Don Carron al Pellegrinaggio Macerata-Loreto: sempre in cammino

Condividi su...

Sabato 12 giugno si svolgerà il 43^ pellegrinaggio da Macerata a Loreto, che ha il titolo ‘Quando vedo te, vedo speranza’, prendendo a prestito una frase di papa Francesco: “Nell’attuale contesto di preoccupazione in cui viviamo e in cui tutto sembra fragile e incerto, parlare di speranza potrebbe sembrare una provocazione”.

Riprendendo il titolo del pellegrinaggio il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, don Julian Carron, ha inviato una lettera al comitato organizzatore, riprendendo l’omelia di Pentecoste dello scorso anno di papa Francesco: “E’ innanzitutto per una lealtà con noi stessi che non possiamo sprecare, riducendola a un incidente di percorso, una crisi che ha coinvolto tutto il mondo.

L’urto della realtà è stato così forte che sono emerse domande che forse non pensavamo di avere, è esploso un disagio che ci ha impedito di rifugiarci nel già saputo e soprattutto si è aperta una voragine che nessun proposito o strategia ha potuto colmare… Per molti, che all’inizio le consideravano come ostacoli, le domande, il disagio e la voragine del cuore sono diventate nel tempo delle opportunità per fare un cammino umano”.

Riprendendo un pensiero di don Luigi Giussani il presidente di Comunione e Liberazione sottolinea che occorre la certezza ‘della positività del loro tempo’: “Senza certezza non c’è speranza. Di questo noi siamo attesa.

Ma tanto attendiamo un compimento, quanto non siamo in grado di generare noi, con le nostre forze, la felicità che desideriamo. E quando ci proviamo, vediamo tutti i limiti dei nostri tentativi: il disagio aumenta, e questo è un segno della nostra grandezza: niente riesce a soddisfare la nostra sete di vita. Per questo ha ragione Montale quando afferma che ‘un imprevisto è la sola speranza’. E’ ragionevole riconoscerlo…

Questa è la tentazione che si insinua nelle pieghe della vita quotidiana e ci fa andare contro la suprema categoria della ragione: la possibilità. Rimanere aperti è decisivo, semmai da qualche parte arrivi un cenno di risposta. Negando la possibilità, rimaniamo come bloccati e finiamo per non attendere nulla”.

Ed ha chiesto di declinare il titolo con gli occhi della Madonna: “Possiamo dirlo della Madonna, che sfida il nostro scetticismo e incoraggia la nostra speranza. Soprattutto quest’anno abbiamo un bisogno urgente di speranza, di una speranza affidabile. In tanti sono sfiduciati e scoraggiati, molti hanno gettato la spugna perché messi in ginocchio dalla malattia, dalla morte di una persona cara o dalla crisi economica”.

Alla Madre di Dio si può avere la libertà di chiedere: “Davanti alla Madonna, come davanti a nostra madre, possiamo avere il coraggio e la libertà di essere noi stessi, disarmati come siamo, senza dovere essere all’altezza della situazione, perché mai saremo all’altezza, dal momento che il nostro bisogno è sterminato.

Mettendoci davanti alla Madonna come mendicanti di tutto, possiamo chiederle l’imprevisto di cui abbiamo assoluta necessità per alzarci dal letto ogni mattina e affrontare il duello quotidiano tra la vita e la morte, tra l’essere e il nulla che si svolge dentro ciascuno di noi”.

La Madonna ha scelto la libertà di dire la propria volontà a Dio: “Ella ha potuto dire di sì, e allora il Verbo si è fatto carne, è diventato Presenza. La Madonna ci introduce nel Mistero, cioè nel senso delle nostre giornate, nel significato del tempo che scorre; ci guida nel cammino il suo sguardo, ci educa il suo esempio, la sua figura costituisce il disegno del nostro proposito. Madre generosa, ella genera per noi la grande Presenza di Cristo”.

Per don Carron questa è la consapevolezza con cui vivere il pellegrinaggio: “Che cosa speriamo in questo momento? Molti rispondono: il ritorno alla normalità. Ma quale? Vivere costantemente nella Sua compagnia è la ‘normalità’ che desideriamo.

Vi auguro di imbattervi costantemente in persone di cui possiate dire: ‘Quando vedo te, vedo speranza’, persone che rinnovino l’esperienza entusiasmante di quell’imprevisto che rende la vita. Persone che sostengano la nostra speranza. Per questo domandiamo alla Madonna il dono di occhi spalancati per intercettarle e seguirle. Sempre in cammino”.

E dopo la testimonianza dello scorso anno, Alessandra, medico in formazione presso l’Ospedale Sacco di Milano, ha raccontato il tema del Pellegrinaggio:

“In questo anno mi sono scoperta a guardare sempre più spesso i miei pazienti così, tanto che a volte mi verrebbe da mettermi in ginocchio davanti a loro, alla sacralità della loro vita e del loro dolore.

Quando il Signore mi dona la grazia di guardali così, per il loro bisogno di felicità, di compimento, mi accorgo che si apre una possibilità nuova, si apre la speranza di un bene, di un compimento che non faccio io, che non fanno le mie cure, le mie parole, ma che fa Lui”.

Infine ha raccontato un episodio che apre lo sguardo sulla vita: “Un sabato mattina è arrivato un signore in pessime condizioni igieniche, appena lo abbiamo spogliato hanno iniziato a correre da tutte le parti delle piattole.

Una giovane infermiera ha iniziato a raderlo e lavarlo tutto. Io la guardavo stupita, ammirata per quello che stava facendo e che io non avrei avuto il coraggio di fare, per la tenerezza con cui stava compiendo ogni gesto. E lì ho capito: non sono sola, mi sono continuamente messi sul cammino compagni di strada inaspettati da guardare e da cui imparare”.

(Foto: Pellegrinaggio Macerata-Loreto)

Free Webcam Girls
151.11.48.50