Papa Leone XIV invita alla conversione nello Spirito Santo

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“Lo Spirito creatore, che nel canto abbiamo invocato (Veni creator Spiritus), è lo Spirito disceso su Gesù, il protagonista silenzioso della sua missione: ‘Lo Spirito del Signore è sopra di me’. Domandando che visiti le nostre menti, moltiplichi i linguaggi, accenda i sensi, infonda l’amore, rafforzi i corpi, doni la pace ci siamo aperti al Regno di Dio. E’ questa la conversione secondo il Vangelo: volgerci al Regno ormai vicino”: presiedendo in piazza san Pietro la veglia di Pentecoste, nel Giubileo dei movimenti, delle associazioni e delle nuove comunità, papa Leone XIV ha ricordato l’unità dei primi discepoli illuminati dallo Spirito.

Con la Pentecoste tutto è trasformato: “In Gesù vediamo e da Gesù ascoltiamo che tutto si trasforma, perché Dio regna, perché Dio è vicino. In questa vigilia di Pentecoste siamo profondamente coinvolti dalla prossimità di Dio, dal suo Spirito che unisce le nostre storie a quella di Gesù. Siamo coinvolti, cioè, nelle cose nuove che Dio fa, perché la sua volontà di vita si realizzi e prevalga sulle volontà di morte”.

E si ‘scopre’ la missione di Gesù: “Sentiamo qui il profumo del Crisma con cui è stata segnata anche la nostra fronte. Il Battesimo e la Confermazione, cari fratelli e sorelle, ci hanno uniti alla missione trasformatrice di Gesù, al Regno di Dio. Come l’amore ci rende familiare il profumo di una persona cara, così riconosciamo stasera l’uno nell’altro il profumo di Cristo. E’ un mistero che ci stupisce e ci fa pensare”.

Davanti a 100.000 persone che hanno rinnovato la professione di fede, il papa ha chiesto l’unità nella Chiesa: “A Pentecoste Maria, gli Apostoli, le discepole e i discepoli che erano con loro furono investiti da uno Spirito di unità, che radicava per sempre nell’unico Signore Gesù Cristo le loro diversità. Non molte missioni, ma un’unica missione. Non introversi e litigiosi, ma estroversi e luminosi. Questa piazza san Pietro, che è come un abbraccio aperto e accogliente, esprime magnificamente la comunione della Chiesa, sperimentata da ognuno di voi nelle diverse esperienze associative e comunitarie, molte delle quali rappresentano frutti del Concilio Vaticano II”.

Per questo il pensiero è ritornato a quel giorno dell’elezione papale con un richiamo al valore sinodale: “La sera della mia elezione, guardando con commozione il popolo di Dio qui raccolto, ho ricordato la parola ‘sinodalità’, che esprime felicemente il modo in cui lo Spirito modella la Chiesa. In questa parola risuona il syn (il con) che costituisce il segreto della vita di Dio. Dio non è solitudine. Dio è ‘con’ in sé stesso (Padre, Figlio e Spirito Santo) ed è Dio con noi. Allo stesso tempo, sinodalità ci ricorda la strada (odós) perché dove c’è lo Spirito c’è movimento, c’è cammino. Siamo un popolo in cammino”.

E’ lo Spirito Santo che permette alla Chiesa di essere accanto all’umanità, richiamando l’enciclica ‘Laudato sì’: “Questa coscienza non ci allontana ma ci immerge nell’umanità, come il lievito nella pasta, che la fa tutta fermentare. L’anno di grazia del Signore, di cui è espressione il Giubileo, ha in sé questo fermento. In un mondo lacerato e senza pace lo Spirito Santo ci educa infatti a camminare insieme. La terra riposerà, la giustizia si affermerà, i poveri gioiranno, la pace tornerà se non ci muoveremo più come predatori, ma come pellegrini. Non più ognuno per sé, ma armonizzando i nostri passi ai passi altrui. Non consumando il mondo con voracità, ma coltivandolo e custodendolo, come ci insegna l’enciclica Laudato sì”.

E’ questa la ragione per cui Dio ha creato il mondo: “Carissimi, Dio ha creato il mondo perché noi fossimo insieme. ‘Sinodalità’ è il nome ecclesiale di questa consapevolezza. E’ la via che domanda a ciascuno di riconoscere il proprio debito e il proprio tesoro, sentendosi parte di un intero, fuori dal quale tutto appassisce, anche il più originale dei carismi. Vedete: tutta la creazione esiste solo nella modalità dell’essere insieme, talvolta pericoloso, ma pur sempre un essere insieme”.

Infatti è possibile cambiare il mondo se si cambia il cuore: “E ciò che noi chiamiamo “storia” prende forma solo nella modalità del riunirsi, del vivere insieme, spesso pieno di dissidi, ma pur sempre un vivere insieme. Il contrario è mortale, ma purtroppo è sotto i nostri occhi, ogni giorno. Siano allora le vostre aggregazioni e comunità delle palestre di fraternità e di partecipazione, non solo in quanto luoghi di incontro, ma in quanto luoghi di spiritualità. Lo Spirito di Gesù cambia il mondo, perché cambia i cuori”.

In questo modo si ‘creano’ gioia e speranza: “Ispira infatti quella dimensione contemplativa della vita che sconfessa l’autoaffermazione, la mormorazione, lo spirito di contesa, il dominio delle coscienze e delle risorse. Il Signore è lo Spirito e dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà. L’autentica spiritualità impegna perciò allo sviluppo umano integrale, attualizzando fra noi la parola di Gesù. Dove questo avviene, c’è gioia. Gioia e speranza”.

L’evangelizzazione può avvenire attraverso le beatitudini: “L’evangelizzazione, cari fratelli e sorelle, non è una conquista umana del mondo, ma l’infinita grazia che si diffonde da vite cambiate dal Regno di Dio. E’ la via delle Beatitudini, una strada che percorriamo insieme, tesi fra il ‘già’ ed il ‘non ancora’, affamati e assetati di giustizia, poveri di spirito, misericordiosi, miti, puri di cuore, operatori di pace. Per seguire Gesù su questa via da Lui scelta non occorrono sostenitori potenti, compromessi mondani, strategie emozionali”.

Infine ha ricordato che essa è opera di Dio, chiedendo di rimanere fedeli alle chiese in essi si trovano: “L’evangelizzazione è opera di Dio e, se talvolta passa attraverso le nostre persone, è per i legami che rende possibili. Siate dunque legati profondamente a ciascuna delle Chiese particolari e delle comunità parrocchiali dove alimentate e spendete i vostri carismi. Attorno ai vostri vescovi e in sinergia con tutte le altre membra del Corpo di Cristo agiremo, allora, in armoniosa sintonia. Le sfide che l’umanità ha di fronte saranno meno spaventose, il futuro sarà meno buio, il discernimento meno difficile. Se insieme obbediremo allo Spirito Santo!”

(Foto: Santa Sede)