Nessuno ai margini per sconfiggere la lebbra

Condividi su...

Oggi si celebra la 71^ giornata mondiale dei malati di lebbra con il tema ‘Nessuno ai margini’, in quanto essa ancora non è debellata, secondo i dati pubblicati dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) lo scorso settembre: nel 2022 i casi accertati sono stati 174.087 con un aumento del 23,8% rispetto al 2021 (140.594 persone).

Al primo posto l’India con 103.819 casi, seguita dal Brasile (19.635 persone) e dall’Indonesia (12.441 persone), tre Paesi che insieme contano il 78,1% del totale dei malati diagnosticati. Tra i nuovi casi il 5,1% è rappresentato da bambini, una percentuale ancora alta che dimostra come la catena di trasmissione resti attiva e precoce, con un aumento del 14,6% rispetto all’anno precedente. In crescita anche il numero delle persone che presentano gravi disabilità al momento della diagnosi (9.554 nel 2022, con un aumento del 12,8% rispetto all’anno precedente in cui se ne contarono 8.469).

Nei progetti l’Aifo segue la Road map 2021-2030 dell’Oms per il controllo delle malattie tropicali neglette (o dimenticate), a sua volta in linea con la strategia globale per l’eliminazione della lebbra (Towards zero leprosy, 20212030) secondo il volere di Raul Follereau, il cui scopo era costruire la ‘Civiltà dell’amore’, che parte dagli ultimi. L’impegno di Follereau iniziò in Costa D’Avorio tra i lebbrosi, malati che per le loro mutilazioni sono emarginati e rifiutati, per dare a ogni persona dignità, diritti, giustizia, libertà e inclusione sociale.

Giovanni Gazzoli, medico Aifo specializzato in malattie tropicali, ha spiegato che è possibile sconfiggere la lebbra: “Il cammino verso un mondo senza lebbra è lungo e presuppone un lavoro costante e collettivo. Sicuramente è necessario interrompere la catena di trasmissione della malattia, ma le conseguenze fisiche e sociali devono essere considerate nei programmi di controllo, che non possono avere una dimensione esclusivamente dettata da parametri sanitari, ma devono diventare espressione di un lavoro che intende rivitalizzare la dignità della persona”.

Ed ha spiegato cosa è la lebbra: “Si tratta di una malattia contagiosa, presente in più di 120 Paesi del mondo, causata da un batterio (Mycobacterium Leprae). Se non adeguatamente trattata può causare disabilità permanenti, perché il batterio colpisce i nervi periferici degli arti superiori, inferiori e dell’apparato oculare. Si manifesta in individui sensibili, ossia nelle persone che, per la loro specificità genetica e immunologica, non sono in grado di controllare ed eliminare l’infezione dopo il contatto con il batterio.

Dal 1981 è curabile grazie ad un trattamento specifico standard, definito dall’OMS, chiamato polichemioterapia (PCT) con l’associazione di tre farmaci. Dopo l’inizio del trattamento, la persona non è più contagiosa e di conseguenza non è necessario l’isolamento”.

La lebbra, quindi, è ancora una questione di salute pubblica: “Possiamo affermare che oggi la lebbra è ancora un problema di salute pubblica in vari paesi del mondo, a causa di alcuni fattori e determinanti sociali. Come visto, la diminuzione del numero delle persone diagnosticate negli ultimi anni è graduale e progressiva, ma non come ci si attendeva.

Oggi la lebbra si trova nella lista delle Malattie Tropicali Neglette (MTN) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ed è ancora un problema sanitario importante in vari paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America latina, dove persistono condizioni socio-economiche precarie che favoriscono la trasmissione della malattia”.

Quindi ha spiegato l’impatto della lebbra nelle persone, specialmente nei bambini: “Dal punto di vista epidemiologico, il numero annuale delle persone diagnosticate è sicuramente un dato importante, ma non sufficiente per valutare l’impatto globale della malattia. Si devono utilizzare altri indicatori.

Nonostante la percentuale sia diminuita negli ultimi anni, rimane comunque ancora alta in vari Paesi endemici, indicando che la catena di trasmissione è ancora attiva e precoce. Nel 2021, tra le persone diagnosticate, 9.052 erano bambine/i, corrispondenti al 6,4%, con un aumento rispetto al 2020 del 4,7% (8.642)”.

Per questo Raul Follereau scrisse questa preghiera: “Concedici la grazia Signore di capire che in ogni istante, mentre noi viviamo una vita troppo felice e protetta da te, ci sono milioni di essere umani, che pure sono tuoi figli e nostri fratelli, che muoiono di fame senza aver meritato di morire di fame, che muoiono di freddo senza avere meritato di morire di freddo”.

(Foto: Aifo)

Free Webcam Girls