Settimana Sociale: mons. Santoro spiega che #tuttoèconnesso

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A Taranto inizia la 49ª Settimana Sociale dei cattolici italiani sul tema ‘Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro #tuttoèconnesso’, che terminerà domenica 24 ottobre con la celebrazione della Messa alla Concattedrale della città, a cui prendono parte oltre 80 Vescovi, 670 delegate e delegati (tra cui numerosi giovani), provenienti da 208 Diocesi con una consistente presenza femminile: ben un terzo dei partecipanti è costituito da donne, la cui fascia di età più rappresentata è quella fino ai 35 anni.

Sei sono le sessioni tematiche: ‘In ascolto della realtà’; ‘Il pianeta che speriamo. Visioni di futuro’ e ‘L’approfondimento e l’incontro’; ‘Le conversioni e l’alleanza’ e ‘Le proposte e il confronto istituzionale’; ‘La missione. Prospettive, responsabilità, impegni’; accompagnate da sei ‘buone pratiche’, diffuse sul territorio regionale, che i partecipanti alla Settimana Sociale visitano nel pomeriggio di venerdì 22 ottobre: Ecomuseo del Mar Piccolo (Taranto), Masseria Frutti Rossi/Lome (Massafra); Quartiere Montetullio/Masseria Mangiato (Martina Franca); Centro Educazione Ambientale/Progeva (Laterza); In Masseria (Grottaglie); Torre Guaceto (Brindisi).

Nel corso della Settimana ci saranno due ‘opere-segno’: cinquanta platani saranno piantumati nel rione Salinella e in zona Lama-Tramontone della città, espressione concreta dell’attenzione della Chiesa per le persone e per il Creato, all’insegna di una sostenibilità che deve essere sia ambientale sia sociale.

Mentre la seconda ‘opera-segno’ è l’avvio del progetto ‘Prendi il largo’ per la trasformazione degli scarti dell’allevamento di molluschi in materiali per la bioedilizia, come ha sottolineato mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali:

“La Settimana Sociale vuole condividere i problemi della gente e, al contempo, portare avanti un’interlocuzione con la società e con il Parlamento italiano, partendo dall’ascolto della realtà e dalle buone pratiche sul territorio e coinvolgendo i giovani sul tema della sostenibilità ambientale”.

A lui chiediamo di spiegarci quale pianeta spera la Chiesa: “La Chiesa italiana e la comunità diocesana di Taranto si incontrano strettamente in questi giorni per vivere insieme un evento di grande rilevanza che richiamerà nella nostra città ottanta vescovi e rappresentanti di tutte le diocesi italiane.

Tema di questa edizione, che ha subito dei rinvii a causa della pandemia: ‘Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso’, un tema che rimarca il principio di ‘ecologia integrale’ tanto caro a papa Francesco, e che sottolinea lo stretto rapporto fra ecologia ed economia, tra creato e occupazione, tra giustizia sociale e lotta alle disuguaglianze.

Papa Francesco ci ha chiaramente indicato la strada, illustrandoci con l’enciclica ‘Laudato sì’ il concetto di ‘ecologia integrale’ che è un invito a una visione globale della vita, a partire dalla convinzione che tutto nel mondo è connesso e che l’uomo deve sanare la frattura che egli stesso ha causato per l’ambizione di superare i limiti naturali con la tecnica e ritornare a essere centro del sistema con il suo lavoro e la ricerca del bene comune”.

 In quale modo la finanza può essere al servizio del bene comune?

“Abbiamo lavorato a una serie molto articolata di proposte che saranno approfondite e che presenteremo alla fine dell’evento: sostenibilità e impatto socio-ambientale e non prezzo minimo negli appalti; indicatori sociali ed ambientali per la premialità di manager, lavoratrici e lavoratori; incentivi agli investimenti che favoriscono la transizione ecologica; introduzione dei ‘CCD-Contracts for Carbon Differences’; fondi di compensazione per un commercio internazionale orientato al bene comune; obbligatorietà della rendicontazione non finanziariaper le imprese con oltre 250 dipendenti; generatività come obiettivo delle politiche per la sostenibilità; bond sociali di territorio per lo sviluppo comunitario; qualità e sostenibilità dell’abitare”. 

 L’Italia riparte: quale contributo possono offrire i cattolici per una visione di futuro?

“La Dottrina Sociale offre indicazioni sulle scelte di consumo, risparmio responsabile e cittadinanza attiva: penso alla possibilità di influire sulle scelte del sistema economico che è nelle mani di chi deve decidere sulla destinazione delle proprie risorse finanziarie.

Oggi più che in passato è possibile valutare le alternative disponibili non solo sulla base del previsto rendimento o del loro grado di rischio, ma anche esprimendo un giudizio di valore sui progetti di investimento che le risorse andranno a finanziare, nella consapevolezza che la scelta di investire in un luogo piuttosto che in un altro, in un settore produttivo piuttosto che in un altro, è sempre una scelta morale e culturale”.

 Cosa si attende la città da questa Settimana?

“La vicenda di Taranto è paradigmatica di un mondo alla ricerca affannosa di un cambiamento radicale di indirizzo che permetta di partire da un punto più avanzato in una strategia che non può essere episodica né frammentaria, come in passato è stato troppo spesso.

Ai tarantini tutti, dobbiamo indicare una luce di speranza e di fede, e impegnarci con atti concreti. Sentiamo molto parlare di “transizione ecologica”, abbiamo un ministero dedicato, ma io vi parlo da un territorio emblematico dei guasti italiani che conosce bene le promesse mancate, la disillusione.

Il clima di incertezza sfianca anche la speranza più ostinata e ora abbiamo un’ultima opportunità con i fondi del Next Generation Ue e del Recovery Plan: restiamo insieme, uniti, facciamo fronte comune perché il nostro territorio possa finalmente risollevarsi.

Ancora una volta il Papa ci indica la strada con la Fratelli Tutti: quella della fratellanza universale, reale, fatta non di discorsi e di proclami ma di una cultura e di atteggiamenti diversi e poi il dialogo come metodo per vivere in armonia sia con la Casa Comune sia con le persone”.

(Tratto da Aci Stampa)

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