Legalità: 7 Fondazioni antiusura del Sud Italia chiedono interventi contro la mafia

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Nel Sud Italia c’è una variante più pericolosa del Covid, che è la mafia: il grido di allarme è stato lanciato da sette fondazioni antiusura (Fondazione nazionale antiusura Interesse Uomo – Potenza, Fondazione antiusura Paulus – Pozzuoli, Fondazione antiusura Nashak – Teggiano, Fondazione antiusura S. Matteo apostolo – Cassano allo Jonio, Fondazione antiusura De Grisantis – Ugento, Fondazione antiusura Exodus 94 (Sorrento-Castellammare di Stabia), Associazione antiusura don Puglisi – Portici) che hanno lanciato un appello alle istituzioni:

“Fate presto, ma soprattutto fate. Lo diciamo con il rispetto che si deve a chi rappresenta le Istituzioni ma anche con la franchezza e la forza di chi sente forte la responsabilità di parlare perché si porta negli occhi troppe storie di fatica quotidiana dei tanti senza voce che ormai allo stremo per la perdurante crisi economica e sociale o si rassegnano o si gettano fra le braccia sbagliate o tramutano quel dolore in rabbia”.

Le associazioni hanno raccontato il lavoro svolto in questi anni per ripristinare la legalità: “Negli ultimi 5 anni abbiamo realizzato circa 650 interventi di aiuto per un ammontare complessivo di quasi € 8.500.000. Famiglie nel 58% dei casi, ma anche piccoli imprenditori, lavoratori autonomi e commercianti.

Gente che non riusciva più a sostenere il costo della vita (nel 43% dei casi), costretta ad affrontare spese sanitarie troppo elevate (15%) o che all’improvviso si è trovata senza un lavoro (27%) o anche drammaticamente ostaggio della dipendenza da gioco (9%).

Svolgiamo il nostro lavoro prevalentemente in Calabria, Basilicata, Campania e Puglia, e cioè in quelle regioni del sud Italia indicate oggi da tutti gli istituti di analisi e dagli esperti come i territori più a rischio ma anche quelli maggiormente strangolati da una piovra come l’usura che da queste parti è sempre più un affare di mafia”.

Nel 2020 sono intervenuti economicamente in 140 situazioni per una prestazione di garanzia complessiva di circa €. 1.800.000,00 in aiuto alle famiglie ed in soccorso a commercianti e operatori economici: “Almeno cinquanta sono state invece le persone che ci hanno confidato di essere in mano agli strozzini, e nella metà dei casi ci hanno chiesto di essere accompagnate alla denuncia.

Ed infatti dal 2016 ad oggi nel 17% dei casi ci siamo trovati ad affrontare storie di usura,  una volta su dieci siamo riusciti ad accompagnare le vittime alla denuncia (10,23%), e non solo operatori economici e imprenditori ma soprattutto tante famiglie (84% delle vittime) ormai allo stremo dopo tanti anni di vessazioni.

Ma senza mai lasciarli soli: in sette Tribunali, infatti, ci siamo costituiti parte civile in dodici grandi processi nei quali alla sbarra c’erano clan mafiosi poi tutti condannati”.

Le associazioni hanno chiesto di agire celermente per rigenerare l’economia: “Si metta subito e realmente in circolazione l’economia a sostegno promessa a tanti operatori economici in difficoltà, perché ormai da tempo si sono esaurite le loro ultime risorse e gli avvoltoi si aggirano sempre più intorno alle carcasse, perché la rabbia monta dinanzi ad una liquidità ormai inesistente e ad una pressione fiscale, soprattutto da parte dagli enti locali, che è tornata a togliere il fiato”.

Ed una richiesta alla politica “di tornare ad esercitare il proprio primato e anche il proprio ruolo istituzionale di vigilanza nei confronti di quelle Banche che paradossalmente proprio in questo tempo di emergenza stanno rescindendo le Convenzioni con le Fondazioni, sancite tra l’altro dalla legge, ritenendo sempre più rischiosi i loro interventi, e delle tante Banche che ci risultano essere sempre più latitanti dagli impegni assunti negli anni in cui sottoscrivevano Protocolli di intesa con le Istituzioni e le Associazioni pensando che la lotta all’usura potesse esaurirsi semplicemente con dell’inchiostro su un foglio”.

(Foto: Fondazione nazionale antiusura Interesse Uomo)

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