Aldo Moro e la visione di una nuova Europa

“Per quanto riguarda l’Europa il Governo si propone di continuare la propria azione diretta ad assicurare la piena ripresa dell’attività comunitaria nel rispetto dei Trattati al fine di realizzare l’integrazione economica quale premessa dell’unità politica dell’Europa. Tale azione si svolgerà in tutte le sedi comunitarie, economiche e politiche, continuando ad interessare ad essa il Parlamento ed il Paese e portando avanti il progetto di elezione a suffragio universale di un Parlamento europeo”: questo inciso è parte del discorso di Aldo Moro alla Camera dei Deputati ed al Senato in occasione del suo insediamento da presidente del Consiglio dei ministri.
Una ricorrenza, quella del ritrovamento del corpo di Aldo Moro, che coincide con la festa dell’Europa, che a ben vedere non è proprio casuale, in quanto ricorda la dichiarazione di Robert Schuman per ‘creare’ l’Unione Europea come unità degli Stati e dei popoli, come ha sottolineato il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella: “Dal 1985 si celebra la Festa dell’Europa e i valori che ad essa sono intrinsecamente legati: pace, democrazia, tutela dei diritti delle persone e dei popoli.
Il 9 maggio segna l’anniversario della dichiarazione con la quale nel 1950 Robert Schuman proponeva la creazione di una comunità di Stati i cui membri avrebbero messo in comune le produzioni di carbone e acciaio, convinto che ‘la pace mondiale non potrebbe essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano’. Parole che risuonano, oggi, in tutta la loro straordinaria forza e drammatica attualità”.
Nel messaggio il presidente Mattarella ha ricordato che l’Unione Europea ha garantito ai suoi Stati, fino a qualche anno fa, la pace: “L’Unione Europea, nella sua vita, ha saputo affrontare con successo sfide e crisi, confermando la sua capacità di assicurare il futuro dell’Europa e dell’Italia in un contesto di convivenza pacifica, di crescita economica, di sviluppo sociale, di garanzia di libertà”.
Ed ha garantito alle persone il diritto democratico del voto: “Con la partecipazione al voto potremo plasmare il governo di un’Unione Europea unita, in pace, dinamica, capace di armonizzare secondo principi di solidarietà i diversi punti di vista dei suoi popoli. Presidio della nostra sicurezza.
Con lo stesso coraggio e la medesima determinazione di cui diedero prova i Padri fondatori dell’Europa unita dobbiamo prendere nelle nostre mani il destino della civiltà europea, per contribuire a rendere più giusto il mondo in cui viviamo”.
Negli anni ’60 Aldo Moro fu un protagonista fondamentale per il consolidamento dell’Unione Europea e nell’intervento da Presidente del Consiglio il 12 dicembre 1963 mise in luce la novità parlamentare della svolta politica verso l’alleanza atlantica e la solidarietà europea: “La politica di solidarietà europea, che sarà perseguita nella forma dell’integrazione democratica, economica e politica, fuori di ogni particolarismo, offre al nostro Paese uno spazio ed un ambiente adatti per la sua espansione economica e per una significativa partecipazione alla politica internazionale in proporzione alle sue forze, alla sua tradizione e cultura, al suo peso economico e sociale. Il governo si propone una azione coerente per superare le remore opposte, con iniziative estranee alla finalità dei trattati di Roma, alla creazione dell’unità democratica dell’Europa.”.
Mentre durante i lavori della X Assemblea ordinaria dei parlamentari dell’UEO (Unione Europea Occidentale) nel giugno 1964 Aldo Moro rese omaggio ad Alcide De Gasperi ed ai Padri fondatori per aver dato vita ad un’Europa democratica e plurale: “L’Europa che noi ci sforziamo di costruire è una Europa intesa in senso democratico: è questo uno dei cardini fondamentali della nostra concezione associativa. Democrazia, come noi la intendiamo, significa anche e necessariamente una prospettiva di sviluppi sociali e di giustizia da attuarsi nella libertà”.
Quindi l’Europa disegnata da Aldo Moro era un’Europa aperta ad una visione mondiale per la libertà di tutti i popoli: “Se noi negassimo e sottovalutassimo queste nuove profonde esigenze, ci chiuderemmo nel passato, anziché rivolgerci all’avvenire: e l’Europa è l’avvenire. A questo riguardo non abbiamo alcun dubbio.
Anche avendo riguardo alle presenti difficoltà nel dare rapido sviluppo al processo europeo, siamo ottimisti nel risultato finale, proprio perché crediamo che l’Europa sia un mezzo per rispondere efficacemente a quegli aneliti di democrazia e di libertà che sono propri dell’uomo e quindi permanentemente radicati nelle aspirazioni dei popoli in una concezione umana, cristiana della realtà sociale e politica.
In secondo luogo vogliamo un’Europa aperta a tutti i Paesi capaci di assumere gli impegni che ne derivano. In un mondo che si muove nell’ambito dei grandi spazi, in una situazione internazionale nella quale si profilano un’unità africana, un’integrazione latino-americana, strumenti di collaborazione afro-asiatica…, sarebbe un controsenso che rimanessero attaccati a gretti egoismi nazionali gli europei che si sono così spesso posti all’avanguardia dei grandi movimenti di rinnovamento umano”.