Papa Francesco propone la catechesi sulla giustificazione per fede
Al termine dell’Udienza generale odierna papa Francesco ha rivolto un appello per la pace in Nigeria: “Ho appreso con dolore la notizia degli attacchi armati avvenuti domenica scorsa contro i villaggi di Madamai e Abun, nel nord della Nigeria. Prego per coloro che sono morti, per quanti sono rimasti feriti e per l’intera popolazione nigeriana. Auspico che sia sempre garantita nel Paese l’incolumità di tutti i cittadini”.
Nell’aula ‘Paolo VI’ il papa ha proseguito la catechesi sulle lettere di san Paolo apostolo, incentrandola sulla giustificazione, che consiste in un processo di cambiamento: “Noi, davanti a Dio, siamo giusti. E’ vero, abbiamo i nostri peccati personali, ma alla base siamo giusti. Questa è la giustificazione.
Si è tanto discusso su questo argomento, per trovare l’interpretazione più coerente con il pensiero dell’Apostolo e, come spesso accade, si è giunti anche a contrapporre le posizioni. Nella Lettera ai Galati, come pure in quella ai Romani, Paolo insiste sul fatto che la giustificazione viene dalla fede in Cristo”.
Perché la giustificazione è decisiva per la fede?, domanda il papa: “Non è facile arrivare a una definizione esaustiva, però nell’insieme del pensiero di San Paolo si può dire semplicemente che la giustificazione è la conseguenza della ‘misericordia di Dio che offre il perdono’. E questo è il nostro Dio, così tanto buono, misericordioso, paziente, pieno di misericordia, che continuamente dà il perdono, continuamente”.
La giustificazione è Dio che perdona attraverso la morte di Gesù: “La misericordia di Dio che dà il perdono. Dio, infatti, attraverso la morte di Gesù (e questo dobbiamo sottolinearlo: attraverso la morte di Gesù) ha distrutto il peccato e ci ha donato in maniera definitiva il perdono e la salvezza. Così giustificati, i peccatori sono accolti da Dio e riconciliati con Lui”.
Quindi con la giustificazione si ritorna a Dio per grazia: “E’ come un ritorno al rapporto originario tra il Creatore e la creatura, prima che intervenisse la disobbedienza del peccato. La giustificazione che Dio opera, pertanto, ci permette di recuperare l’innocenza perduta con il peccato”.
Come avviene la giustificazione? “Rispondere a questo interrogativo equivale a scoprire un’altra novità dell’insegnamento di San Paolo: che la giustificazione avviene per grazia. Solo per grazia: noi siamo stati giustificati per pura grazia”.
E san Paolo ha sperimentato nella vita la Grazia di Dio: “Noi siamo stati giustificati, siamo stati salvati per pura grazia, non per i nostri meriti. E questo ci dà una fiducia grande.
Siamo peccatori, sì; ma andiamo sulla strada della vita con questa grazia di Dio che ci giustifica ogni volta che noi chiediamo perdono. Ma non in quel momento, giustifica: siamo già giustificati, ma viene a perdonarci un’altra volta.
La fede ha per l’Apostolo un valore onnicomprensivo. Tocca ogni momento e ogni aspetto della vita del credente: dal battesimo fino alla partenza da questo mondo, tutto è impregnato dalla fede nella morte e risurrezione di Gesù, che dona la salvezza. La giustificazione per fede sottolinea la priorità della grazia, che Dio offre a quanti credono nel Figlio suo senza distinzione alcuna”.
Però la giustificazione ha bisogno anche delle opere: “La giustificazione ci inserisce nella lunga storia della salvezza, che mostra la giustizia di Dio: di fronte alle nostre continue cadute e alle nostre insufficienze, Egli non si è rassegnato, ma ha voluto renderci giusti e lo ha fatto per grazia, attraverso il dono di Gesù Cristo, della sua morte e risurrezione.
Alcune volte ho detto com’è il modo di agire di Dio, qual è lo stile di Dio, e l’ho detto con tre parole: lo stile di Dio è vicinanza, compassione e tenerezza. Sempre è vicino a noi, è compassionevole e tenero.
E la giustificazione è proprio la vicinanza più grande di Dio con noi, uomini e donne, la compassione più grande di Dio verso di noi, uomini e donne, la tenerezza più grande del Padre. La giustificazione è questo dono di Cristo, della morte e risurrezione di Cristo che ci fa liberi”.
La conclusione è un invito a lasciarsi permeare dalla grazia di Cristo: “Così, la luce della fede ci permette di riconoscere quanto sia infinita la misericordia di Dio, la grazia che opera per il nostro bene. Ma la stessa luce ci fa anche vedere la responsabilità che ci è affidata per collaborare con Dio nella sua opera di salvezza.
La forza della grazia ha bisogno di coniugarsi con le nostre opere di misericordia, che siamo chiamati a vivere per testimoniare quanto è grande l’amore di Dio. Andiamo avanti con questa fiducia: tutti siamo stati giustificati, siamo giusti in Cristo. Dobbiamo attuare questa giustizia con il nostro operato”.
Ed al termine dell’Udienza generale papa Francesco che oggi è la festa dei tre arcangeli: “Il mio pensiero va infine, come di consueto, agli anziani, agli ammalati, ai giovani e agli sposi novelli, che oggi sono tanti. L’odierna festa degli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, insieme con quella imminente dei santi Angeli Custodi, costituisce un invito ad essere sempre attenti ai disegni divini ed alla loro manifestazione.
Non esitate a percorrere con fiducia le vie che la divina Provvidenza ogni giorno vi indica. E anche non dimentichiamo la prossima festa di Santa Teresa di Gesù Bambino: lei, con la sua semplicità, con la sua strada breve, quella piccola strada, ci aiuti ad andare avanti nella via della santità e ci benedica”.
(Foto: Santa Sede)