La Sacra Sindone è segno di speranza di vita

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Oggi alle ore 17.00 nella cappella dove è custodito il telo della Santa Sindone, l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, guida una liturgia di preghiera e contemplazione, trasmessa sia in diretta televisiva sia sui canali e le piattaforme social.

Al termine della diretta tv, sui social il dialogo e la riflessione continueranno con l’intervento di esperti e voci di ‘testimoni»’del momento che stiamo vivendo. La piattaforma social è realizzata con il contributo della Regione Piemonte. La regia delle immagini è a cura dell’équipe di Pastorale Giovanile della diocesi di Torino, che sta preparando l’incontro europeo dei giovani di Taizé previsto per il prossimo dicembre.

Quindi non si tratterà di una ostensione come quelle del passato, in quanto la Sindone rimane nella teca in cui è custodita normalmente ma sarà possibile contemplarla attraverso le immagini televisive. I precedenti più immediati con malati e giovani nel 2013, con i giovani nel 2018 si sono svolti con modalità leggermente diverse. In questa speciale preghiera una novità assoluta è rappresentata dalla ‘diretta social’ che si propone di coinvolgere tutto il mondo, perché la Sindone è davvero un ‘segno globale’ e le piattaforme che renderanno disponibili la diretta possono raggiungere l’intero pianeta.

Presentando l’iniziativa mons. Nosiglia ha affermato che il momento di preghiera vuole essere un segno di speranza: “La preghiera davanti alla Sindone è, per la Chiesa, un modo per ricordare nella liturgia il Cristo morto, in attesa della risurrezione di Pasqua.

Ma è anche, in questi giorni, la strada efficace per raccogliersi tutti, credenti e non, in una riflessione di fronte alla pandemia che sconvolge le nostre vite. La Sindone ci offre  un messaggio di speranza che parte dalla passione e morte del Signore ma che diventa fonte della vita nuova offerta a chiunque crede.

Una speranza che ci è tanto più necessaria oggi, di fronte ai lutti e alle sofferenze provocate in tutto il mondo dal contagio. L’amore che ci manifesta la Sindone ci sostiene nel credere che alla fine la luce vincerà le tenebre dello scoraggiamento e delle paure e la vita vincerà la morte e ogni altro male che assilla l’umanità”.

L’arcivescovo di Torino ha sottolineato che il sudario che avvolse Gesù riposto nel sepolcro è la vittoria della vita sulla morte: “Più forte è l’amore. Questo è l’annuncio pasquale che la Sindone ci porta a rivivere e ci riempie il cuore di riconoscenza e di fede. Sì, l’amore con cui Gesù ci ha donato la sua vita e che celebriamo durante la Settimana Santa è più forte di ogni sofferenza, di ogni malattia, di ogni contagio, di ogni prova e scoraggiamento”.

Riprendendo il messaggio del papa in occasione dell’ostensione del 2013 ha evidenziato che l’amore di Dio per l’uomo è indissolubile: “Niente e nessuno potrà mai separarci da questo amore, perché esso è fedele per sempre e ci unisce a lui con un vincolo indissolubile. Papa Francesco nel suo messaggio per l’ostensione del 2013 ci ha detto che non siamo noi che contempliamo, nella Sindone, un volto che ha gli occhi chiusi dalla morte.

Ma è lui che ci guarda per farci comprendere quale grande amore ha avuto per noi, liberandoci dal peccato e dalla morte. Quel volto parla al nostro cuore e ci comunica una grande pace ed è come se ci dicesse: abbi fiducia, non perdere la speranza, la forza dell’amore di Dio e del Risorto vince tutto… Sì, la Sindone lo ripete al nostro cuore sempre: più forte è l’amore”.

Con questo passaggio social la Sindone entra nella ‘dimensione pastorale’ della vita della Chiesa nella comunità: diventa riferimento importante nel cammino di una Chiesa che è presente nell’accompagnare la gente anche nei momenti più difficili e dolorosi. Quel Volto sindonico non chiama alla morte ma alla speranza e alla carità.

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