Papa Francesco invita ad essere portatori di gioia
Al termine dell’Udienza generale papa Francesco ha pregato per la pace in Ucraina ed in Terra Santa, rivolgendosi agli studenti del College Saint Michel des Batignolles di Parigi: “Voi bambini, ragazzi, pensate ai bambini e ragazzi ucraini che soffrono questo tempo senza riscaldamento con un inverno molto duro…
E non dimentichiamo il martoriato popolo ucraino. Soffre tanto. E voi bambini, ragazzi, pensate ai bambini e ai ragazzi ucraini che soffrono in questo tempo, senza riscaldamento, con un inverno molto duro, molto forte. Pregate per i bambini e i ragazzi ucraini. Lo farete? Pregherete? Tutti voi. Non dimenticate. E preghiamo anche per la pace in Terra Santa; Nazareth, Palestina, Israele … Che ci sia la pace, che ci sia la pace. La gente soffre tanto. Preghiamo per la pace tutti insieme”.
Mentre nella catechesi sullo Spirito Santo papa Francesco ha evidenziato i suoi frutti: “A differenza dei carismi, che lo Spirito dà a chi vuole e quando vuole per il bene della Chiesa, i frutti dello Spirito (ripeto: amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé) sono il risultato di una collaborazione tra la grazia e la nostra libertà.
Questi frutti esprimono sempre la creatività della persona, nella quale ‘la fede opera per mezzo della carità’, talvolta in modo sorprendente e gioioso. Non tutti nella Chiesa possono essere apostoli, profeti, evangelisti; ma tutti indistintamente possono e debbono essere caritatevoli, pazienti, umili, operatori di pace e così via. Tutti noi, sì, dobbiamo essere caritatevoli, dobbiamo essere pazienti, dobbiamo essere umili, operatori di pace e non di guerra”.
Ed ha raccontato alcuni frutti: “La gioia, frutto dello Spirito, ha in comune con ogni altra gioia umana un certo sentimento di pienezza e di appagamento, che fa desiderare che duri per sempre. Sappiamo per esperienza, però, che questo non avviene, perché tutto quaggiù passa in fretta. Tutto passa in fretta. Pensiamo insieme: la giovinezza: passa in fretta, la salute, le forze, il benessere, le amicizie, gli amori…
Durano cent’anni? Ma poi non di più. Del resto, anche se queste cose non passassero presto, dopo un po’ non bastano più, o vengono addirittura a noia, perché, come diceva Sant’Agostino rivolto a Dio: ‘Tu ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non risposa in te’. C’è l’inquietudine del cuore per cercare la bellezza, la pace, l’amore, la gioia”.
Sant’Agostino descrive bene la gioia evangelica, descritta anche nell’esortazione lettera apostolica ‘Evangelii Gaudium’: “La gioia del Vangelo, la gioia evangelica, a differenza di ogni altra gioia, può rinnovarsi ogni giorno e diventare contagiosa. ‘Solo grazie all’incontro (o reincontro) con l’amore di Dio, che si tramuta in felice amicizia, siamo riscattati dalla nostra coscienza isolata e dall’autoreferenzialità… Lì sta la sorgente dell’azione evangelizzatrice. P
erché, se qualcuno ha accolto questo amore che gli ridona il senso della vita, come può astenersi dal comunicarlo agli altri?’ E’ la duplice caratteristica della gioia frutto dello Spirito: non solo essa non va soggetta all’inevitabile usura del tempo, ma si moltiplica condividendola con gli altri! Una vera gioia si condivide con gli altri, e si “contagia”.
E’ stato un invito vivere la gioia del Vangelo come san Filippo Neri: “Egli è passato alla storia come il santo della gioia… Meno conosciuta, però, è la sorgente da cui veniva la sua gioia. San Filippo Neri aveva un tale amore per Dio che a volte sembrava che il cuore gli scoppiasse nel petto. La sua gioia era, nel senso più pieno, un frutto dello Spirito. Il santo partecipò al Giubileo del 1575, che egli arricchì con la pratica, mantenuta in seguito, della visita alle Sette Chiese. Fu, al suo tempo, un vero evangelizzatore mediante la gioia. E aveva questo tratto proprio di Gesù: perdonava sempre, perdonava tutto”.
Ed ha concluso invitando ad essere portatori di gioia: “La parola ‘Vangelo’ significa lieta notizia. Perciò non si può comunicare con musi lunghi e volto scuro, ma con la gioia di chi ha trovato il tesoro nascosto e la perla preziosa”.
(Foto: Santa Sede)