Al Centro Astalli di Roma presentato il rapporto

Nelle settimane scorse a Roma è stato presentato il Rapporto annuale del Centro Astalli: uno strumento per capire attraverso dati e statistiche quali sono le principali nazionalità degli oltre 24.000 rifugiati e richiedenti asilo assistiti, di cui 11.000 a Roma, che si sono rivolti nel corso dell’anno al Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati in Italia, quali le difficoltà che incontrano nel percorso per il riconoscimento della protezione e per l’accesso all’accoglienza o a percorsi di inclusione.
Durante l’evento, trasmesso anche in diretta sul canale YouTube dell’organizzazione, p. Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, ha presentato i dati che raccontano una realtà che, grazie agli oltre 800 volontari che operano nelle 8 sedi territoriali (Roma, Bologna, Catania, Grumo Nevano, Padova, Palermo, Vicenza, Trento), si adatta a rispondere ai mutamenti sociali e legislativi di un Paese che stenta a dare la dovuta assistenza a chi, in fuga da guerre e persecuzioni, cerca protezione:
“Presentiamo il Rapporto 2025 in questo Anno Giubilare con la ferma convinzione che accompagnare, servire e difendere le persone richiedenti asilo e rifugiate sia un segno di speranza… Il 2024 è stato l’anno del Patto sulla migrazione e l’asilo adottato dal Consiglio Europeo lo scorso maggio. Come in più occasioni sottolineato dalla società civile e con documenti congiunti dall’Ufficio europeo del JRS, l’implementazione di questo Patto può portare, tra le altre cose, a un arretramento del diritto d’asilo, per l’aumento previsto delle procedure accelerate alla frontiera e un conseguente possibile aumento del numero delle persone detenute in modo arbitrario”.
Per quanto riguarda la situazione italiana ha sottolineato la creazione di centri di accoglienza in Albania: “Sul versante Italia il 2024 è stato poi l’anno del braccio di ferro sui centri in Albania. Al di là delle polemiche, quello che ci preoccupa è la creazione di un artificio legale, quello di centri in terra albanese sotto la giurisdizione italiana. Per fare questo si è sostenuto il principio di deportabilità delle persone (abbiamo visto qualche esempio), rispetto alle quali si è persa di vista la centralità della loro dignità, trattandole come carichi residuali non desiderati.
Non convince neppure la recente decisione di convertire queste strutture in Centri di permanenza per il rimpatrio (CPR)… Non crediamo che l’utilizzo a tale scopo delle strutture in Albania possa migliorarne la funzionalità in vista del rimpatrio delle persone detenute e garantire nel contempo il rispetto dei diritti dei migranti trattenuti”.
Ed ha evidenziato il ‘lavoro’ fatto con i giovani: “Anche per il 2024 una parte importante del percorso di Astalli, attraverso i progetti ‘Finestre e Incontri’, è stato fatto con i giovani italiani delle scuole secondarie, anche se tra di loro ci sono molti ragazzi e ragazze (troppi) che non hanno ancora la cittadinanza, che sono cittadini di fatto anche se ancora non di diritto. Abbiamo continuato, non senza la fatica per le poche risorse, a far incontrare i rifugiati e i testimoni di diverse religioni e confessioni cristiane con studenti e studentesse andando nelle scuole, in 1.969 classi, per un totale di 38.700 studenti in tutta Italia”.
Il Rapporto annuale 2025 del Centro Astalli evidenzia un quadro di crescente complessità e vulnerabilità di cui i rifugiati assistiti sono portatori, in un contesto caratterizzato da politiche migratorie sempre più restrittive e dalle difficoltà di accesso a un sistema di accoglienza adeguato non sempre all’altezza del compito che è chiamato a svolgere.
Sono stati 65.581 i pasti distribuiti presso la mensa di Via degli Astalli, 1.114 le persone ospitate in strutture d’accoglienza, di cui, 227 a Roma, 10.044 le persone che hanno ricevuto assistenza sanitaria presso il Centro Sa.Mi.Fo., 1.161 le persone che si sono rivolte ai servizi di accompagnamento sociale, tra cui 710 quelle che hanno richiesto un accompagnamento ai servizi digitali della Pubblica Amministrazione. Mentre sono stati 38.700 gli studenti e le studentesse incontrati nell’ambito dei progetti di sensibilizzazione ‘Finestre e Incontri’.
Dal rapporto si evince che sono sempre più numerosi i migranti vulnerati da tentativi negati di accesso alla procedura per il riconoscimento della protezione internazionale, intrappolati in un limbo giuridico: “La riduzione a soli sette giorni del termine per presentare ricorso contro decisioni negative alla richiesta di asilo da parte di migranti provenienti da Paesi considerati ‘sicuri’ ha reso difficile garantire un’efficace tutela giurisdizionale.
Sono lunghe mesi, invece, le attese per accedere alle Questure e per ottenere permessi di soggiorno, mentre si lamenta una disponibilità sempre più limitata di posti in accoglienza…. Il servizio di orientamento legale del Centro Astalli si è trovato a supportare 517 persone, tra le quali molte con permessi in scadenza e senza possibilità di rinnovo. A Catania sono state 965 le persone accompagnate nell’iter burocratico della procedura di asilo, 525 a Trento”.
Quest’evento era iniziato con la testimonianza di Khanum Yehoian, originaria dell’Armenia, in fuga dall’Ucraina in guerra: “Mi chiamo Khanum e sono nata in Armenia, un piccolo e antico Paese del Caucaso meridionale, tra Turchia, Georgia, Azerbaigian e Iran. La civiltà armena è una delle più antiche del mondo, ha una storia millenaria e un popolo forte, che è sopravvissuto al genocidio del 1915, quando l’Impero Ottomano organizzò lo sterminio sistematico del mio popolo. Più di 3.000.000 di persone furono uccise e altre milioni furono costrette a lasciare la loro terra…
Vivo a Roma da tre anni e il mio percorso di adattamento in questo nuovo Paese continua. Cerco ancora delle risposte alle tante domande e continuo a crescere come persona. So che l’Armenia, la mia terra d’origine, l’Ucraina, il Paese dove sono cresciuta, e l’Italia, il luogo in cui ho trovato rifugio, fanno parte di me. Tre paesi, tre identità diverse. Ognuno di questi mi ha lasciato un segno e sono felice di poter condividere oggi questa esperienza con voi”.
(Foto: Centro Astalli)