Benedetto XVI: la mancanza di perdono produce crisi

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‘Con dolore informo che il Papa Emerito, Benedetto XVI, è deceduto oggi alle ore 9:34, nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano’: la notizia è stata data da Matteo Bruni direttore della Sala Stampa della Santa Sede; i funerali saranno celebrati da papa Francesco giovedì 5 gennaio. 

Il segretario particolare di Benedetto XVI, mons. Georg Gänswein, ha ricordato le ultime parole del papa emerito: “Il Santo Padre Emerito ha detto a me e a tutti coloro che lo hanno accompagnato nelle sue ultime ore: ‘Pregate per me’. Per me, la sua morte significa una perdita grande e personale. Sono profondamente grato e allo stesso tempo molto triste”.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso il suo cordoglio nel ricordo della sua testimonianza: “La morte del Papa emerito Benedetto XVI è un lutto per l’Italia. La sua dolcezza e la sua sapienza hanno beneficato la nostra comunità e l’intera comunità internazionale. Con dedizione ha continuato a servire la causa della sua Chiesa nella veste inedita di Papa emerito con umiltà e serenità.

La sua figura rimane indimenticabile per il popolo italiano. Intellettuale e teologo ha interpretato con finezza le ragioni del dialogo, della pace, della dignità della persona, come interessi supremi delle religioni. Con gratitudine guardiamo alla sua testimonianza e al suo esempio”.

Ad inizio mese papa Francesco, conferendo a due personalità il ‘Premio Ratzinger’, istituito nel 2011 dalla ‘Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI’, aveva sottolineato l’importanza della sua azione contemplativa: “Sono lieto di presiedere anche quest’anno la cerimonia di consegna del Premio. Come sapete, non mancano per me momenti di incontro personale, fraterno e affettuoso, con il Papa emerito.

Inoltre tutti sentiamo la sua presenza spirituale e il suo accompagnamento nella preghiera per la Chiesa intera: quegli occhi contemplativi che sempre mostra. Ma questa occasione è importante per riaffermare che anche il contributo della sua opera teologica e più in generale del suo pensiero continua ad essere fecondo e operante”.

La presidenza della Cei ricorda le parole dell’annuncio della rinuncia al papato: “In queste ore risuona nel cuore di ciascuno di noi il suo invito a ‘sentire la gioia di essere cristiano, perché Dio ci ama e attende che anche noi lo amiamo’. La sua vita fondata sull’amore è stata un riflesso della sua relazione con Dio e, nell’ultimo tratto della sua esistenza, ha reso visibile questa relazione con il Signore, custodendo il silenzio”.

La presidenza nazionale dell’Azione Cattolica Italiana ha manifestato profondo cordoglio per la morte di sua Santità Benedetto XVI e mentre eleva al Signore preghiere di suffragio affinché lo accolga nella gioia senza fine, esprime profonda gratitudine per il suo ministero petrino e per la sua presenza orante e silenziosa offerta per il bene della Chiesa:

“Ricordiamo con affetto le parole che ha rivolto all’AC in molteplici occasioni, in particolare esortandola a proseguire nella sua opera educativa a favore dei ragazzi e dei giovani. Nel suo ultimo incontro con i ragazzi dell’ACR (20 dicembre 2012) diceva:

Sono tanti che vi rendono felici, ma c’è un grande Amico che è l’autore della gioia di tutti e con il quale il nostro cuore si riempie di una gioia che sorpassa tutte le altre e che dura per tutta la vita: è Gesù. Ricordate, cari amici: quanto più imparerete a conoscerlo e a dialogare con Lui, tanto più sentirete nel cuore di essere contenti e sarete capaci di vincere le piccole tristezze che ci sono a volte nell’animo”.

Anche le ACLI si uniscono alla preghiera di papa Francesco e di tutta la Chiesa universale per la scomparsa del papa emerito, Benedetto XVI: “In tutta la sua esistenza di teologo, Vescovo, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ed infine Sommo Pontefice, Joseph Ratzinger è stato guidato da una fortissima passione per la verità che egli intendeva come manifestazione dell’amore di Dio per gli uomini in Gesù Cristo…

Sempre saldo fu il suo riferimento al Concilio Vaticano II, cui partecipò come esponente di punta fra i periti che affiancavano i Padri conciliari, che egli intese come ‘riforma e non rottura’ rispetto alla continuità della grande Tradizione della Chiesa, spesso scontando incomprensioni e malesseri rispetto a quelle che gli sembravano fughe in avanti o veri e propri errori teologici”.

Un accenno particolare alla sua attenzione verso la Dottrina Sociale della Chiesa: “In materia sociale, egli operò per il rinnovamento della Dottrina sociale della Chiesa alla luce delle esigenze dei tempi nuovi , come testimonia la grande enciclica ‘Caritas in veritate’, imperniata sul binomio ‘giustizia e bene comune’ sulle orme della ‘Populorum progressio’ di Paolo VI, sottolineando per parte sua lo stretto legame che intercorreva tra ‘fraternità, sviluppo economico e società civile’, e ricordando che ‘la giustizia riguarda tutte le fasi dell’attività economica’, e senza giustizia non si dà un’economia a misura dell’essere umano”.

La Comunità di Sant’Egidio si unisce alla preghiera di tutta la Chiesa per la scomparsa di Benedetto XVI, un pastore mite e profondo che fin dal Concilio Vaticano II: “Ricordiamo gli incontri, le visite, i momenti di preghiera con la Comunità lungo il suo pontificato, che hanno segnato in maniera significativa la vita e la riflessione della Comunità stessa:

in particolare la partecipazione all’incontro di Preghiera per la Pace con le religioni mondiali a Napoli, nel 2007; la preghiera per i testimoni della fede del XX e XXI secolo nella basilica di san Bartolomeo, memoriale dei “Nuovi Martiri”; l’incontro con i giovani della Comunità e gli operatori del programma DREAM in Cameroun; le visite alla casa famiglia degli anziani e alla mensa per i poveri a Roma”. 

Mentre la Federazione Nazionale italiana Società di San Vincenzo De Paoli ODV ha ricordato nella preghiera il Papa emerito Benedetto XVI con la presidente nazionale Paola Da Ros: “Insigne teologo, con i suoi modi gentili dedicò l’intera sua vita al Vangelo, da ‘semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore’, come egli stesso si definì all’atto della sua elezione.

Autore delle encicliche ‘Deus Caritas Est’ sull’amore cristiano e ‘Spe Salvi’ sulla speranza cristiana, con i suoi scritti ha alimentato la determinazione di tanti volontari ‘che contribuiscono, con regolarità e generosità, alla missione caritativa della Chiesa nel mondo’.

Vorrei concludere questo breve ricordo del Papa emerito affidando a consorelle, confratelli, volontarie e volontari della Società di San Vincenzo De Paoli queste parole di Benedetto XVI sulla speranza:

Da cristiani non dovremmo mai domandarci solamente: come posso salvare me stesso? Dovremmo domandarci anche: che cosa posso fare perché altri vengano salvati e sorga anche per altri la stella della speranza? Allora avrò fatto il massimo anche per la mia salvezza personale”.

Dall’arcidiocesi di Milano mons. Mario Delpini, in missione in Camerun, ha espresso riconoscenza per Benedetto XVI: “La Chiesa tutta deve essere molto riconoscente a un uomo che ha testimoniato una coerenza esemplare con la propria coscienza, una coerenza che lo ha reso limpido e fermo nelle scelte, disponibile anche all’inedito per testimoniare la sua fedeltà e responsabilità.

La Chiesa deve essere molto riconoscente a un teologo che ha perseguito instancabilmente la ricerca del volto del Dio di Gesù Cristo e del linguaggio adatto per tradurre in parole comprensibili la riflessione teologica, confrontandosi con franchezza e lucidità con il pensiero contemporaneo, le sue meravigliose conquiste e il suo preoccupante smarrimento…

Ma la Chiesa ambrosiana ha motivi propri per essere grata a Papa Ratzinger. Molti di noi, infatti, incoraggiati dai nostri docenti nei primi anni del percorso teologico, hanno incontrato il suo insegnamento, specie con Introduzione al Cristianesimo, e vi hanno trovato una guida per tutto il percorso di formazione teologica”.

Ed infine ha ricordato l’amicizia tra il papa emerito ed il card. Scola: “L’amicizia fedele durata decenni tra il cardinale Angelo Scola e Joseph Ratzinger si è espressa anche in questi ultimi anni come vicinanza cordiale, ma soprattutto ha propiziato la presenza a Milano del futuro Benedetto XVI per l’aggiornamento del clero e per alcuni eventi particolari, come il funerale di don Giussani”.

Inoltre la diocesi di Macerata ed il suo pastore mons. Nazzareno Marconi si uniscono alla preghiera corale per la salita al Cielo del papa emerito Benedetto XVI: “Siamo grati al Signore per il dono di papa Benedetto XVI prima come grande teologo e poi come grande e significativo Papa. Siamo grati per come ha guidato la Chiesa durante il suo pontificato.

Siamo grati al Signore per i suoi insegnamenti teologici; è stato il teologo che non ha mai separato la fede dalla ragione: dimensione importante e fondamentale per vivere come uomini di fede di oggi. Con i suoi ultimi dieci anni, come Papa emerito, ha continuato ad insegnare alla Chiesa che la preghiera non è una cosa secondaria ma fondamentale per la vita e la missione della Chiesa: nel silenzio del monastero ha sostenuto le sofferenze e le prove che il papa Francesco ha affrontato”.

il presidente del Meeting dell’Amicizia fra i popoli, Bernhard Scholz, lo ricorda con profonda gratitudine: “Nella sua vita e nei suoi studi, nel suo servizio alla Chiesa come vescovo e papa ha fatto risplendere con umile ardore la luce della fede e aperto con sublime intelligenza gli orizzonti della ragione.

E’ inestimabile il suo contributo alla vita della Chiesa e al mondo, a partire dalla sua decisiva partecipazione al Concilio Vaticano II; non è possibile valorizzare abbastanza il suo instancabile impegno per una rinnovata testimonianza del popolo di Dio. Con lucidità, lungimiranza e con uno spirito sempre accogliente ha cercato il dialogo con tutti nella ricerca del vero e del bene”.

E non poteva mancare il ricordo del suo incontro al Meeting di Rimini: “Nella sua visita al Meeting nel 1990 come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1990 ha parlato del futuro della Chiesa in un intervento dal titolo ‘Una compagnia sempre riformanda’. Questo intervento, che è stato poi ripreso in tante riflessioni ecclesiali e culturali, rimarrà uno degli eventi più significativi nella storia del Meeting. Lo proponiamo come segno della nostra gratitudine e riconoscenza”.

Terminiamo l’articolo proprio con l’intervento a Rimini estrapolando la parte che è incentrata sul perdono, fondamentale nella Chiesa per la conversione: “Se leggiamo con attenzione il Nuovo Testamento, scopriamo che il perdono non ha in sé niente di magico; esso però non è nemmeno un far finta di dimenticare, non è ‘un fare come se non’, ma invece un processo di cambiamento del tutto reale, quale lo Scultore lo compie.

Il toglier via la colpa rimuove davvero qualcosa; l’avvento del perdono in noi si mostra nel sopraggiungere della penitenza. Il perdono è in tal senso un processo attivo e passivo: la potente parola creatrice di Dio su di noi opera il dolore del cambiamento e diventa così un attivo trasformarsi”.

La crisi della società è maturata per la mancanza di perdono: “Qui siamo giunti ad un punto veramente centrale: credo infatti che il nucleo della crisi spirituale del nostro tempo abbia le sue radici nell’oscurarsi della grazia del perdono.

Notiamo però dapprima l’aspetto positivo del presente: la dimensione morale comincia nuovamente a poco a poco a venir tenuta in onore. Si riconosce, anzi è divenuto evidente, che ogni progresso tecnico è discutibile e ultimamente distruttivo, se ad esso non corrisponde una crescita morale.

Si riconosce che non c’è riforma dell’uomo e dell’umanità senza un rinnovamento morale. Ma l’invocazione di moralità rimane alla fine senza energia, poiché i parametri si nascondono in una fitta nebbia di discussioni.

In effetti l’uomo non può sopportare la pura e semplice morale, non può vivere di essa: essa diviene per lui una ‘legge’, che provoca il desiderio di contraddirla e genera il peccato”.

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