Rapporto Caritas: più nuovi poveri in Val d’Aosta

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Uno spaccato dei volti e delle storie di povertà in tempo di pandemia: è quanto è emerso dal Rapporto di Caritas Italiana su povertà ed esclusione sociale, ‘Oltre l’ostacolo’, che ha l’obiettivo di evidenziare, a partire dalle situazioni e dalle storie incontrate sul territorio, elementi di prospettiva e di speranza. Esempi di risposta e resilienza, da parte di tanti attori, pubblici e private e in particolare delle comunità locali, capaci di farsi carico delle situazioni di marginalità e vulnerabilità affiorate durante la pandemia.

In dodici mesi (nel 2020) la rete Caritas, potendo contare su 6.780 servizi a livello diocesano e parrocchiale, e oltre 93.000 volontari a cui si aggiungono circa 1.300 volontari religiosi e 833 giovani in servizio civile, ha sostenuto più di 1.900.000 di persone. Di questi il 44% sono ‘nuovi poveri’, persone che si sono rivolte al circuito Caritas per la prima volta per effetto, diretto o indiretto, della pandemia.

Disaggregando i dati per regione civile si scorgono alcune importanti differenze territoriali che svelano quote di povertà ‘inedite’ molto più elevate; tra le regioni con più alta incidenza di ‘nuovi poveri’ si distingue la Valle d’Aosta (61,1%,) la Campania (57,0), il Lazio (52,9), la Sardegna (51,5%)e il Trentino Alto Adige (50,8%).

Ma la crisi socio-sanitaria ha acuito anche le povertà pre-esistenti: cresce anche la quota di poveri cronici, in carico al circuito delle Caritas da 5 anni e più (anche in modo intermittente) che dal 2019 al 2020 passa dal 25,6% al 27,5%; oltre la metà delle persone che si sono rivolte alla Caritas (il 57,1%) aveva al massimo la licenza di scuola media inferiore, percentuale che tra gli italiani sale al 65,3% e che nel Mezzogiorno arriva addirittura al 77,6%.

Il 64,9% degli assistiti dichiara di avere figli; tra loro quasi un terzo vive con figli minori; e rispetto alle condizioni abitative, oltre il 60% delle persone incontrate (63%) vive in abitazioni in affitto; il 5,8% dichiara di essere privo di un’abitazione, il 2,7% è ospitato in centri di accoglienza.

Le persone senza dimora incontrate dalle Caritas sono state 22.527 (pari al 16,3% del totale), per lo più di genere maschile (69,4%), stranieri (64,3%), celibi (42,4%), con un’età media di 44 anni e incontrati soprattutto nelle strutture del Nord.

Delle persone sostenute dal circuito Caritas, oltre un terzo (il 37,8%) è supportato anche da alcuni servizi pubblici con i quali a volte le Caritas sui territori svolgono un lavoro sinergico e coordinato soprattutto in questo tempo di criticità. Una persona su cinque (19,9%) di quelle accompagnate nel 2020, dichiara di percepire il Reddito di Cittadinanza (RdC).

Il capitolo su usura e sovra-indebitamento, curato dalla Consulta nazionale Antiusura ‘Giovanni Paolo II’, dimostra che già prima della pandemia almeno due milioni di famiglie sopportassero debiti non rifondibili a condizioni ordinarie.

La vulnerabilità all’indebitamento patologico e all’usura si proietta sullo sfondo della recessione economica e della povertà assoluta, che hanno conosciuto un netto incremento a causa della pandemia. Basti pensare che nelle province dichiarate ‘zona rossa’ per tempi più prolungati, il reddito si è ridotto di oltre il 50% per un nucleo familiare ogni 20, mentre solo un piccolo gruppo di privilegiati (2,6%) ha visto aumentare il proprio reddito.

Il Rapporto contiene anche uno studio sugli effetti della pandemia su 4 aree di interesse turistico: Assisi, Ischia, Riva del Garda e Venezia. Bastano alcuni dati per ognuna di queste realtà a far comprendere il quadro della situazione. Solo ad Assisi città e frazioni, tra giovani laici e religiosi, la Chiesa locale ha messo a disposizione da giugno 2020 a inizio 2021 circa 7200 ore di volontariato per servizi assistenziali, empori e attività di distribuzione.

A Ischia il 70% degli operatori del turismo non lavora. Nel 2019 la Caritas sfamava 500 famiglie, oggi sono 2500 famiglie e sono in aumento perché su circa 15000 lavoratori stagionali almeno il 50% non ha ricevuto nessun tipo di supporto economico. A Riva del Garda la crisi del turismo ha prodotto una fuga della manodopera, in gran parte straniera, ripartita verso i paesi di origine e mai più ritornata.

Il focus sulle politiche di contrasto alla povertà riguarda in particolare sul reddito di cittadinanza (RdC), che ha complessivamente supportato 3.700.000 di persone nel corso del 2020 a livello nazionale, ha interessato uno su cinque fra coloro che si sono rivolti ai centri e servizi Caritas nel 2020 e più della metà (55%) dei beneficiari di una indagine longitudinale sui beneficiari Caritas monitorati dal 2019 (pre-pandemia) al 2021.

Un ultimo aspetto importante sono le forti disuguaglianze tra italiani e stranieri residenti, acuite negli ultimi 12 mesi. La povertà assoluta si mantiene al di sotto della media per le famiglie di soli italiani (6,0%) seppur in crescita rispetto al 2019 (4,9%), mentre sale al 22,2% per le famiglie miste e al 26,7% per le famiglie di soli stranieri.

Gli individui stranieri in povertà assoluta sono 1.500.000, con un’incidenza pari al 29,3%, contro il 7,5% dei cittadini italiani, in tutto 568.000 famiglie povere.

 I dati sono stati commentati dal presidente di Caritas italiana, mons. Carlo Roberto Maria Radaelli, cogliendo elementi di speranza: “E’ indispensabile che i benefici della crescita economica siano distribuiti in modo da ridurre quanto più possibile le disuguaglianze che si sono approfondite a causa della pandemia. Senza lasciare nessuno indietro.

Questo sarà l’impegno della Caritas, dentro uno scenario ecclesiale più ampio: il cammino di riflessione e condivisione di tutta la Chiesa che, accogliendo l’invito di papa Francesco, si interroga sulla sinodalità”.

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