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Papa Francesco chiede ai sindaci la bellezza

Sabato scorso papa Francesco ha ricevuto in udienza i sindaci italiani con un invito a quella solidarietà, tante volte sottolineata da san Giovanni Paolo II, salutato dal presidente dell’ANCI, Antonio Decaro, sindaco di Bari, che ha sottolineato l’aumento del disagio sociale in questi anni di pandemia:

Papa Francesco chiede ai vescovi vicinanza al ‘gregge’

“Ieri a Cordova, in Spagna, sono stati beatificati il sacerdote Juan Elías Medina e 126 compagni martiri: sacerdoti, religiose, seminaristi e laici, uccisi in odio alla fede durante la violenta persecuzione religiosa degli anni trenta in Spagna. La loro fedeltà dia la forza a tutti noi, specialmente ai cristiani perseguitati in diverse parti del mondo, la forza di testimoniare con coraggio il Vangelo. Un applauso ai nuovi Beati!”

Papa Francesco invita i sacerdoti ad essere vicini

“Vi confesso che sono molto addolorato per la tragedia che ancora una volta si è consumata nei giorni scorsi nel Mediterraneo. Centotrenta migranti sono morti in mare. Sono persone, sono vite umane, che per due giorni interi hanno implorato invano aiuto, un aiuto che non è arrivato. Fratelli e sorelle, interroghiamoci tutti su questa ennesima tragedia. È il momento della vergogna. Preghiamo per questi fratelli e sorelle, e per tanti che continuano a morire in questi drammatici viaggi. Preghiamo anche per coloro che possono aiutare ma preferiscono guardare da un’altra parte. Preghiamo in silenzio per loro”.

Papa Francesco: cura è vicinanza

“La celebrazione della XXIX Giornata Mondiale del Malato, che ricorre l’11 febbraio 2021, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, è momento propizio per riservare una speciale attenzione alle persone malate e a coloro che le assistono, sia nei luoghi deputati alla cura sia in seno alle famiglie e alle comunità. Il pensiero va in particolare a quanti, in tutto il mondo, patiscono gli effetti della pandemia del coronavirus”: Così inizia il messaggio del papa, ‘Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli’, incentrato sulla relazione di cura.

Papa Francesco: l’Avvento è il tempo della vicinanza di Dio

“Auguro a tutti voi una buona domenica e un buon cammino di Avvento. Cerchiamo di ricavare del bene anche dalla situazione difficile che la pandemia ci impone: maggiore sobrietà, attenzione discreta e rispettosa ai vicini che possono avere bisogno, qualche momento di preghiera fatto in famiglia con semplicità. Queste tre cose ci aiuteranno tanto: maggiore sobrietà, attenzione discreta e rispettosa ai vicini che possono avere bisogno e poi, tanto importante, qualche momento di preghiera fatto in famiglia con semplicità”: con questo augurio papa Francesco ha concluso la recita dell’Angelus in questa prima domenica di Avvento.

Marco Marcatili: la resilienza della famiglia ai tempi del coronavirus

Nel ‘tempo-Covid’ le famiglie hanno vissuto la propria abitazione in una dimensione nuova: luogo della scuola, del lavoro e del tempo libero, essa è diventata anche un elemento di valutazione e analisi, per capire cos’è successo in questi mesi, e soprattutto cosa accadrà in futuro, quali sono le percezioni e quali i comportamenti reali degli italiani.

San Giovanni Paolo II nel ricordo di papa Francesco

Nell’ultima messa in streaming, per l’occasione nella cappella della basilica di san Pietro, dove è la tomba di Papa Wojtyla, in streaming papa Francesco ha ricordato il 100^ anniversario della nascita di san Giovanni Paolo II (18 maggio 1920), insieme al card. Angelo Comastri, vicario generale per la Città del Vaticano e arciprete della Basilica vaticana, il card. Konrad Krajewski, elemosiniere apostolico, mons. Piero Marini, che per 18 anni è stato maestro delle celebrazioni liturgiche durante il suo pontificato e l’arcivescovo mons. Jan Romeo Pawłowski, capo della terza Sezione della Segreteria di Stato che si occupa del personale diplomatico della Santa Sede.

Entro maggio le messe con il popolo ed i funerali pubblici da oggi

“Esprimo la soddisfazione mia, dei vescovi e, più in generale, della comunità ecclesiale per essere arrivati a condividere le linee di un accordo, che consentirà nelle prossime settimane, sulla base dell’evoluzione della curva epidemiologica, di riprendere la celebrazione delle Messe con il popolo”.

Indagine Caritas: aumentano i poveri per il coronavirus

A causa del Covid-19 cresce la povertà in Italia, come ha sottolineato un rapporto di Caritas italiana, con dato allarmante che risulta da una prima rilevazione condotta a livello nazionale su 70 Caritas diocesane in tutta Italia, circa un terzo del totale.

Papa Francesco chiede ai seminaristi vicinanza e sinodalità

Nella settimana in cui ricorre il 50^ anniversario della sua ordinazione sacerdotale, papa Francesco ha occasione di parlare proprio della ‘bellezza della chiamata al sacerdozio ministeriale’, a colloquio con i membri del Pontificio Seminario regionale Flaminio, ‘Benedetto XV’ di Bologna, cui afferiscono otto diocesi dell’Emilia-Romagna, in occasione dei 100 anni dalla fondazione, ad opera di san Pio X.

A questi rappresentanti del ‘Buon Pastore in mezzo al suo Popolo’ in cammino di preparazione al sacerdozio, il papa ha parlato del Seminario, indicando tre aspetti identficativi: casa di preghiera, di studio e di comunione, salutando il card. Zuppi e mons. Bettazzi:

“Voi siete chiamati ad essere evangelizzatori nella vostra Regione, segnata anch’essa dalla scristianizzazione. Quanti sono più esposti al vento freddo dell’incertezza o dell’indifferenza religiosa, hanno bisogno di trovare nella persona del sacerdote quella fede robusta che è come una fiaccola nella notte e come una roccia alla quale attaccarsi.

Questa fede si coltiva soprattutto nel rapporto personale, cuore a cuore, con la persona di Gesù Cristo. E il Seminario è prima di tutto la casa della preghiera dove il Signore convoca ancora i ‘suoi’ in ‘un luogo appartato’, a vivere un’esperienza forte di incontro e di ascolto”.

Per il papa il seminario è il luogo della preghiera: “Sono gli anni più favorevoli per imparare a ‘stare con Lui’, gustando con stupore la grazia di essere suoi discepoli, imparare ad ascoltarlo, a contemplare il suo volto…

Qui l’esperienza del silenzio e della preghiera è fondamentale: è lì, nel rimanere alla sua presenza, che il discepolo può conoscere il Maestro, come da Lui è conosciuto, direbbe san Paolo. Ma è essenziale anche l’incontro con Gesù nel volto e nella carne dei poveri. Anche questo è parte integrante della formazione spirituale del seminarista”.

Il secondo aspetto sottolineato dal papa riguarda lo studio: “Il secondo aspetto che identifica il Seminario è quello dello studio. Lo studio fa parte di un itinerario mirato all’educazione di una fede viva, una fede consapevole, chiamata a diventare la fede del pastore. Lo studio, in questo cammino, è strumento privilegiato di una conoscenza sapienziale e scientifica, capace di assicurare fondamenta solide a tutto l’edificio della formazione dei futuri presbiteri.

E’ anche strumento di un sapere condiviso. Mi spiego. L’impegno di studiare, anche in Seminario, è chiaramente personale, ma non è individuale. Condividere le lezioni e lo studio con i compagni di Seminario è anch’esso un modo di entrare a far parte di un presbiterio.

Infatti, senza trascurare le inclinazioni e i talenti personali, anzi, valorizzandoli, in Seminario si studia insieme per una missione comune, e questo dà un ‘sapore’ tutto speciale all’apprendimento della Sacra Scrittura, della teologia, della storia, del diritto e di ogni disciplina”.

Il terzo aspetto sottolineato è la casa di comunione: “Anche questo aspetto è ‘trasversale’, come gli altri due. Parte da una base umana di apertura agli altri, di capacità di ascolto e di dialogo, ed è chiamato ad assumere la forma della comunione presbiterale intorno al Vescovo e sotto la sua guida.

La carità pastorale del prete non può essere credibile se non è preceduta e accompagnata dalla fraternità, prima tra seminaristi e poi tra presbiteri. Una fraternità sempre più impregnata della forma apostolica, e arricchita dai tratti propri della diocesanità, cioè da quelle caratteristiche peculiari del popolo di Dio e dei santi, specialmente dei santi preti, di una Chiesa particolare”.

Proprio soffermandosi sul concetto di fraternità il papa ha rimarcato quanto e come valga per i sacerdoti diocesani quella che lui stesso definisce ‘”vicinanze’: “Essere vicino a Dio nella preghiera, l’ho detto, si incomincia dal seminario. Essere vicino al vescovo, sempre vicino al vescovo: senza il vescovo la Chiesa non va, senza il vescovo il prete può essere un leader ma non sarà prete”.

Per la terza ‘vicinanza’ il papa è più preciso chiedendo sinodalità: “Questa è una cosa che a me fa soffrire, quando vedo dei presbiteri frammentati, dove sono l’uno contro l’altro, oppure tutti cortesi ma poi sparlano l’uno dell’altro. Se non c’è un presbiterio unito… Questo non significa che non si può discutere, no, si discute, si scambiano le idee, ma la carità è quella che unisce”.

Ed infine ha chiesto di essere vicini al popolo: “E la quarta vicinanza: la vicinanza al popolo di Dio. Per favore, non dimenticatevi da dove venite… Non sei venuto a fare la carriera ecclesiastica, come un tempo si diceva, in uno stile letterario di altri secoli. Vicinanza a Dio, vicinanza al vescovo, vicinanza al presbiterio, fra di voi, e vicinanza al popolo di Dio.

Se manca una di queste, il prete non funziona e scivolerà, lentamente, nella perversione del clericalismo o in atteggiamenti di rigidità. Dove c’è clericalismo c’è corruzione, e dove c’è rigidità, sotto la rigidità, ci sono gravi problemi”.

Contemporaneamente La Civiltà Cattolica ha pubblicato, a cura di p. Josè Luis Narvaja, gli ‘Scritti’ di padre Miguel Ángel Fiorito, gesuita argentino scomparso nel 2005, uno dei grandi maestri di spiritualità della Compagnia, il cui insegnamento ha formato generazioni di gesuiti latinoamericani, compreso il papa, che ha introdotto molti suoi libri:

“I suoi scritti distillano misericordia spirituale, insegnamenti per chi non sa, buoni consigli per chi ne ha bisogno, correzione per chi sbaglia, consolazione per il triste e aiuti per avere pazienza nella desolazione”.

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