Papa Francesco invita a leggere la Bibbia

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“Questa domenica è dedicata alla Parola di Dio. Uno dei grandi doni del nostro tempo è la riscoperta della Sacra Scrittura nella vita della Chiesa a tutti i livelli. Mai come oggi la Bibbia è accessibile a tutti: in tutte le lingue e ora anche nei formati audiovisivi e digitali. San Girolamo, del quale da poco ho ricordato il 16° centenario della morte, dice che chi ignora la Scrittura ignora Cristo, chi ignora la Scrittura ignora Cristo. E viceversa è Gesù Cristo, Verbo fatto carne, morto e risorto, che ci apre la mente alla comprensione delle Scritture”.

Così papa Francesco, pur colpito dalla sciatalgia, al termine dell’Angelus ha ricordato che oggi si celebra la giornata della Parola di Dio, incoraggiando le parrocchie nell’educazione all’ascolto: “Questo avviene in particolare nella Liturgia, ma anche quando preghiamo da soli o in gruppo, specialmente con il Vangelo e con i Salmi.

Ringrazio e incoraggio le parrocchie per il loro impegno costante di educare all’ascolto della Parola di Dio. Che mai ci manchi la gioia di seminare il Vangelo! E mi ripeto un’altra volta: abbiamo l’abitudine, abbiate l’abitudine di portare sempre un piccolo Vangelo in tasca, nella borsa, per poterlo leggere durante la giornata, almeno tre, quattro versetti. Il Vangelo sempre con noi”.

Nell’Angelus il papa ha sottolineato che Cristo è la salvezza: “E’ compiuto il tempo della salvezza perché Gesù è arrivato. Tuttavia, la salvezza non è automatica; la salvezza è un dono d’amore e come tale offerto alla libertà umana. Sempre, quando si parla di amore, si parla di libertà: un amore senza libertà non è amore; può essere interesse, può essere paura, tante cose, ma l’amore sempre è libero, ed essendo libero e richiede una risposta libera: richiede la nostra conversione”.

Il papa ha ribadito che il vangelo chiede un cambio di mentalità: “Si tratta cioè di cambiare mentalità (questa è la conversione, cambiare mentalità) e di cambiare vita: non seguire più i modelli del mondo, ma quello di Dio, che è Gesù, seguire Gesù, come aveva fatto Gesù e come ci ha insegnato Gesù.

E’ un cambiamento decisivo di visione e di atteggiamento. Infatti, il peccato, soprattutto il peccato della mondanità che è come l’aria, pervade tutto, ha portato una mentalità che tende all’affermazione di sé stessi contro gli altri e anche contro Dio. Questo è curioso”.

Ogni momento è opportuno per la conversione: “Ogni tempo, ogni fase ha un valore proprio, e può essere momento privilegiato di incontro con il Signore. La fede ci aiuta a scoprire il significato spirituale di questi tempi: ognuno di essi contiene una particolare chiamata del Signore, alla quale possiamo dare una risposta positiva o negativa. Nel Vangelo vediamo come hanno risposto Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni: erano uomini maturi, avevano il loro lavoro di pescatori, avevano la vita in famiglia”.

Al termine ha ricordato un senzatetto deceduto nei giorni scorsi a causa del freddo: “Lo scorso 20 gennaio, a pochi metri da Piazza San Pietro, è stato trovato morto a causa del freddo un senzatetto nigeriano di 46 anni, di nome Edwin. La sua vicenda si aggiunte a quella di tanti altri senzatetto recentemente deceduti a Roma nelle stesse drammatiche circostanze.

Preghiamo per Edwin. Ci sia di monito quanto detto da San Gregorio Magno, che, dinanzi alla morte per freddo di un mendicante, affermò che quel giorno non si sarebbero celebrate Messe perché era come il Venerdì santo. Pensiamo a Edwin”.

Nella celebrazione eucaristica, presieduta da mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, è stata letta l’omelia preparata dal papa: “Ma la Parola ha anche una forza particolare, incide cioè su ciascuno in modo diretto, personale. I discepoli non dimenticheranno mai le parole ascoltate quel giorno sulle rive del lago, vicini alla barca, ai familiari e ai colleghi, parole che segneranno per sempre la loro vita…

Così il Signore fa con noi: ci cerca dove siamo, ci ama come siamo e con pazienza accompagna i nostri passi. Come quei pescatori, attende anche noi sulle rive della vita. Con la sua Parola vuole farci cambiare rotta, perché smettiamo di vivacchiare e prendiamo il largo dietro a Lui”.

Concludendo l’omelia ecco l’invito a non rinunciare alla Parola di Dio: “E’ la lettera d’amore scritta per noi da Colui che ci conosce come nessun altro: leggendola, sentiamo nuovamente la sua voce, scorgiamo il suo volto, riceviamo il suo Spirito.

La Parola ci fa vicini a Dio: non teniamola lontana. Portiamola sempre con noi, in tasca, nel telefono; diamole un posto degno nelle nostre case.

Mettiamo il Vangelo in un luogo dove ci ricordiamo di aprirlo quotidianamente, magari all’inizio e alla fine della giornata, così che tra tante parole che arrivano alle nostre orecchie giunga al cuore qualche versetto della Parola di Dio. Per fare questo, chiediamo al Signore la forza di spegnere la televisione e di aprire la Bibbia; di chiudere il cellulare e di aprire il Vangelo”.

(Foto: Santa Sede)

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