Epifania: Dio si manifesta ai popoli

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L’Epifania è la festa della Chiesa, festa della vocazione missionaria della Chiesa e dell’universalità della Fede. La festa della Chiesa una e cattolica. Con Abramo si era data vita al popolo ebreo, popolo di Dio, caratterizzato dal ‘monoteismo’: credo in un Dio uno e unico ed Israele è il suo popolo. Con l’incarnazione del Verbo e la nascita di Gesù a Betlemme la benedizione che Dio diede ad Abramo e alla sua discendenza si è estesa a tutta l’umanità.

Nel Natale una grande luce è scesa sulla terra e da Betlemme si è irradiata su tutto il mondo, questa Luce attraverso gli Angeli è apparsa ai pastori che, appresa la notizia della nascita del salvatore, accorsero alla grotta mentre gli Angeli lieti cantavano: ‘Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace agli uomini amati dal Signore’.

Nello stesso tempo la luce apparve in Oriente. Era una stella cometa; una luce che indica un messaggio per i popoli, conforme alle aspettative annunziate nei secoli precedenti dai profeti: sorgerà una stella in Israele.

L’Epifania è l’evento che oggi la Chiesa celebra mostrando Gesù Eucaristia: ‘Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati dal mondo’. A cogliere questo evento allora furono i Magi, studiosi delle stelle, astronomi, che individuarono nella stella comparsa la realizzazione dell’insegnamento profetico e subito si sono diretti alla volta della Palestina, convinti che questa luce è un messaggio divino, annuncio della nascita del Re dei Re.

I Magi, come una volta Abramo, escono dalla loro terra e si dirigono verso una terra sconosciuta seguendo il segno celeste. L’arrivo dei Magi a Betlemme, per adorare il neonato re dei Giudei, è il segno eclatante della manifestazione di Gesù come Re universale, Re di tutti i popoli.

L’arrivo dei Magi è un movimento di amore e di unione, opposto a quello nell’antichità avvenuto con la costruzione della torre di Babele, quando gli uomini nella loro superbia vollero costruire  una torre alta sino al cielo e Dio confuse le loro lingue e dovettero disperdersi;

Betlemme è il richiamo del popolo di Dio: (i Pastori) e dei popoli pagani (i Magi, che vengono dall’Oriente); si passa così dalla confusione alla comprensione, dalla dispersione alla riconciliazione; è il richiamo che ci ricorda la Pentecoste e il dono delle lingue: l’apostolo parla e ciascuno lo comprende nella propria lingua.

I Magi sono la primizia della chiamata alla Fede, sono i primi pagani a ricevere l’annuncio della rivelazione dell’amore di Dio per l’umanità. La Liturgia oggi evidenzia l’Epifania, la manifestazione  dell’azione missionaria della Chiesa che, per volere divino, mira a condurre l’uomo verso Cristo Gesù, il salvatore dell’umanità.

I Magi sono i veri cercatori di Dio; camminano sulla terra guardando il cielo; la meta del viaggio è chiara, essi infetti chiedono: ‘Dove è nato il Re dei Giudei?’ E’ la stessa espressione che diventa ‘capo di accusa’ portata avanti dai Sommi Sacerdoti e dai Capi del popolo contro Gesù davanti a Ponzio Pilato: ‘Dice di essere re; noi non abbiamo altro re che Cesare!’

Oggi Gesù si rivela ai popoli e nella persona dei Magi vengono ad adorarlo. Partiti poi da Gerusalemme, mentre si avviano verso Betlemme, ricompare la stella, che si ferma dove era il Bambino Gesù. I Magi si rallegrarono ed, entrati, offrirono  i loro doni: oro, incenso e mirra.

L’Epifania che oggi celebriamo è la manifestazione di Gesù presente in noi ogni volta che celebriamo la Messa e ci avviciniamo alla Comunione. Infatti è lo stesso Gesù che nacque a Betlemme. I Maggi si inginocchiano ed adorano lo stesso Dio che noi adoriamo nell’Eucaristia:

I Magi videro il bambino Gesù con Maria, sua madre, e Giuseppe e adorarono il Figlio di Dio incarnato; nell’Eucaristia vediamo il Pane e il Vino, frutto del lavoro dell’uomo, e sotto quelle apparenze adoriamo il Figlio di Dio incarnato per amore e presente sempre in mezzo a noi.

L’Eucaristia, la Messa che celebriamo, è la suprema Epifania che si ripete, dove Gesù, vero Dio e vero uomo, mostra all’umanità il suo amore ed invita: “siete stanchi, affaticati, venite a me ed io vi ristorerò.

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