Terremoto in Turchia ed in Siria: partiti gli aiuti umanitari

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E’ di oltre 3000 morti il bilancio provvisorio, destinato ad aumentare, del violento terremoto che colpito il Sud della Turchia e la Siria nella notte di lunedì 6 febbraio, che ha fatto crollare anche la cattedrale di Iskenderun, mentre si sono attivate subito le reti di solidarietà della Conferenza Episcopale Italiana e dell’Ordine di Malta. Papa Francesco ha fatto avere il suo cordoglio ad entrambi i Paesi colpiti con un telegramma firmato dal Segretario di Stato, il Cardinale Parolin.

All’arcivescovo Marek Solczybski, nunzio apostolico in Turchia, il papa ha inviato l’assicurazione della sua vicinanza spirituale a tutti quelli che sono rimasti colpiti dal terremoto, ‘affidando quelli che sono morti alla memoria misericordiosa dell’Onnipotente’, e inviando ‘condoglianze di cuore a quanti stanno piangendo la loro perdita’.

Al card. Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, il card. Parolin ha comunicato che il papa è “profondamente intristito dalla significativa perdita di vite causata dal terremoto nell’area del Nord Ovest della Siria. Anche in quel caso, il Papa prega per quanti hanno perso cari e per quanti portano aiuto, e in aggiunta il Papa invoca sopra il popolo siriano a lungo sofferente la benedizione divina di forza e pace”.

Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdogan, un messaggio: “Ho appreso con profonda tristezza e seguo con attenzione le notizie sul sisma che ha così gravemente colpito la zona sud orientale della Turchia, causando numerosissime vittime e feriti.

In questo momento di lutto l’Italia è vicina, con sentimenti di partecipe solidarietà, al dolore dell’amico popolo turco. Il nostro pensiero va alle famiglie di quanti hanno perso la vita, ai feriti ed alle squadre di soccorso”.

Mentre sono almeno 812 le vittime in Siria, tra le zone controllate dal governo (371 morti e 1.089 feriti) e quelle controllate dai ribelli dell’opposizione (221 morti e 419 feriti): colpite anche le città di Aleppo, già martoriata dalla guerra, Hama, Latakia e Tartus.

Ad Aleppo sono decine i palazzi crollati: la tv di Stato riferisce che vi sarebbero ‘un migliaio’ di persone intrappolate sotto le macerie. La ong di protezione civile siriana ‘White Helmets’ (Caschi Bianchi o Difesa civile siriana) ha dichiarato lo stato di emergenza nel nord-est del Paese e lanciato un appello alle organizzazioni umanitarie internazionali affinché intervengano con aiuti in tempi rapidi.

Secondo l’organizzazione umanitaria indipendente ‘Still I Rise’ “questa ennesima tragedia si somma alla già devastante situazione vissuta quotidianamente nel nord-ovest della Siria, dove da quasi 12 anni si consuma una delle crisi umanitarie più gravi del nostro secolo.

Qui vive una popolazione di 4.600.000 persone, di cui 2.900.000 sono gli sfollati interni, poco meno di due terzi dei quali vivono nei campi, stando a dati dell’ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari.

Bombardamenti, rappresaglie e conflitti armati non si sono mai interrotti e nel dicembre 2022 sono stati accertati oltre 500 casi di colera nel nord-ovest della Siria, a seguito di un’epidemia dichiarata pochi mesi prima. Tutto questo nella totale indifferenza della comunità internazionale”.

Intanto la Cei ha stanziato di € 500.000 dai fondi otto per mille come prima forma di aiuto alle vittime del violento terremoto che ha devastato la Turchia e la Siria: “In Siria il sisma ferisce un Paese già dilaniato dalla guerra e dove oltre l’80% della popolazione vive in povertà. Caritas Italiana è in stretto contatto con le Caritas locali”.

Mentre il presidente dei vescovi italiani, card. Matteo Zuppi, ha espresso il cordoglio per le vittime: “A nome della Chiesa che è in Italia esprimo profondo cordoglio e vicinanza alla popolazione provata da questo tragico evento, assicurando preghiere per le vittime, i loro familiari e i feriti. Mentre ci stringiamo a quanti sono stati colpiti da questa calamità, auspichiamo che la macchina della solidarietà internazionale si metta subito in moto per garantire una rapida ricostruzione”.

Anche il Sovrano Militare Ordine di Malta ha inviato una squadra di soccorso d’emergenza nella regione colpita dal sisma, come ha precisato Oliver Hochedez, responsabile del dipartimento di emergenza del Malteser International: “I nostri colleghi di Gaziantep e Kilis ci raccontano delle enormi distruzioni causate dal terremoto.

Una squadra di soccorso è già stata inviata nella regione. I nostri partner locali hanno urgente bisogno di sostegno, soprattutto nelle aree dei rifugiati nel nord della Siria, dove centinaia di migliaia di persone vivono in semplici rifugi e ora, dopo il terremoto, sono ancora più indifese.

Attualmente le temperature nella regione sono gelide e piove a dirotto. Negli ospedali delle nostre organizzazioni partner, il numero di feriti del terremoto aumenta di ora in ora. Dobbiamo quindi fornire aiuto rapidamente”.

Anche dall’AVSI arriva un appello da parte di Filippo Agostino, responsabile dell’ong in Siria: “Interi palazzi, già danneggiati dalla guerra, sono crollati. La gente si è riversata in strada. In Siria sono, per ora, 371 le vittime e oltre duemila i feriti stando ai dati ufficiali rilasciati dal governo. Migliaia gli sfollati. Ad Aleppo si sono registrati 60 morti e 200 feriti.

In città sono stati messi a disposizione 17 scuole per ospitare gli sfollati. Noi insieme ai nostri partner locali, tra cui la Mezzaluna rossa e il Nunzio Apostolico, ci siamo attivati per curare i feriti presso l’ospedale Saint Louis, uno degli ospedali che sosteniamo attraverso il progetto ‘Siria. Ospedali Aperti’ avviato nel 2017”.

Anche dall’ong ‘Terre des hommes’ arriva il racconto della distruzione: “Questo terremoto è un ulteriore colpo per la popolazione siriana già allo stremo dopo 12 anni di incessante guerra, nel pieno di un inverno freddissimo.

Siamo in Siria da diversi anni e al momento stiamo valutando i danni, il nostro staff è già presente ad Aleppo e alcuni si stanno recando a Latakia, una delle zone più colpite, e dove la casa della famiglia del nostro delegato Aziz è completamente distrutta, come quella di centinaia di altre persone.

Mentre la nostra Federazione internazionale si sta mobilitando per intervenire anche in Turchia, il cordoglio di tutti e tutte noi va alle persone che hanno perso i loro cari e le loro case e vogliamo essere presenti da subito per portare aiuti nel più breve tempo possibile”.

(Foto: Terre des hommes)

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