ISMU: stranieri in leggero aumento e nascite in diminuzione

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Nei giorni scorsi è stato presentato il XXIX rapporto dell’ISMU sulla migrazione, stimando che al 1° gennaio 2023 gli stranieri presenti in Italia sono circa 5.775.000, 55.000 in meno rispetto alla stessa data del 2022; però il bilancio demografico mostra una significativa crescita della popolazione straniera residente in Italia (+110.000 unità). Diminuisce, invece, la componente irregolare, che si attesta sulle 458.000 unità, contro le 506.000 dell’anno precedente, dovuta all’avanzamento delle regolarizzazioni attuate nel 2022 a completamento delle procedure di ‘emersione 2020’, come la riduzione dei ‘regolari non residenti’, sceso da 293.000 a 176.000.

Per quanto riguarda il lavoro, lo scorso anno ha segnato il record storico delle assunzioni di personale immigrato (1.057.620 persone, programmate dalle imprese italiane. Permangono, però, numerose criticità, che mostrano la necessità di una nuova governance dei processi migratori e di inclusione. Mentre per la scuola il numero degli alunni con background migratorio è tornato a crescere a un ritmo che lascia presumere che, in circa 10 anni, si potrà arrivare al traguardo di un milione di alunni con background migratorio (nell’anno scolastico 2021/22 il numero si attesta a 872.360 presenze). Si segnala, inoltre, che i nati in Italia rappresentano il 67,5% degli alunni con cittadinanza non italiana.

Per quanto riguarda le confessioni religiose, ISMU stima che al 1° luglio 2023 i cristiani rappresentino la maggioranza assoluta (53,1%) tra gli stranieri residenti in Italia, con una presenza di immigrati cattolici che si attesta al 17,0% (i musulmani rappresentano il 29,7%).

Sono questi alcuni dei principali dati del XXIX Rapporto sulle migrazioni 2023, elaborato da Fondazione ISMU ETS (Iniziative e Studi sulla Multietnicità), con la presenza Giovanni Azzone, Presidente Fondazione Cariplo; Gian Carlo Blangiardo, Presidente Fondazione di ISMU ETS; Romano Guerinoni, Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi; Livia Elisa Ortensi,

Analizzando i dati. al 1° gennaio del 2023, tra gli stranieri regolarmente presenti in Italia la componente extra-Ue è di circa tre quarti del totale: l’aumento di 166.000 unità rispetto alla stessa data del 2022 conferma la tendenza alla ripresa ‘post-Covid’, avviata lo scorso anno. Il 40% di cittadini non comunitari proviene da quattro Paesi: Ucraina, Marocco, Albania e Cina. 

Seguono 11 Paesi con quote di presenze regolari extra-UE comprese tra il 2% e il 5%. Nell’ordine: India, Bangladesh, Egitto, Filippine, Pakistan, Moldova, Sri Lanka, Senegal Nigeria, Tunisia e Perù. Nel complesso le prime quindici nazionalità coprono più di tre quarti del totale.

Inoltre la Fondazione rileva che l’aumento degli stranieri provenienti da Paesi terzi nel 2022 va quasi del tutto attribuito alle vicende che hanno determinato la forte crescita della popolazione ucraina, una presenza che, tra l’altro, era da tempo consolidata nella realtà italiana. Al 1° gennaio 2022 gli ucraini in Italia con regolare permesso di soggiorno erano poco più di 230.000, la gran parte (81,2%) con un titolo di lungo periodo. Dopo lo scoppio della guerra si sono avuti consistenti nuovi arrivi in Italia, con un picco nel mese di maggio 2022.

Nell’anno gli ingressi si sono poi largamente ridotti e, alla fine del 2022, si contavano in Italia circa 146.000 cittadini ucraini sotto protezione temporanea, di cui quasi 54.000 minori. La pressione migratoria si è affievolita dall’inizio del 2023 assestandosi su una media di poco meno di 350 nuovi permessi al mese, a fronte di 67.000 permessi rilasciati tra il 2 marzo e il 30 aprile 2022 e di ulteriori 27.000 permessi rilasciati tra maggio e luglio.

Nel 2022 gli stranieri che hanno acquisito la cittadinanza sono circa 214.000, contro i 121.457 dell’anno precedente. I cittadini non comunitari divenuti italiani nel 2022 sono in prevalenza marocchini, albanesi e ucraini. Inoltre il ruolo dell’immigrazione nel mitigare i numeri della decrescita: le 393.000 nascite registrate in Italia nel 2022 sono il 27% in meno rispetto al dato del 2002, ma sono il prodotto di un aumento del 56% dei nati stranieri e una diminuzione del 33% di quelli italiani.

Tuttavia, sebbene tra il 2002 e il 2022 i nati stranieri siano saliti da 340.000 a 530.000 (mentre gli italiani sono scesi da 505.000 a 340.000), va rilevato che il loro contributo a supporto della bassa natalità nell’Italia tende sempre più ad attenuarsi. Le 53.000 nascite nel 2022 sono 27.000 in meno rispetto al massimo osservato nel 2012 (con 80.000 nati).

I tassi di natalità della popolazione straniera vanno infatti progressivamente convergendo verso quelli degli italiani: dai 23,5 nati per mille abitanti del 2004 (con oltre 14 punti di vantaggio sugli autoctoni) si è scesi nel 2022 a un più modesto 10,4 per mille (con solo circa 4 punti in più).

Intanto gli sbarchi registrati sulle coste italiane nel 2023 hanno raggiunto volumi simili a quelli del periodo 2014-2017, gli anni della cosiddetta crisi dei rifugiati. In particolare, tra il 1^ gennaio e il 31 dicembre 2023 gli sbarchi ammontano a 157.000, con una crescita del 67,1% rispetto allo stesso periodo del 2022 e del 133,6% rispetto al 2021.

I decessi nel tentativo di attraversare il Mediterraneo centrale sono in crescita da 1.417 a 2.498, pari rispettivamente a 9 e 13 ogni 1.000 tentati attraversamenti. Il numero complessivo di persone decedute dal 2014 è oltre 22.000, di cui 485 bambini.

Nel 2023 sono aumentati i flussi dalla Tunisia (+200% nei primi 10 mesi rispetto al dato complessivo 2022) e leggermente diminuiti quelli dalla Libia (-2.4%). Se si considera i paesi d’origine delle persone sbarcate nello scorso anno è cresciuto il numero di cittadini originari della Guinea (che costituiscono l’11,6% del totale) seguiti da quelli di Tunisia (11%), Costa d’Avorio, (10,2), Bangladesh (7,7%) ed Egitto (7,0%).

In crescita anche gli arrivi alle frontiere terrestri: nel 2022 alla frontiera con la Slovenia erano stati 13.500 (+44% rispetto al 2021), prevalentemente da Pakistan, Afghanistan, Bangladesh, India e Nepal. Nel 2023 gli ingressi tra gennaio e novembre sono stati oltre 11.000, ancora prevalentemente da Pakistan, Afghanistan, Bangladesh.

Nel 2022 le richieste d’asilo sono state 84.289 (di cui 7.090 reiterate), con una crescita del 57% rispetto al 2021, quando le domande erano state 53.609. Nel 2023 le richieste d’asilo verso l’Italia sono state invece 135.820, presentate primariamente da cittadini del Bangladesh (17,3%), dell’Egitto (13,5%) e del Pakistan (12,6%).

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