo. Moderati da Oscar Buonamano, gli interventi hanno intrecciato storie, riflessioni e testimonianze che hanno toccato profondamente il pubblico.
Eraldo Affinati ha ricordato che ‘non dobbiamo idealizzare il Giusto’, portando esempi di ragazzi ordinari che, con azioni concrete, rammendano il tessuto sociale: Michelle, una giovane madrelingua che insegna italiano a minori non accompagnati, e Giorgio, uno studente ribelle che si trasforma in un pedagogo nei progetti della Penny Wirton. Per Affinati, è fondamentale riconoscere e valorizzare chi si assume responsabilità in contesti difficili.
Claudia Mazzucato ha parlato del legame tra Giusti e giustizia riparativa, definendo quest’ultima come ‘un rammendo che unisce i lembi spezzati, tessendo relazioni, persino tra nemici’. Ha ammonito contro i pericoli del giustizialismo, sottolineando che ‘anche la giustizia, se portata all’estremo, può diventare radicalizzazione’.
Franco Vaccari ha presentato il lavoro di riconciliazione di Rondine, ricordando che “finché l’altro è solo un nemico non si rammenda niente, perché non ci consideriamo della stessa stoffa. Dire sì alla pace è la vera svolta per il cambiamento”.
L’evento si è chiuso con l’intervento di Martina Landi, direttrice generale di Gariwo, che ha portato i saluti del presidente Nissim, assente per motivi di salute, e ha ringraziato tutti i partecipanti per aver contribuito a due giorni di straordinaria intensità: “Il Giusto non giudica, non soppesa. Il Giusto cura. Ed è grazie a questa cura che possiamo costruire un mondo migliore”.
In apertura lo storico Marcello Flores ha descritto le caratteristiche dei discorsi dell’odio: “Ecco, i discorsi di odio oggi hanno le stesse caratteristiche: si fondano al tempo stesso su un’idea di inevitabile discriminazione; su una convinzione che non è di tutti, ma solo di poche minoranze, ma che contagia anche una maggioranza. Lo vediamo, cresce il razzismo, cresce l’antisemitismo e crescono anche tutte quelle forme di odio e avversione verso gruppi di persone ritenute responsabili del nostro disagio o dei nostri mali collettivi.
Questi sentimenti vengono, poi, cavalcati anche dai Governi e dai singoli politici. Anche del nostro Paese, ci sono esponenti politici che, a volte, usano esattamente le stesse parole, pur con qualche piccola modifica, che Hitler aveva usato nel Main Kampf contro gli ebrei. E queste parole d’odio le rivolgono a determinati gruppi di persone”.
Contro tali discorsi le azioni che ognuno può intraprendere: “Ognuno di noi può fare qualcosa, ognuno di noi, nel proprio quotidiano, a partire dalla propria famiglia, nel proprio mondo di lavoro, quando incontriamo altre persone, ma ancora di più quando siamo sui social. È possibile e doveroso intervenire ogni volta che c’è un accenno, anche solo un accenno da parte di qualcuno, a un linguaggio d’odio. Questo è fondamentale, perché, se non c’è questa reazione immediata che mette alla berlina coloro che fanno queste affermazioni, il rischio è che invece, poi, quelle affermazioni si propaghino”.
(Foto: Gariwo)
E’ il giorno della marcia della pace a Rondine

Rondine si mette in marcia per disegnare il suo ennesimo scenario di pace: domani 30 maggio alle ore 9.30 con ‘Rondine in cammino per la pace’, un serpentone di partecipanti in arrivo da mezza Italia scatterà dal parcheggio dell’ex Ipercoop: percorrerà la Setteponti, completamente chiusa al traffico al passaggio dei marciatori, attraverserà Ponte Buriano e salirà fino al colle della cittadella. Decine di volontari mobilitati e oltre 30 scuole che hanno dato il loro sì. L’anno scorso oltre 4000 persone avevano partecipato all’evento, ancora una volta senza simboli, sigle o bandiere, solo striscioni con messaggi di pace e dialogo.
Tra i presenti annunciata quella del sindaco di Firenze Dario Nardella, con una nutrita delegazione dalla sua città, del sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli e del Vescovo Andrea Migliavacca. Tutto sempre senza insegne di partiti o vessilli, secondo le linee del metodo Rondine “per abbracciare quei giovani coraggiosi che scegliendo Rondine rinunciano all’odio per il nemico, la forza del nonostante che lavora per preparare il giorno dopo a partire dal ricucire le ferite e prendendosi cura del dolore dell’altro” ricorda il Presidente di Rondine, Franco Vaccari.
Per la sola giornata di giovedì 30 maggio al fine di favorire la partecipazione alla marcia per la pace, sarà disponibile gratuitamente il servizio navette: dalle ore 8.00 alle ore 9.15 al Terminal della Stazione in Viale Piero della Francesca di Arezzo ci saranno dei bus di linea di Autolinee Toscane che accompagneranno i partecipanti al punto di partenza della marcia (Viale G. Amendola 15, Arezzo – Parcheggio Ipercoop). Dalle ore 12:30 alle ore 19:00, da Rondine sarà attivo un servizio di bus navetta che consentirà ai partecipanti di salire alla Cittadella parcheggiando a Ponte Buriano ma anche rientrare all’Ipercoop di Arezzo o al Terminal della Stazione.
Alla partenza sarà indicata la direzione della navetta. La marcia apre Youtopic Fest, una tre giorni ricca di personaggi ed incontri. Protagonista assoluta la senatrice Liliana Segre: all’arrivo della marcia saranno inaugurate le nuove strutture dell’Arena di Janine, realizzate raccogliendo la sua testimonianza della sua permanenza ad Auschwitz e il messaggio contro l’indifferenza che ha affidato ai giovani di tutto il mondo a partire da quelli di Rondine.
Strutture rese possibili grazie all’Associazione Nazionale Alpini che ha donato diecimila ore di lavoro per la sua costruzione ma anche la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, ABOCA, la Provincia Autonoma di Trento / Trentino Marketing, Eusider Group, Regione Toscana, GIACCA Costruzioni Elettriche, Gruppo ITALCER, Fondazione Giuseppe e Adele Baracchi, Fondazione Vincenzo Casillo, Vigiani, Chryso Italia, Alterini, Chimet, Roberta Cipriani Artist, AISA Impianti, Domus Petra. La senatrice a vita Segre porterà il suo saluto e il figlio Alberto Belli Pace sarà presente alla inaugurazione con il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e il un rappresentante della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti e l’artista Roberta Cipriani che presenterà l’opera “L’Albero della Vita” che sarà esposta nell’Arena.
Alcuni studenti di Rondine, che ospita oggi anche giovani russi e ucraini, chiuderanno con la loro testimonianza la mattinata. Poi eventi no stop tra formazione e solidarietà e in serata l’arrivo di due protagonisti: Pif, attore e regista intervistato alle 18.30 da Sergio Valzania, e Claudio Bisio. Bisio presenterà alle 20.30 il suo primo film da regista, ‘L’ultima volta che siamo stati bambini’: alla fine del film il dialogo e il confronto con il pubblico.
Tra i numerosi appuntamenti della giornata, tanti workshop dedicati soprattutto ai ragazzi, per imparare a praticare il metodo Rondine attraverso attività artistiche sportive e culturali. Tra questi alle ore 15.00 ‘GREEN IT UP! Giovani e comunità educanti protagonisti della transizione ecologica’. Promosso da Istituto Oikos, grazie al sostegno di AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Inoltre ‘La valutazione a scuola: necessità e problemi’, che vedrà protagonista la classe quinta della Sezione Rondine del Liceo Scientifico Redi di Arezzo, classe che conclude il suo per percorso scolastico nella sperimentazione della Sezione Rondine.
Per restare in tema alle ore 17.00 si prosegue con il panel dedicato alla scuola, ‘Le sfide della scuola nell’epoca digitale’. Tra i protagonisti Alex Corlazzoli, maestro, giornalista e scrittore, Johnny Dotti, pedagogista, scrittore e imprenditore sociale, Daniela Lucangeli, professoressa di Psicologia dello sviluppo all’Università di Padova e presidente di Mind 4 Children, Marco Paschina Imprenditore nel campo dell’educazione, Caterina Grandi, ex studentessa di Rondine, Anna Martini, giornalista.
Questo è YouTopic Fest 2024 che terrà banco a Rondine fino a sabato 1 giugno con un cartellone serrato. Scopri il programma e iscrivi per partecipare gratuitamente https://youtopicfest.rondine.org/. Il festival è realizzato con il patrocinio di: Regione Toscana, Consiglio Regionale della Toscana, Provincia di Arezzo, Comune di Arezzo, Comune di Castiglion Fibocchi e Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, Unione dei Comuni del Pratomagno.
Con il contributo di Tutela Legale, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Istituto per il Credito Sportivo. Con il sostegno di Estra S.p.A., Chimet, Camera di Commercio Arezzo Siena, BDC School, COINGAS S.p.A.
In collaborazione con Festival dei Cammini di Francesco, Sustainability Award, Solea, BARTLEBYFILM, Medusa Film, Fondazione il Cuore si scioglie, Unicoop Firenze, Coldiretti Arezzo, Anna Lindh Foundation, Sugar, Castiglione del Cinema, Fattoria La Vialla, Fondazione Arezzo InTour, D.O.G. Operatori di strada. Con la media partnership di QN-La Nazione, Famiglia Cristiana, Vatican News, Radio Vaticana.
Giovani ‘nemici-amici’ contro l’odio: il messaggio di pace di Rondine riparte da Firenze

Nel Salone dei Cinquecento, studenti ed ex studenti della Cittadella hanno accesso la fiaccola della speranza. Un israeliano e un palestinese, una giovane russa e un’ucraina a dialogo per costruire la pace. Un messaggio difficile, forte e necessario: ‘Il vero nemico è la guerra’.
E’ quello che dal Salone dei Cinquecento, in occasione dell’evento promosso dal Comune di Firenze, hanno lanciato gli studenti ed ex studenti di Rondine Cittadella della Pace, raccogliendo il testimone ideale di Giorgio La Pira. E’ la pace, appunto, l’unica speranza per un futuro che possa definirsi tale, non solo per noi ma, soprattutto, per le generazioni future, quelle che a Rondine crescono secondo un Metodo che insegna ad affrontare i conflitti e alla convivenza con il ‘nemico’.
E sono stati proprio gli studenti ed ex studenti della Cittadella, intervistati da Agnese Pini, direttrice dei quotidiani QN, e accompagnati dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, e da Franco Vaccari, fondatore e presidente di Rondine, a ricordare alla platea, numerosa, attenta e silenziosa, l’importanza di un messaggio difficile da veicolare in questi tempi di guerre:
“Siamo fratelli e sorelle, fratelli e sorelle che provengono da Paesi in guerra – ha sottolineato Salomon, studente maliano della Cittadella della Pace, laureato in Ingegneria biologica che ha affrontato uno dei tanti conflitti dimenticati su cui Rondine lavora da ventisei anni –, e più si scopre l’altro più si vede sé stessi», evidenziando come la pace sia un percorso relazionale che inizia dentro di sé prima che con gli altri”.
“Un aspetto del dolore immenso che proviamo è legato alla perdita della speranza e della capacità di provare empatia con l’altro. Questa è la tragedia della guerra, una corruzione morale e umana di tutti che porta a giustificare, normalizzare, razionalizzare la violenza, la morte e la distruzione reciproca. E quando non sentiamo il dolore dell’altro siamo meno umani e questo ci porta a cercare di giustificare razionalmente quello che vediamo tutto intorno”, ha affermato Noam, ex studente israeliano di Rondine, oggi Project manager del Quarto Anno, formatore e divulgatore presso gli studenti italiani del Metodo Rondine.
E Loai, primo studente palestinese di Rondine, ha ricordato: “Le guerre non servono a nessuno. Sono uno strumento violento per toglierci la vita. Gli ostaggi, le stragi, i bambini uccisi. Questo dolore iniziato nel passato dura ancora. E finché non finirà questa maledetta guerra è difficile avere speranza. Quando sarebbe bellissimo vivere senza dolore e pensare che la vita sia di tutti e si possa vivere insieme”.
Esprimendo entrambi tutte le difficoltà di un dialogo che solo a Rondine ha trovato il suo ‘genius loci’. E cambiando scenario e latitudine ci accorgiamo che non cambia ciò che la guerra provoca dentro coloro che si ritrovano da una parte e dall’altra della barricata senza avere scelto di starci: “Quando lo staff di Rondine mi ha chiesto chi considerassi il mio ‘nemico’, ho risposto che forse io stessa avrei potuto essere vista come una ‘nemica’ dagli ucraini. Personalmente, non considero nessuno come ‘nemico’”, ha affermato la studentessa russa Sabina, laureata in Pedagogia e Lingue, arrivata a Rondine nell’estate del 2022.
Così come Kateryna, studentessa ucraina, laureata in Scienze politiche, arrivata nella Cittadella della Pace pochi mesi dopo lo scoppio della guerra: “Ci sono esperienze e parole che io vorrei cancellare. L’ho fatto per molto tempo dopo l’inizio della guerra in Ucraina. A Rondine, invece, sto imparando ad accettarle ogni giorno. Perché quando le si accetta, si sopravvive. Quando le si nomina ad alta voce, ci si rende conto. Quando si sopravvive e si comprende, si va avanti”, un passo possibile dopo l’altro verso la pace.
Mentre Sabina ha rammentato l’importanza delle relazioni, attraverso le quali si accetta il ‘nemico’: “Non ho fiducia nella diplomazia, ma credo nelle relazioni personali, nei casi particolari come quello tra Kateryna e me. Rondine è unica, e spero che anche le generazioni future siano in grado di coltivare relazioni simili. Perché le nostre parole e le nostre azioni hanno un peso. Possiamo prenderci la responsabilità di quello che facciamo. Noi siamo importanti, anche quando il mondo sembra troppo grande”.
E Loai, a questo proposito, ha voluto ricordare le parole di papa Francesco: “Durante la sua visita in Terra Santa nel 2014 disse: ‘Abbiamo bisogno di abbattere i muri e costruire ponti di pace’. Ecco il perdono, cancellare l’odio, trovare punti di incontro sono tutti metodi utili per convivere in pace e, soprattutto, con diritti e doveri uguali in dignità”.
E solo guardando al futuro, solo immaginando la pace si può trovare la forza di costruire quei ponti: “Ho scoperto che c’è un’intimità unica tra ‘nemici’. Solo loro possono davvero capire la mia esperienza, il mio dolore. Parlare con loro mi salva. Mi impedisce di perdere la mia umanità. Ed è anche per questo che luoghi come Rondine saranno essenziali per il giorno dopo, noi oggi qui prepariamo il terreno per quando si dovrà iniziare a ricostruire insieme, a dialogare, riconciliare. Prepariamo i ponti per quel giorno. Lo facciamo consapevoli della fatica, consapevoli dei rischi, ma spero che lo faremo con coraggio: per i nostri figli e per i giovani del domani”», ha concluso Noam.
Franco Vaccari, fondatore e presidente di Rondine, luogo che da più di venticinque anni lavora per la pace, ha voluto ricordare il senso del passo possibile: “A Rondine diciamo che, pur non essendo colpevoli, tutti siamo responsabili. Anche se subiamo un’ingiustizia, infatti, possiamo decidere di non rispondere con l’odio. Questi giovani ci insegnano che si può trasformare il dolore in fiducia, perché la fiducia fa arretrare l’odio, e tutti possiamo metterci in gioco. Grazie, quindi, al sindaco e al Comune di Firenze per questo momento che regala un passo di speranza, soprattutto a questi giovani”.
Per l’occasione Rondine Cittadella della Pace ha lanciato una raccolta fondi per sostenere due borse di studio che coprono il percorso formativo di due studenti ‘nemici’ e poter continuare il proprio lavoro nel profondo degli animi umani, in un momento di emergenza globale. I versamenti possono essere effettuati con bonifico IT 74 D 05018 02800 000011483518 o nel sito https://rondine.org/fondo_solidarieta/.
Un atto di speranza che si concluderà con YouTopic Fest, il Festival internazionale sul conflitto, che si svolgerà a Rondine i prossimi 30-31 maggio e 1° giugno, il cui focus è la fiducia. Festival che, anche questa volta, sarà aperto dalla marcia della pace che l’anno scorso ha visto coinvolti 4.000 studenti provenienti da tutta Italia. Un momento di riflessione sui conflitti che sono tutt’intorno a noi, nella vita di tutti i giorni, su come affrontarli e su come lavorare su noi stessi, grazie al Metodo Rondine, per pensare insieme un mondo migliore.
Le conclusioni dell’incontro, realizzato in media partnership con Famiglia Cristiana e QN-La Nazione, nelle parole del sindaco di Firenze e di Agnese Pini, direttrice dei quotidiani QN: “Mi auguro che tutti ascoltino le voci di questi ragazzi che da Firenze, nel Salone dei Cinquecento, dove oltre 50 anni fa furono avviati i Colloqui del mediterraneo grazie alla lungimiranza del sindaco Giorgio La Pira, vogliono parlare di pace.
Oggi, grazie a questo incontro, riusciamo a ‘spezzare l’odio’, come ha detto il fondatore di Rondine Franco Vaccari, che ringrazio per aver perseguito questo sogno di portare a Firenze lo straordinario messaggio contro la guerra che viene perseguito da trent’anni nella sua piccola, grande, città. Ascoltiamo le voci di questi ragazzi, oggi più che mai con due guerre così drammatiche alle porte dell’Europa. Sono le voci dei Paesi coinvolti nei conflitti, le voci di giovani che dimostrano che un mondo diverso è possibile e anche noi dobbiamo lavorare per renderlo realtà”, ha concluso il sindaco.
(Foto: Rondine – Cittadella della Pace)
Andate avanti, continuate così!: l’incoraggiamento di papa Francesco ai giovani di Rondine

All’udienza generale di mercoledì scorso papa Francesco ha incoraggiato i giovani ‘cittadini’ di Rondine, rivolgendo un pensiero di gratitudine: “Accolgo con affetto i giovani di Rondine Cittadella della Pace, accompagnati dal vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, mons. Andrea Migliavacca. Un pensiero grato per quanti, venendo dall’Ucraina e dalla Russia e da altri Paesi di guerra, hanno deciso di non essere nemici, ma di vivere da fratelli. Il vostro esempio possa suscitare propositi di pace in tutti, anche in coloro che hanno responsabilità politiche”.
Avviate 15 sezioni Rondine: la scuola si rigenera con il Metodo per la trasformazione del conflitto della Cittadella della Pace

E’ suonata la prima campanella per 15 classi di 13 scuole di tutta Italia che da quest’anno hanno attivato la Sezione Rondine, un triennio scolastico sperimentale che ogni istituto scolastico superiore può scegliere di attivare insieme a Rondine che oggi mette a disposizione della scuola italiana il suo Metodo sulla trasformazione creativa dei conflitti.
4.000 giovani con Rondine: ‘In cammino per la pace’ per annodare insieme le bandiere di Russia e Ucraina

‘Rondine è un grande simbolo di libertà e pace, mi unisco a questa marcia e cammino con voi’: è stata la voce di Liliana Segre, che ha abbracciato i 4.000 giovani che sabato 19 marzo hanno marciato lungo la strada che da Arezzo arriva fino alla Cittadella della Pace in occasione dell’iniziativa ‘Rondine, in cammino per la pace’.
Debre Libanos: la strage dei cristiani

Ancora nuove foto inedite documentano la strage di Debre Libanos, in Etopia, il più grande massacro di religiosi e fedeli cristiani avvenuto in Africa, tra il 21 e il 29 maggio 1937, quando monaci, preti e pellegrini ortodossi, radunati nel monastero di Debre Libanos per la festa dell’Arcangelo Mikael e di san Tekle Haymanot, sono stari trucidati dalle truppe fasciste, comandate dal generale Pietro Maletti, dietro un preciso ordine del viceré Rodolfo Graziani come ritorsione per l’attentato subìto a febbraio e nel quale il viceré riteneva i monaci collusi.