Papa Francesco spiega il metodo missionario di san Paolo

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“Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana. Domani ricorre la festa della natività di San Giovanni Battista, mandato da Dio per rendere testimonianza alla luce e preparare al Signore un popolo ben disposto. Per sua intercessione auspico per ciascuno di voi abbondanti grazie, perché siano rafforzati i vostri generosi propositi di fedeltà alla chiamata del Signore”.

Così papa Francesco ha ricordato la festa della natività di san Giovanni Battista, che ricorre domani, durante l’udienza generale, in cui dopo il ‘lungo itinerario dedicato alla preghiera’, dà inizio a un nuovo ciclo di catechesi, una riflessione su alcuni temi che l’apostolo Paolo propone nella sua Lettera ai Galati:

“E’ una Lettera molto importante, direi anzi decisiva, non solo per conoscere meglio l’Apostolo, ma soprattutto per considerare alcuni argomenti che egli affronta in profondità, mostrando la bellezza del Vangelo. In questa Lettera, Paolo riporta parecchi riferimenti biografici, che ci permettono di conoscere la sua conversione e la decisione di mettere la sua vita a servizio di Gesù Cristo.

4Egli affronta, inoltre, alcune tematiche molto importanti per la fede, come quelle della libertà, della grazia e del modo di vivere cristiano, che sono estremamente attuali perché toccano tanti aspetti della vita della Chiesa dei nostri giorni. E’ una Lettera molto attuale questa. Sembra scritta per i nostri tempi”.

La lettera rappresenta lo ‘schema’ della sua opera evangelizzatrice: “Sappiamo che i Galati erano un’antica popolazione celtica che, attraverso tante peripezie, si erano stabiliti in quella estesa regione dell’Anatolia che aveva il capoluogo nella città di Ancyra, oggi Ankara, la capitale della Turchia. Paolo riferisce soltanto che, a causa di una malattia, fu costretto a fermarsi in quella regione”.

L’apostolo Paolo usa il metodo missionario: “Ciò che verifichiamo, comunque, è che nella sua indefessa opera evangelizzatrice l’Apostolo era riuscito a fondare diverse piccole comunità, sparse nella regione della Galazia. Paolo, quando arrivava in una città, in una regione, non faceva subito una grande cattedrale, no. Faceva le piccole comunità che sono il lievito della nostra cultura cristiana di oggi. Incominciava facendo piccole comunità. E queste piccole comunità crescevano, crescevano e andavano avanti.

Anche oggi questo metodo pastorale si fa in ogni regione missionaria. Ho ricevuto una lettera, la settimana scorsa, di un missionario della Papua Nuova Guinea; mi dice che sta predicando il Vangelo nella selva, alla gente che non sa neppure chi fosse Gesù Cristo. E’ bello! Si iniziano a fare le piccole comunità. Anche oggi questo metodo è il metodo evangelizzatore della prima evangelizzazione”.

Ed ha annotato la preoccupazione pastorale dell’Apostolo contro chi vuole denigrare: “E’ la strada di sempre: togliere l’autorità all’Apostolo. Come si vede, è una pratica antica questa, di presentarsi in alcune occasioni come gli unici possessori della verità (i puri) e puntare a sminuire anche con la calunnia il lavoro svolto dagli altri.

Questi avversari di Paolo sostenevano che anche i pagani dovevano essere sottoposti alla circoncisione e vivere secondo le regole della legge mosaica. Tornano indietro alle osservanze di prima, le cose che sono state oltrepassate dal Vangelo”.

Infine il papa ha sottolineato il rischio che anche oggi il cristiano corre di essere possessore della verità: “E con forza affermano che il cristianesimo vero è quello a cui sono legati loro, spesso identificato con certe forme del passato, e che la soluzione alle crisi odierne è ritornare indietro per non perdere la genuinità della fede.

Anche oggi, come allora, c’è insomma la tentazione di rinchiudersi in alcune certezze acquisite in tradizioni passate. Ma come possiamo riconoscere questa gente? Per esempio, una delle tracce del modo di procedere è la rigidità…

Seguire l’insegnamento dell’Apostolo Paolo nella Lettera ai Galati ci farà bene per comprendere quale strada seguire. Quella indicata dall’Apostolo è la via liberante e sempre nuova di Gesù Crocifisso e Risorto; è la via dell’annuncio, che si realizza attraverso l’umiltà e la fraternità, i nuovi predicatori non conoscono cosa sia umiltà, cosa sia fraternità; è la via della fiducia mite e obbediente, i nuovi predicatori non conoscono la mitezza né l’obbedienza.

E questa via mite e obbediente va avanti nella certezza che lo Spirito Santo opera in ogni epoca della Chiesa. In ultima istanza, la fede nello Spirito Santo presente nella Chiesa, ci porta avanti e ci salverà”.

(Foto: Santa Sede)

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