Da Roma appello per impegno a disinvestire dalle fonti fossili

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‘Mentre ci apprestiamo a vivere un inverno che si preannuncia tra i più freddi per l’Europa dalla fine della Seconda Guerra mondiale’, il ‘Movimento Laudato Sì’ e l’Azione cattolica italiana, insieme alle realtà cattoliche nazionali italiane che hanno già aderito alla campagna cattolica per il disinvestimento dai combustibili fossili, Aggiornamenti Sociali, Altis – Alta Scuola impresa e società dell’Università cattolica del Sacro Cuore, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Caritas Italiana, Focsiv – Federazione organismi cristiani servizio internazionale volontario, Provincia euromediterranea (Italia, Malta, Albania e Romania) della Compagnia di Gesù, Masci (Movimento adulti Scout cattolici italiani), Mcl (Movimento cristiano lavoratori), Movimento dei Focolari Italia, hanno lanciato a tutte le organizzazioni cattoliche italiane l’appello a sottoscrivere “l’impegno a disinvestire dalle fonti fossili per un economia di pace e quale testimonianza di prossimità verso i nostri fratelli e sorelle che resistono sotto i bombardamenti, senza elettricità, al freddo in Ucraina”.

Nel testo dell’appello gli estensori sollecitano ad ‘alzarsi in fretta’: “Alzati in fretta è l’invito, rivolto da papa Francesco in occasione della scorsa festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, che risuona oggi ed interpella la nostra responsabilità”.

E chiedono un gesto concreto: “Nel presepe, contemplando con Gesù tutti i bambini che stanno soffrendo per il freddo e la guerra, quest’anno ponete significativamente la sottoscrizione del vostro impegno a disinvestire dalle fonti fossili quale segno che vi siete ‘spogliati’ da i vostri investimenti in un’economia estrattiva e del saccheggio, i cui interessi geopolitici stanno provocando conflitti in tutto il mondo e in particolare in Ucraina; che fate la vostra parte per accelerare la transizione ecologica verso energie rinnovabili, liberando dal peso di finanziare, ogni giorno che accendiamo la luce, il gas di cucina, il riscaldamento, perché dipendenti dal gas russo, un’economia di guerra”.

E richiamando le conclusioni di mons. Filippo Santoro durante la 49^ Settimana sociale dei cattolici italiani, svoltasi nel 2021, il manifesto richiama alla conversione ecologica:

“Come Chiesa italiana stiamo vivendo la nostra ‘conversione ecologica’ e stiamo facendo la nostra parte nel cambiare rotta verso un’economia di pace ogni volta che portiamo le nostre comunità a pregare ed a contemplare il dono della Creazione per sentirci parte di essa, ogni volta che assumiamo stili di vita personali e comunitari sostenibili e sobri, ogni volta che cerchiamo di rispondere all’invito a costituire Comunità energetiche, ogni volta che sosteniamo con responsabilità politiche lungimiranti e rispettose della giustizia anche verso le generazioni future”.

E’ un richiamo a promuovere investimenti sociali, come ha sottolineato papa Francesco nella scorsa giornata di preghiera per la salvaguardia del creato: “Ascoltando queste grida amare, dobbiamo pentirci e modificare gli stili di vita e i sistemi dannosi.

Sin dall’inizio, l’appello evangelico ‘Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino!’, invitando a un nuovo rapporto con Dio, implica anche un rapporto diverso con gli altri e con il creato. Lo stato di degrado della nostra casa comune merita la stessa attenzione di altre sfide globali quali le gravi crisi sanitarie e i conflitti bellici”.

Lo stesso Tavolo interdicasteriale della Santa Sede sull’ecologia integrale, come ricordato nell’appello, invita tutti i cattolici a “promuovere investimenti sociali e ambientalmente responsabili, valutando ad esempio il progressivo disinvestimento dal settore dei combustibili fossili”.

I promotori dell’appello ritengono che è responsabilità di cattolici “accelerare una giusta transizione ecologica ed il cambio di rotta per uscire migliori dalla pandemia e dalla guerra, risollevando i nostri fratelli e sorelle più vulnerabili dalle conseguenze della crisi climatica”.

Oltre ai promotori dell’appello, in Italia hanno sottoscritto l’impegno a disinvestire sei arcidiocesi (Palermo, Salerno-Campagna-Acerno, Vercelli, Napoli, Siracusa, Ancona-Osimo); sette diocesi (Pescara, Caserta, Gubbio, Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, Civitavecchia-Tarquinia, Savona-Noli, Padova); le Suore Salesiane di Don Bosco Figlie di Maria Ausiliatrice a Milano e Napoli, la Rete interdiocesana ‘Nuovi Stili di vita’, Comunità monastica di Siloe, Greenaccord onlus, Fondazione Magis, Lega consumatori, Nomadelfia, l’Istituto Serafico di Assisi, il Sacro Convento di Assisi, Pro Civitate Christiana di Assisi.

I promotori hanno evidenziato che è “il momento favorevole per dare in modo sinodale testimonianza di voler cambiare rotta ed essere pronti a farlo per accelerare la transizione energetica ed ecologica sostenibile e la libertà da un’economia estrattiva”.

Anche per questo, l’appello al disinvestimento cattolico dalle fonti fossili anticipa e si unisce all’annuncio ecumenico globale di disinvestimento, che sarà reso pubblico in questo mese.

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