Il papa alle ‘Comunità Laudato sì’: scoprite la tenerezza di Dio

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‘Terra futura’ è il titolo di un libro di Carlo Petrini, che ha intervistato sui temi ecologici papa Francesco ed ha creato con il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, le ‘Comunità Laudato sì’ per ‘dare gambe’  per rendere concreta l’enciclica del papa, dove racconta la sua conversione ecologica maturata nel tempo:

“All’inizio non comprendevo nemmeno io questi temi. Poi, quando mi sono messo a studiare ho preso coscienza, ho tolto il velo. Penso sia giusto lasciare a tutti il tempo di capire. Nello stesso tempo però bisogna anche fare in fretta a cambiare i nostri paradigmi, se vogliamo avere un futuro”.

Nel libro c’è spazio anche per papa Benedetto XVI che ad Aparecida, ha affermato che “la Chiesa cresce non per proselitismo ma per attrazione, cioè per testimonianza. Perciò mi arrabbio quando dicono che Benedetto è un conservatore, Benedetto è stato un rivoluzionario! In tante cose che ha fatto, in tante cose che ha detto, è stato un rivoluzionario”.

Da questi incontri oggi il papa ha incontrato le ‘Comunità Laudato sì’, ringraziandole per l’impegno della diffusione dell’enciclica: “Avete posto come centro propulsore di ogni vostra iniziativa l’ecologia integrale proposta dall’enciclica Laudato sì. Integrale, perché tutti siamo creature e tutto nel creato è in relazione, tutto è correlato. Anzi, oserei dire, tutto è armonico.

Anche la pandemia lo ha dimostrato: la salute dell’uomo non può prescindere da quella dell’ambiente in cui vive. E’ poi evidente che i cambiamenti climatici non stravolgono solo gli equilibri della natura, ma provocano povertà e fame, colpiscono i più vulnerabili e a volte li obbligano a lasciare la loro terra. L’incuria del creato e le ingiustizie sociali si influenzano a vicenda: si può dire che non c’è ecologia senza equità e non c’è equità senza ecologia”.

Ed ha sottolineato il bisogno di riscoprire due parole importanti, contemplazione e compassione, per prendersi cura del mondo: “Contemplare è regalarsi tempo per fare silenzio, per pregare, così che nell’anima ritorni l’armonia, l’equilibrio sano tra testa, cuore e mani; tra pensiero, sentimento e azione.

La contemplazione è l’antidoto alle scelte frettolose, superficiali e inconcludenti. Chi contempla impara a sentire il terreno che lo sostiene, capisce di non essere al mondo solo e senza senso. Scopre la tenerezza dello sguardo di Dio e comprende di essere prezioso.

Ognuno è importante agli occhi di Dio, ognuno può trasformare un po’ di mondo inquinato dalla voracità umana nella realtà buona voluta dal Creatore. Chi sa contemplare, infatti, non sta con le mani in mano, ma si dà da fare concretamente. La contemplazione ti porta all’azione, a fare”.

Di conseguenza la compassione è frutto della contemplazione: “Come si capisce che uno è contemplativo, che ha assimilato lo sguardo di Dio? Se ha compassione per gli altri – compassione non è dire: ‘questo mi fa pena…’, compassione è ‘patire con’, se va oltre le scuse e le teorie, per vedere negli altri dei fratelli e delle sorelle da custodire. Quello che ha detto alla fine Carlo Petrini sulla fratellanza.

Questa è la prova, perché così fa lo sguardo di Dio che, nonostante tutto il male che pensiamo e facciamo, ci vede sempre come figli amati. Non vede degli individui, ma dei figli, ci vede fratelli e sorelle di un’unica famiglia, che abita la stessa casa.

Non siamo mai estranei ai suoi occhi. La sua compassione è il contrario della nostra indifferenza. L’indifferenza (mi permetto la parola un po’ volgare) è quel menefreghismo che entra nel cuore, nella mentalità, e che finisce con un ‘che si arrangi’. La compassione è il contrario dell’indifferenza”.

Infine il papa ha invitato i membri delle Comunità a non smettere di lottare: “Il mondo ha bisogno di questa carità creativa e fattiva, di gente che non sta davanti a uno schermo a commentare, ma di gente che si sporca le mani per rimuovere il degrado e restituire dignità. Avere compassione è una scelta: è scegliere di non avere alcun nemico per vedere in ciascuno il mio prossimo. E questa è una scelta…

Aiutiamoci, insieme, a lottare contro lo scarto e lo spreco, esigiamo scelte politiche che coniughino progresso ed equità, sviluppo e sostenibilità per tutti, perché nessuno sia privato della terra che abita, dell’aria buona che respira, dell’acqua che ha il diritto di bere e del cibo che ha il diritto di mangiare”.

In precedenza papa Francesco aveva incontrato i familiari delle vittime nella discoteca di Corinaldo: “Desidero anche offrirvi una parola di fede, di consolazione e di speranza. Corinaldo, il luogo della tragedia, si trova in un territorio sul quale veglia la Madonna di Loreto: il suo Santuario non è molto distante.

E allora voglio, vogliamo, pensare che lei, come Madre, non abbia mai staccato il suo sguardo da loro, specialmente in quel momento di confusione drammatica; che li abbia accompagnati con la sua tenerezza.

Quante volte l’hanno invocata nell’Ave Maria: ‘Prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte’! E anche se in quegli istanti caotici non hanno potuto farlo, la Madonna non dimentica, non dimentica le nostre suppliche: è Madre. Sicuramente li ha accompagnati all’abbraccio misericordioso del suo Figlio Gesù”.

(Foto: Corriere della Sera)

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