In Terra Santa inaugurata la chiesa del Battesimo di Gesù

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Venerdì 10 gennaio la Chiesa cattolica ha celebrato una tappa storica con l’inaugurazione della chiesa del Battesimo di Cristo sulle rive del fiume Giordano ad Al-Maghtas, con la concelebrazione eucaristica del segretario di stato della Santa Sede, card. Pietro Parolin, alla presenza del card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme latini, e dei vescovi, tra cui l’ex patriarca Fouad Twal, mons. Giovanni Pietro Dal Toso, nunzio apostolico in Giordania, mons. William Shomali, vicario generale del Patriarcato, e mons. Iyad Twal, vicario patriarcale in Giordania, alla presenza di Sua Altezza Reale il Principe Ghazi bin Muhammad, Consigliere Capo di Sua Maestà il Re per gli Affari Religiosi e Culturali.

La chiesa è costruita in pietra di Tafouhi, una pietra giallastra proveniente da Hebron, ed è caratterizzata da vetrate realizzate in Libano nello stile della cattedrale di Chartres, una delle strutture gotiche più celebri in Francia. In grado di ospitare oltre 1.000 fedeli, la chiesa ospita il pellegrinaggio annuale ad Al-Maghtas, ogni gennaio.

Il luogo del Battesimo di Gesù è stato individuato negli Anni Novanta da padre Michele Piccirillo ed è stata realizzata grazie al contributo di Nadim Muasher, che ha ricordato così la perdita del figlio Ayman (morto in un incidente mentre andava ad al Magthas), e di altri donatori, tra i quali lo Stato ungherese, presente con i suoi rappresentanti, che ha donato anche un quadro del santo re Stefano che si trova nella basilica. La prima pietra è stata posta da papa Benedetto XVI durante la sua visita in Terrasanta nel 2009.

Nell’omelia, il card. Parolin ha ricordato che il luogo è meta di pellegrinaggio da 25 anni ed è vicino al monte da cui Elia fu assunto in Cielo, è luogo da cui probabilmente il popolo eletto attraversò il fiume per entrare nella Terra Promessa, è il crocevia di tanti personaggi della Bibbia: “Per i padri della Chiesa, il passaggio del popolo eletto attraverso il Giordano era una anticipazione del nostro passaggio alla vita eterna attraverso le acque del Battesimo… In un momento storico in cui questa regione sta vivendo gravi sconvolgimenti, è importante che anche i cristiani diano il loro contributo all’edificazione di una società giusta e pacifica.

Anche qui, vorrei volgere lo sguardo oltre il Giordano e chiedere un cessate il fuoco, la liberazione dei prigionieri e degli ostaggi e il rispetto del diritto umanitario. Che i cuori dei leader delle nazioni siano spinti a ricercare la pace e la coesistenza armoniosa tra i popoli. La violenza non deve essere ciò che determina il nostro futuro!”

Ed ha invitato a ‘rendere grazie a Dio’ perché Egli ha vissuto in questa terra: “Siamo chiamati a rendere grazie a Dio, non solo per il dono di questa Chiesa a Lui dedicata, ma anche per il fatto che Dio si è fatto uomo e ha vissuto tra noi, in particolare in questa Terra Santa. Da qui i fedeli si recano a Gerusalemme, luogo del battesimo di Cristo da parte di Giovanni Battista, dove Dio incontra l’uomo, anche quando l’uomo è lontano.

Con il battesimo diventiamo figli di Dio e l’attraversamento del fiume Giordano simboleggia il nostro passaggio alla vita eterna. Oggi consacriamo questa chiesa, che diventerà ufficialmente un luogo di culto. Così facendo, offriamo a Dio i nostri cuori e le nostre vite, affinché Egli possa operare attraverso di noi per diffondere la sua pace”. Poi il card. Parolin ha benedetto l’acqua del fiume Giordano, posta nel fonte battesimale, e l’ha aspersa sui fedeli e sulle pareti della chiesa.

Nelle sue osservazioni, il card. Pizzaballa ha descritto la nuova chiesa come uno spazio sacro per la preghiera, la riflessione, la fede e la pace, invitando tutti a recarsi in pellegrinaggio in questo luogo santo: “Questa chiesa è un dono della Chiesa locale agli amici di tutto il mondo, che offre benedizioni dal fiume Giordano’.

A conclusione dei saluti il card. Pizzaballa ha affermato che la chiesa è aperta a tutti: “Cari amici, questa chiesa è innanzitutto al servizio di tutta la comunità, cioè dei fedeli che vivono in Terra Santa. Le sue porte sono aperte anche a tutti i cari pellegrini che invitiamo a visitare la Giordania e a coloro che l’hanno già visitata e desiderano tornare. E’ quindi un dono della Chiesa locale a tutti i cari amici che, ovunque, vengono a farsi benedire dalle acque del fiume Giordano e a recarsi in pellegrinaggio in questa Chiesa”.

(Foto: Patriarcato di Gerusalemme)

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