Rimane insabbiato al Senato il Ddl Zan, liberticida, inutile, dannoso e pericoloso. #RestiamoLiberi
Dopo l’approvazione alla Camera, il Ddl liberticida Zan resta insabbiato al Senato. I motivi alla base dell’insabbiamento sono di carattere etico ed di giustizia, più che procedimentale. Il Ddl Zan vuole modificare gli articoli 604-bis e 604-ter del Codice penale in materia di violenza/discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, cosa che non trova l’accordo Lega, Fratelli d’Italia e buona parte di Forza Italia, che ritengono non necessaria una legge ad hoc contro atti e manifestazioni violente e discriminatorie fondate sull’identità sessuale e di genere. Loro considerano che basta la tutela offerta dalla legge Mancino n. 205 del 25 giugno 1993, che punisce i reati e i discorsi di odio fondati su nazionalità, etnia e credo religioso. Da questa convinzione derivano una serie di comportamenti ostruzionistici che hanno fatto sì che il testo del Ddl Zan si perdesse nei meandri burocratici dei regolamenti parlamentari.
Ma i dubbi arrivano anche da una parte inattesa, come abbiamo illustrato già in articoli precedenti. Anche a sinistra si sono manifestate diverse voci duramente critiche nei confronti dell’attuale testo, cui si rimprovera ad esempio di utilizzare l’espressione “identità di genere”, ritenuta inammissibile perché “ha un grave impatto sulla vita delle donne”.
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Andrea Ostellari (Lega), Presidente della Commissione Giustizia del Senato ha deciso di non calendarizzare la discussione del Ddl liberticida Zan. Il motivo è che la maggioranza è ancora troppo divisa, non solo sul merito della legge ma anche sul metodo dei lavori. «Prendo atto della spaccatura fra i rappresentati dei gruppi di maggioranza in Commissione», ha scritto Ostellari sul suo profilo Facebook, «e segnalo come questa renda impossibile procedere serenamente con i lavori». Ostellari ha poi auspicato «un confronto politico sul metodo ai presidenti dei gruppi del Senato. Disegni divisivi come il Ddl Zan non possono rallentare l’agenda della maggioranza». Ostellari era irremovibile nella sua decisione di parlare di tutto, fuorché del Ddl liberticida che prende il nome dal deputato del Pd e attivista LGBT, Alessandro Zan e degli altri Ddl sullo stesso tema.
Ha cominciato a parlare il Senatore Simone Pillon (Lega), che ha preso spunto dalla vicenda della donna lombarda affetta da un tumore, la quale è andata alla ricerca della madre naturale per potere accedere alle diagnosi genetiche e mettere a punto un trattamento terapeutico adeguato. Pillon propone di rivedere la legge che garantisce l’anonimato alla madre che non riconosca poi il figlio. “La Corte costituzionale ha chiesto al Parlamento di legiferare in materia. È un argomento delicatissimo, ma è giusto parlarne”, sostiene il Senatore Pillon. Acerrimo avversario del Ddl Zan, Pillon attacca: “Sono stati grillini e Pd a polemizzare e a pretendere che non si rispondesse alle loro accuse: mi pare un tantino anti democratico. È slittato tutto per le loro inutili discussioni”. Per Forza Italia invece tra le priorità c’è il Ddl sulle interferenze della magistratura in politica.
La decisione di Ostellari è appoggiata non solo da Fratelli d’Italia (all’opposizione), ma anche dalla Lega e da Forza Italia (nella maggioranza di governo). Fortemente critici invece PD e Movimento 5 Stelle e gli altri membri della maggioranza. Favorevole alla decisione il Senatore Pillon che, intervistato da Radio Radicale all’uscita dell’Ufficio di Presidenza della Commissione ha detto che il Ddl Zan è «un provvedimento sul quale non c’è accordo nella maggioranza, e conseguentemente chi insiste con “o Zan o morte” si prende la responsabilità politica di spaccare la maggioranza».
La discussione ora si è spostata nell’Aula del Senato, dove la Lega ha chiesto agli altri membri della maggioranza di fare un passo indietro sui temi divisivi, concentrandosi su provvedimenti più urgenti. Il Senatore Massimiliano Romeo (Lega) ha detto: «Il tema divisivo non è l’omotransfobia, su cui siamo tutti d’accordo. Non possono esserci cittadini più uguali degli altri, su questo la Lega c’è. Ciò che è diviso è la legge Zan, anche a sinistra». Il senatore Davide Farone (Iv) non ha manto però di lanciare una stoccata al M5S: «Reputo ipocrita, chi difende il Ddl Zan e non dice una parola contro Grillo in quel video scandaloso». Per FdI, unico partito di opposizione, è intervenuto il Senatore Luca Ciriani: «Lo spettacolo cui stiamo assistendo in aula l’Italia non se lo merita, il problema non è il Ddl Zan ma una maggioranza divisa, rissosa e piena di contraddizioni. Quello che occorre chiedersi, non è tanto quali siano gli argomenti divisivi in questa maggioranza ma se c’è qualcosa che la tiene unita».
Domani la Commissione Giustizia del Senato si riunisce di nuovo alle ore 08.45.
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