Papa Francesco ai giovani ha chiesto scelte grandi

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“E mentre ci prepariamo alla prossima edizione intercontinentale della GMG, vorrei rilanciare anche la sua celebrazione nelle Chiese locali. Trascorsi trentacinque anni dall’istituzione della GMG, dopo aver ascoltato diversi pareri e il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, competente sulla pastorale giovanile, ho deciso di trasferire, a partire dal prossimo anno, la celebrazione diocesana della GMG dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Cristo Re. Al centro rimane il Mistero di Gesù Cristo Redentore dell’uomo, come ha sempre sottolineato san Giovanni Paolo II, iniziatore e patrono delle GMG”:

così ha annunciato papa Francesco al termine della celebrazione eucaristica della festività di Cristo Re. Inoltre  ha salutato i giovani panamensi e portoghesi presenti per il passaggio della Croce e dell’icona di Maria Salus Populi Romani, “simboli delle Giornate Mondiali della Gioventù. E’ un passaggio importante nel pellegrinaggio che ci condurrà a Lisbona nel 2023”.

Nell’omelia papa Francesco ha sottolineato che il vangelo di questa domenica racconta il ‘testamento’ di Gesù: “Il Signore ci consegna così la lista dei doni che desidera per le nozze eterne con noi in Cielo. Sono le opere di misericordia, che rendono eterna la nostra vita. Ciascuno di noi può chiedersi: le metto in pratica?

Faccio qualcosa per chi ha bisogno? O compio del bene solo per le persone care e per gli amici? Aiuto qualcuno che non può restituirmi? Sono amico di una persona povera?.. Io sono lì, dove il pensiero dominante, secondo cui la vita va bene se va bene a me, non è interessato. Io sono lì, dice Gesù anche a te, giovane che cerchi di realizzare i sogni della vita”.

Ed ha narrato come san Martino abbia seguito Gesù: “San Martino era un giovane che fece quel sogno perché lo aveva vissuto, pur senza saperlo, come i giusti del Vangelo di oggi. Cari giovani, cari fratelli e sorelle, non rinunciamo ai grandi sogni. Non accontentiamoci del dovuto. Il Signore non vuole che restringiamo gli orizzonti, non ci vuole parcheggiati ai lati della vita, ma in corsa verso traguardi alti, con gioia e con audacia.

Non siamo fatti per sognare le vacanze o il fine settimana, ma per realizzare i sogni di Dio in questo mondo. Egli ci ha reso capaci di sognare per abbracciare la bellezza della vita. E le opere di misericordia sono le opere più belle della vita. Le opere di misericordia vanno proprio al centro dei nostri sogni grandi. Se hai sogni di vera gloria, non della gloria del mondo che viene e va, ma della gloria di Dio, questa è la strada”.

Il ‘sogno’ di Martino si è realizzato perché ha fatto una ‘grande’ scelta: “La vita, allora, è il tempo delle scelte forti, decisive, eterne. Scelte banali portano a una vita banale, scelte grandi rendono grande la vita. Noi, infatti, diventiamo quello che scegliamo, nel bene e nel male. Se scegliamo di rubare diventiamo ladri, se scegliamo di pensare a noi stessi diventiamo egoisti, se scegliamo di odiare diventiamo arrabbiati, se scegliamo di passare ore davanti al cellulare diventiamo dipendenti. Ma se scegliamo Dio diventiamo ogni giorno più amati e se scegliamo di amare diventiamo felici.

E’ così, perché la bellezza delle scelte dipende dall’amore: non dimenticare questo. Gesù sa che se viviamo chiusi e indifferenti restiamo paralizzati, ma se ci spendiamo per gli altri diventiamo liberi. Il Signore della vita ci vuole pieni di vita e ci dà il segreto della vita: la si possiede solo donandola. E questa è una regola di vita: la vita si possiede, adesso e eternamente, solo donandola”.

Ed infine ha dato un ultimo consiglio ai giovani per vivere bene: “Se ci guardiamo dentro, vediamo che in noi sorgono spesso due domande diverse. Una è: che cosa mi va di fare? E’ una domanda che spesso inganna, perché insinua che l’importante è pensare a sé stessi e assecondare tutte le voglie e le pulsioni che vengono.

Ma la domanda che lo Spirito Santo suggerisce al cuore è un’altra: non che cosa ti va? ma che cosa ti fa bene? Qui sta la scelta quotidiana, che cosa mi va di fare o che cosa mi fa bene? Da questa ricerca interiore possono nascere scelte banali o scelte di vita, dipende da noi. Guardiamo a Gesù, chiediamogli il coraggio di scegliere quello che ci fa bene, per camminare dietro a Lui, nella via dell’amore. E trovare la gioia. Per vivere, e non vivacchiare”.

E prima della recita dell’Angelus il papa ha sottolineato il valore evangelico di re: “Nella pagina evangelica di oggi, Gesù si identifica non solo col re-pastore, ma anche con le pecore perdute. Potremmo parlare come di una ‘doppia identità’: il re-pastore, Gesù, si identifica anche con le pecore, cioè con i fratelli più piccoli e bisognosi. E indica così il criterio del giudizio: esso sarà preso in base all’amore concreto dato o negato a queste persone, perché Lui stesso, il giudice, è presente in ciascuna di esse”.

(Foto: Santa Sede)

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