Il papa ai giovani di Singapore: siate coraggiosi!
Papa Francesco ha concluso il suo 45^ viaggio apostolico internazionale svoltosi dal 2 al 13 settembre (in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore), il più lungo del suo Pontificato. Alle ore 12. 25 (ora locale) (ore 6.25 in Italia) l’aereo è decollato per Roma, dove atterrerà, dopo 6 ore di volo alle ore 18:25 circa.
Nell’ultimo incontro papa Francesco ha ‘colloquiato’ con i giovani riuniti al Catholic Junior College per l’incontro interreligioso, che lo hanno accolto con canti ed una danza eseguita da giovani con disabilità: “La gioventù è coraggiosa e alla gioventù piace andare verso la verità. Fare cammino, fare creatività. E la gioventù deve stare attenta a non cadere in quello che tu hai detto, i ‘critici da salotto’, parole… Un giovane dev’essere critico. Un giovane che non critica non va bene. Ma dev’essere costruttivo nella critica, perché c’è una critica distruttiva, che fa tante critiche ma non fa una strada nuova”.
Quindi i giovani non si devono accontentare, cioè non devono vivere ‘sdraiati’: “I giovani devono avere il coraggio di costruire, di andare avanti e uscire dalle zone ‘confortevoli’. Un giovane che sceglie di passare sempre la sua vita in modo ‘confortevole’ è un giovane che ingrassa! Ma non ingrassa la pancia, ingrassa la mente! Per questo dico ai giovani: ‘Rischiate, uscite! Non abbiate paura!’ La paura è un atteggiamento dittatoriale che ti rende paralitico, ti procura una paralisi”.
E’ stato un invito a non temere di sbagliare: “E’ vero che tante volte i giovani sbagliano, tante, e sarebbe bello che ognuno di noi, che ognuno di voi, giovani, pensaste: quante volte ho sbagliato? Ho sbagliato perché ho incominciato a camminare e ho fatto degli errori nel cammino.
E questo è normale, l’importante è rendersi conto di aver sbagliato. Faccio una domanda, vediamo chi mi risponde di voi. Cosa è peggio? Sbagliare perché faccio un cammino o non sbagliare perché rimango chiuso in casa?..
I giovani devono avere il coraggio di costruire di andare avanti, di uscire dalle zone confortevoli un giovane che sceglie di vivere sempre la sua vita in un modo confortevole è un giovane che ingrassa, risate, ma non ingrassa la pancia ingrassa la mente, per questo io dico ai giovani rischiate, uscite, non avete paura, la paura è un atteggiamento dittatoriale, che ti paralizza”.
Inoltre il papa ha sottolineato che è stato impressionati dalla loro capacità di dialogo interreligioso: “Una delle cose che più mi ha colpito di voi giovani, di voi qui, è la capacità del dialogo interreligioso… C’è un solo Dio, e noi, le nostre religioni sono lingue, cammini per arrivare a Dio.
Qualcuno sikh, qualcuno musulmano, qualcuno indù, qualcuno cristiano, ma sono diversi cammini… Ma per il dialogo interreligioso fra i giovani ci vuole coraggio. Perché l’età giovanile è l’età del coraggio, ma tu puoi avere questo coraggio per fare cose che non ti aiuteranno. Invece puoi avere coraggio per andare avanti e per il dialogo”.
Infatti l’età giovanile è quella del coraggio, che assieme al rispetto è necessario per il dialogo, il quale ha un ruolo fondamentale per affrontare il fenomeno del bullismo: “Una cosa che aiuta tanto è il rispetto, il dialogo. Io vi dirò una cosa. Non so se succede qui, in questa città, ma in altre città succede. Fra i giovani c’è una cosa brutta: bullying…
Ma sempre, sia il bullying verbale sia il bullying fisico, sempre è un’aggressione. Sempre. E pensate, nelle scuole o nei gruppi giovanili o di bambini, il bullying lo fanno con coloro che sono più deboli… Perché superare queste cose aiuta in quello che voi fate, il dialogo interreligioso. Perché il dialogo interreligioso si costruisce con il rispetto degli altri. E questo è molto importante”.
Infine papa Francesco ha invitato i giovani a seguire le parole di Raaj: “Io voglio ringraziare e ripetere quello che Raaj ci ha detto: fare tutto il possibile per mantenere un atteggiamento coraggioso e promuovere uno spazio in cui i giovani possono entrare e dialogare. Perché il vostro dialogo è un dialogo che genera un cammino, che fa strada. E se voi dialogate da giovani, dialogherete anche da grandi, da adulti, dialogherete come cittadini, come politici.
E vorrei dirvi una cosa sulla storia: ogni dittatura nella storia, la prima cosa che fa è tagliare il dialogo. Vi ringrazio di queste domande e sono contento di incontrare i giovani, incontrare questi coraggiosi, quasi ‘sfacciati’, sono bravi!”.
Poco prima papa Francesco aveva abbracciato malati e anziani a cui aveva assicurato le sue preghiere: “Dio è contento di sentire la preghiera vostra. Grazie tante della vostra pazienza e della vostra preghiera. Adesso con questa benedizione il Signore si manifesta vicino a voi. Il Signore perdona tutto sempre e io manifesto nel nome del Signore il perdono a tutti voi”. L’incontro si è concluso con la recita della preghiera dell’Ave Maria.
(Foto: Santa Sede)