L’Università Cattolica tra Gerusalemme, Atene e Roma

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Gerusalemme, Atene e Roma sono i ‘crinali’ lungo i quali, mercoledì scorso, si è sviluppata l’inaugurazione del nuovo anno accademico dell’Università Cattolica a Milano, con il conferimento della laurea ‘honoris causa’ in ‘Scienze dell’antichità’ al card. Gianfranco Ravasi, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura.

Ed è stato lo stesso Ravasi a invitare l’Università Cattolica del Sacro Cuore a proseguire nel cammino iniziato più di 100 anni fa, a cui il rettore, prof. Franco Anelli, ha aggiunto Roma, emblema della civitas e della res publica, al binomio ‘Gerusalemme e Atene’:

“L’Ateneo ha una posizione baricentrica rispetto a queste tre simboliche ‘città’ perché si sforza di coniugare scienza (Atene), servizio alla società (Roma), tensione ideale verso la ricerca di un senso ultimo (Gerusalemme)”.

Ed ha sottolineato la ‘solidità sociale’ delle università: “La solidità sociale dell’università, sintesi di tradizione e autorevolezza, è rappresentata esteriormente dal suo essere uno spazio fisico.

Di un’università si ha spesso nella memoria l’immagine di una facciata, un portale d’ingresso, un chiostro, un’aula; luoghi impressi nel ricordo personale di coloro che li hanno abitati come studenti, ma anche di chi è transitato episodicamente per una cerimonia o un convegno, per una ricerca in biblioteca. La sede dell’università la lega a una comunità cittadina, che spesso è cresciuta insieme alla sua università: è uno dei luoghi identitari della città e ha contribuito a scriverne la storia”.

Il tema è stato ripreso nel suo saluto inziale del Ministro dell’Università e della Ricerca, Annamaria Bernini: “L’Università Cattolica, nei suoi cento anni, è diventata un esempio di come la fede e la scienza, ma più in generale i saperi tecnici e quelli umanistici possano essere alleati preziosi gli uni degli altri”.

L’arcivescovo ambrosiano, mons. Mario Delpini, ha invitato a custodire il passato guardando al futuro: “Custodiamo il passato come una inesauribile risorsa per il futuro, inesauribile risorsa di metafore per andare oltre la banalità, inesauribile risorsa di spunti per un senso critico, inesauribile risorsa di saggezza.

Curiamo tutte le specializzazioni che competono come strumenti per la formazione di persone che dovranno abitare il futuro e assumersi la responsabilità della loro famiglia, della loro professione, del loro Paese. Abiteranno il futuro non solo applicando quanto hanno imparato per far funzionare il sistema, ma anche per rilevare i limiti del sistema politico, economico, finanziario, sociale”.

Questa è la sfida degli studiosi: “Rileveranno i limiti del sistema non sono per denunciarli e trovare motivo per il loro malumore e il loro risentimento, ma per correggerlo, migliorarlo, contestarlo. Abiteranno il futuro e lo renderanno abitabile perché hanno imparato dalla vita e dalla università che ci sono buone ragioni per fidarsi di Dio, per aver stima di se stessi e degli altri, per riconoscere la vocazione dell’umanità alla fraternità, per tenere viva una attitudine alla compassione e alla benevolenza verso coloro che sono in condizioni di maggior fragilità e povertà”.

Nel saluto iniziale l’assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, mons. Claudio Giuliodori, ha ricordato Armida Barelli e p. Agostino Gemelli: “Nell’affrontare i problemi e il travaglio del nostro tempo, ci è di grande conforto la beatificazione di Armida Barelli che abbiamo vissuto assieme nel Duomo di Milano il 30 aprile scorso.

Guardando alla sua testimonianza di fede e alla sua operosa intraprendenza, siamo ancora più consapevoli che nessuna impresa è impossibile e che la fiducia nel Sacro Cuore può aiutarci a fronteggiare le grandi sfide educative, culturali e sociali che interpellano oggi il nostro Ateneo.

L’essere espressione qualificata della missione educativa e culturale della Chiesa, in continuità con l’originaria intuizione di p. Agostino Gemelli e dei fondatori, inserisce a pieno titolo l’Ateneo dei cattolici italiani nel processo sinodale.

Anche quello dell’Università Cattolica è, a tutti gli effetti, un grande ‘cantiere di Betania’ che ben si colloca tra quelli proposti dalla Chiesa italiana. La positiva esperienza avviata lo scorso anno ci spinge a vivere in modo ancora più intenso l’ascolto reciproco e a sviluppare percorsi di incontro e dialogo ben oltre i confini della comunità ecclesiale”.

(Foto: Università Cattolica)

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