Cei per la giornata dell’Università Cattolica: ‘Università, laboratorio di speranza’

“Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé…Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza”: inizia con uno spunto della lettera della bolla giubilare di papa Francesco, ‘Spes non confundit’, il messaggio dei vescovi italiani, intitolato ‘Università: laboratorio di speranza’, in occasione della 101 giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore che si celebrerà domenica 4 maggio.
Nel messaggio i vescovi sottolineano la necessità della speranza: “Di speranza, infatti, abbiamo particolarmente bisogno di fronte a scenari incerti e, per alcuni versi, davvero drammatici. Ci preoccupano il quadro politico ed economico gravato da tensioni e incertezze, i conflitti che non sembrano trovare via di soluzione, i ritardi nell’attuazione di uno sviluppo sostenibile in grado di custodire la casa comune e di sviluppare accoglienza e solidarietà di fronte ai crescenti flussi migratori. Sono solo alcune delle situazioni dentro cui si gioca la vita di ciascuno, spesso segnata da non minori preoccupazioni personali e sociali legate alla fragilità delle relazioni familiari e ai rapporti intergenerazionali, alla precarietà nel campo del lavoro e alle incertezze rispetto al futuro”.
E l’Università Cattolica è chiamata a dar ragione della speranza: “Non servono speranze effimere e illusorie, purtroppo ampiamente veicolate da una cultura che privilegia le banalità ed esalta l’apparenza, ma visioni di ampio respiro e prospettive solide… Il tema scelto, ‘Università, laboratorio di speranza’, pone in evidenza come in un contesto così difficile il mondo accademico sia chiamato a farsi interprete dell’anelito alla speranza che è proprio delle nuove generazioni… L’Università Cattolica del Sacro Cuore, alla luce della sua storia e della sua peculiare missione, è chiamata a farsi interprete coraggiosa e creativa di questo invito, rafforzando e ampliando il suo impegno a servizio della formazione umana, professionale e spirituale degli universitari”.
Riflettendo sull’enciclica ‘Dilexit nos’ i vescovi ribadiscono le ‘ragioni’ del cuore: “Il primo luogo dove la speranza può essere coltivata e deve crescere è il cuore dell’essere umano. Non a caso l’Ateneo è stato affidato dai fondatori alla custodia del Sacro Cuore. Dobbiamo riscoprire il significato profondo e sempre attuale di questa dedicazione che oggi risalta in modo ancora più fulgido grazie alla Lettera enciclica di papa Francesco ‘Dilexit nos’ dedicata proprio al valore spirituale, culturale e sociale del Cuore di Cristo… Cercando la verità attraverso tutte le vie del sapere e ponendo sempre al centro dell’attività accademica l’attenzione alla dignità di ogni essere umano, l’Università Cattolica continua ad offrire il suo peculiare contributo alla formazione di personalità che siano in grado di dare senso compiuto alla propria esistenza e di mettersi con competenza e generosità a servizio del bene comune”.
Però per essere ‘faro di speranza’ è necessario che l’università attui processi di innovazione: “Per dare piena attuazione a questa ‘impresa educativa’ l’Ateneo dei cattolici italiani deve affrontare anche importanti processi di innovazione e di ampliamento in tutti gli ambiti: dall’offerta formativa ai nuovi campi di ricerca fino agli orizzonti sempre più vasti di quella che viene definita ‘terza missione’, ovvero tutte le attività con cui l’Università interagisce con la società”.
Infine una particolare attenzione da parte dell’Università Cattolica al continente africano: “I già numerosi progetti di collaborazione a livello accademico, culturale e sociale, troveranno così ancora più organicità e potranno rappresentare un ulteriore ‘volano di speranza’ per un Continente, tanto martoriato quanto ricco di risorse e potenzialità. L’Ateneo assume così un volto ancora più solidale nell’esplicitazione di quella terza missione che a ben vedere è l’anima vera e il principio ispiratore delle altre due: la didattica e la ricerca”.
Per questo è necessario che l’Università Cattolica diventi sempre più ‘laboratorio di speranza’: “Per essere all’altezza di queste grandi sfide l’Ateneo non può che essere sempre più un ‘laboratorio di speranza’ misurandosi con i grandi cambiamenti in atto, soprattutto sul versante della ricerca scientifica e tecnologica, delle innovazioni legate all’intelligenza artificiale e delle grandi questioni sociali affinché, contro la spinta al riarmo e alla contrapposizione tra le nazioni, si sviluppino relazioni giuste, fraterne e pacifiche”.
(Foto: Università Cattolica)