Ugento-Santa Maria di Leuca: una scultura ricorda la migrante deceduta in mare nel 2016
La Diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca, attraverso l’Ufficio Migrantes diocesano, la Caritas diocesana comunicano che stasera, venerdì 30 Luglio alle ore 19.00, presso la Marina di Felloniche (Castrignano del Capo) si svolgerà: ‘La Giornata Diocesana del Migrante 2021’.
Il programma prevede alle ore 19.00 la Santa Messa, presieduta da mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento – Santa Maria di Leuca, la celebrazione si svolgerà nella memoria di Santa Francesca Saveria Cabrini, patrona dei migranti. Al termine, il vescovo benedirà il monumento dedicato a Maria ‘conforto dei migranti’, eretto in memoria di tutti i migranti defunti in mare.
Dopo la benedizione, interverranno: don Fabrizio Gallo, direttore dell’Ufficio Migrantes e autore del disegno dell’opera, il quale illustrerà il significato simbolico della scultura; Gianluigi Rizzello, artista e autore della scultura; don Lucio Ciardo, direttore Caritas diocesana, che presenterà l’esperienza del Progetto APRI; don Stefano Ancora, presidente del PCE ‘Terre del Capo di Leuca ‐ De Finibus Terrae’ che illustrerà il tema e il programma di ‘Carta di Leuca 2021’ ed il Gen. Santo Papa, Sindaco di Castrignano del Capo.
Alla cerimonia saranno presenti i rappresentanti della Marina Militare, Guardia di Finanza, Capitaneria di Porto, Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato e anche i giovani immigrati ospiti del SIPRA di Tiggiano e di Tricase, sedi gestiti dal Consorzio Sale della Terra, che proporranno delle degustazioni di piatti tipici dei Paesi d’origine.
L’iniziativa si svolge in ricordo della tragica scomparsa di una migrante, presumibilmente di origini somale, di un’età compresa tra i 30 e i 40 anni, il cui cadavere fu ritrovato sugli scogli della Marina di Felloniche, gettata in mare da scafisti senza scrupoli, durante lo sbarco di altri infreddoliti e tramortiti 30 migranti all’alba dell’11 Gennaio 2016.
Proprio nell’anno 2021, nel periodo compreso tra gennaio ad oggi sono sbarcati 922 migranti, approdati quasi tutti nel porto di Leuca. L’ultimo sbarco la sera in cui l’Italia giocava la finale con l’Inghilterra, a fine primo tempo della partita, la Prefettura di Lecce ha chiamato la Caritas diocesana, con un po’ di apprensione, per chiedere la disponibilità di raggiungere il porto di Leuca, in quanto in arrivo una barca con 71 persone a bordo, ricevendo una risposta positiva dagli operatori che hanno dato il benvenuto ai migranti.
Il 23 luglio 2021, una notizia pubblicata dall’ANSA ha scioccato gli operatori della Caritas diocesana: un’imbarcazione con 45 persone a bordo è naufragata a 160 miglia della costa turca probabilmente diretta sulle coste salentine.
Al momento dello sbarco sul territorio diocesano, i migranti ricevono il benvenuto in Italia, un sorriso, qualcosa da mangiare e un tè caldo o succhi di frutta. Allo sbarco il nostro mediatore culturale della Caritas diocesana cerca di comprendere da dove arrivano, li rassicura che saranno ospitati in un centro e fa sentire insieme a tutta l’equipe Caritas l’interesse per loro.
Si rimane con loro fino alla partenza del pullman che li porta al Centro Don Tonino Bello di Otranto e i nuclei familiari alla masseria Ghermi presso Lecce. Negli anni scorsi, la Caritas diocesana ha soccorso 535 migranti nel 2018, 861 nel 2019 e 1204 nel 2020; si nota un certo aumento di immigrati sbarcati negli anni. I migranti provengono prevalentemente da Iran, Pakistan, Afghanistan, Bangladesh, Iraq, Egitto, Sri Lanka, Siria e Kirghizistan, con prevalenza, nell’ordine, di uomini, minori stranieri non accompagnati, bambini e donne.
Papa Francesco, nel Messaggio per la 107^ Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2021, ha scritto: “La cattolicità della Chiesa, la sua universalità è una realtà che chiede di essere accolta e vissuta in ogni epoca, secondo la volontà e la grazia del Signore che ci ha promesso di essere con noi sempre, fino alla fine dei tempi (cfr Mt 28,20).
Il suo Spirito ci rende capaci di abbracciare tutti per fare comunione nella diversità, armonizzando le differenze senza mai imporre una uniformità che spersonalizza. Nell’incontro con la diversità degli stranieri, dei migranti, dei rifugiati, e nel dialogo interculturale che ne può scaturire ci è data l’opportunità di crescere come Chiesa, di arricchirci mutuamente.
In effetti, dovunque si trovi, ogni battezzato è a pieno diritto membro della comunità ecclesiale locale, membro dell’unica Chiesa, abitante nell’unica casa, componente dell’unica famiglia”.