Il Triduo pasquale

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Giovedì, Venerdì e Sabato Santo: tre giorni nei quali la Chiesa ci invita, prima della Pasqua, a meditare il mistero della passione e morte in Croce di Gesù. Un mistero di amore e amore misericordioso. La pandemia purtroppo non ha permesso la presenza fisica ai vari momenti liturgici se non ad un numero assai ristretto di partecipanti, ma la Chiesa esorta tutti a leggere e meditare la Parola di Dio. 

Il brano del vangelo del Giovedì Santo si sofferma al grande evento svoltosi nel Cenacolo, dove Gesù consumò l’ultima cena (Gv. 13, 1-15); il brano del Vangelo evidenzia il gesto forte compiuto da Gesù prima di istituire l’Eucaristia: la lavanda dei piedi degli Apostoli.

Gesù in prima persona si abbassa, depone le vesti, si cinge di un asciugatoio e lava i piedi agli Apostoli; poi dice loro: Voi mi chiamate Signore e Maestro e dite bene; io vi ha lavati i piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi l’un l’altro.

Poi Gesù celebra l’ultima cena dove il Cristo  si dona a noi: questo è il sacrificio della Nuova Alleanza: prendete e mangiatene tutti ‘questo è il mio corpo’: fate questo in memoria di me. Un comando divino che trova la Chiesa riunita la domenica per celebrare l’Eucaristia.

Il Venerdì Santo, con la lettura della passione e morte di Cristo Gesù, è il momento in cui siamo invitati a contemplare il Crocifisso che ci parla solo di amore e perdono e ad entrare dentro il dramma della passione con la nostra vita: in Chiesa, in casa, nel lavoro quotidiano, nei rapporti familiari e sociali.

Con Maria e Giovanni restiamo ai piedi della Croce dove Gesù, dopo aver affidato la Chiesa nascente a Maria, sua madre, ‘Donna, ecco tuo figlio’, invita Giovanni, primizia del cristianesimo, a ritrovare in Maria la vera madre della Chiesa nascente, la persona cara che lo stesso Verbo Eterno aveva scelto nell’incarnazione come sua madre: ‘Giovanni, ecco tua madre’.

Restiamo ai piedi della Croce dove il Sinedrio e i capi del popolo sembrano soddisfatti per la fine di Gesù, ma molto preoccupati per il ‘dopo’ e ritornano da Pilato dicendo: ‘quell’impostore disse: dopo tre giorni risusciterò’. Bisogna allora fare custodire  la sua sepoltura per tre giorni con picchetti armati di soldati romani e Giudei.

Il Sabato santo è il giorno del silenzio, dell’attesa; per gli Ebrei è il grande sabato, per la Chiesa nascente è la giornata della paura, della notte buia che precede il giorno glorioso.

La Liturgia con le varie letture bibliche ci fa percorrere la storia della salvezza dalla creazione dell’uomo al passaggio del popolo di Dio dalla schiavitù dell’Egitto alla terra promessa; è la storia che descrive l’amore di Dio per il suo popolo.

Con il rito della benedizione del fuoco e del cero pasquale la Liturgia evidenzia chiaramente la presenza di Cristo Gesù, vera Luce del mondo. Viviamo, amici carissimi. Il Triduo Pasquale, ottima esperienza per la celebrazione della Pasqua di Risurrezione.

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