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Papa Francesco a Venezia: l’arte educhi lo sguardo

“Anche da qui, come ogni domenica, vogliamo invocare l’intercessione della Vergine Maria per le tante situazioni di sofferenza nel mondo. Penso ad Haiti, dove è in vigore lo stato di emergenza e la popolazione è disperata per il collasso del sistema sanitario, la scarsità di cibo e le violenze che spingono alla fuga. Affidiamo al Signore i lavori e le decisioni del nuovo Consiglio Presidenziale di Transizione, insediatosi giovedì scorso a Port-au-Prince, affinché, con il rinnovato sostegno della Comunità internazionale, possa condurre il Paese a raggiungere la pace e la stabilità di cui tanto ha bisogno. Penso alla martoriata Ucraina, alla Palestina e a Israele, ai Rohingya e a tante popolazioni che soffrono a causa di guerre e violenze. Il Dio della pace illumini i cuori perché cresca in tutti la volontà di dialogo e di riconciliazione”.

Con la recita del Regina Coeli per la pace nelle zone di conflitto si è conclusa la visita di papa Francesco a Venezia, dove ha visitato il padiglione della Santa Sede alla 60^ Biennale di arte, allestito nel carcere femminile della Giudecca, in cui è possibile  entrare senza cellulari, incontrando le detenute:

“E’ il Signore che ci vuole insieme in questo momento, arrivati per vie diverse, alcune molto dolorose, anche a causa di errori di cui, in vari modi, ogni persona porta ferite e cicatrici, ogni persona porta delle cicatrici. E Dio ci vuole insieme perché sa che ognuno di noi, qui, oggi, ha qualcosa di unico da dare e da ricevere, e che tutti ne abbiamo bisogno. Ognuno di noi ha la propria singolarità, ha un dono e questo è per offrirlo, per condividerlo”.

Il papa ha sottolineato che il carcere è una realtà ‘dura’, ma anche un posto per rinascere: “Allora, paradossalmente, la permanenza in una casa di reclusione può segnare l’inizio di qualcosa di nuovo, attraverso la riscoperta di bellezze insospettate in noi e negli altri, come simboleggia l’evento artistico che state ospitando e al cui progetto contribuite attivamente; può diventare come un cantiere di ricostruzione, in cui guardare e valutare con coraggio la propria vita, rimuoverne ciò che non serve, che è di ingombro, dannoso o pericoloso, elaborare un progetto, e poi ripartire scavando fondamenta e tornando, alla luce delle esperienze fatte, a mettere mattone su mattone, insieme, con determinazione”.

Il carcere deve offrire strumenti capaci di crescita: “Per questo è fondamentale che anche il sistema carcerario offra ai detenuti e alle detenute strumenti e spazi di crescita umana, di crescita spirituale, culturale e professionale, creando le premesse per un loro sano reinserimento. Per favore, non ‘isolare la dignità’, non isolare la dignità ma dare nuove possibilità! Non dimentichiamo che tutti abbiamo errori di cui farci perdonare e ferite da curare, io anche, e che tutti possiamo diventare guariti che portano guarigione, perdonati che portano perdono, rinati che portano rinascita”.

E visitando il padiglione della Santa Sede ha incontrato gli artisti che espongono al padiglione della Santa Sede sul tema ‘Con i miei occhi’: “Abbiamo tutti bisogno di essere guardati e di osare guardare noi stessi. In questo, Gesù è il Maestro perenne: Egli guarda tutti con l’intensità di un amore che non giudica, ma sa essere vicino e incoraggiare. E direi che l’arte ci educa a questo tipo di sguardo, non possessivo, non oggettivante, ma nemmeno indifferente, superficiale; ci educa a uno sguardo contemplativo”.

E’ stato un invito affinchè l’arte contemporanea aiuti ad aprire lo sguardo sulle sofferenze del mondo: “Oggi abbiamo scelto di ritrovarci tutti insieme qui, nel carcere femminile della Giudecca. E’ vero che nessuno ha il monopolio del dolore umano. Ma ci sono una gioia e una sofferenza che si uniscono nel femminile in una forma unica e di cui dobbiamo metterci in ascolto, perché hanno qualcosa di importante da insegnarci. Penso ad artiste come Frida Khalo, Corita Kent o Louise Bourgeois e tante altre. Mi auguro con tutto il cuore che l’arte contemporanea possa aprire il nostro sguardo, aiutandoci a valorizzare adeguatamente il contributo delle donne, come coprotagoniste dell’avventura umana”.

Per questo Dio sorprende ha ripetuto ai giovani, invitandoli ad alzarsi: “Alzarsi da terra, perché siamo fatti per il Cielo. Alzarsi dalle tristezze per levare lo sguardo in alto. Alzarsi per stare in piedi di fronte alla vita, non seduti sul divano. Avete pensato, immaginato, cos’è un giovane per tutta la vita seduto sul divano? L’avete immaginato questo? Immaginate questo; e ci sono divani diversi che ci prendono e non ci lasciano alzare. Alzarsi per dire ‘eccomi!’ al Signore, che crede in noi. Alzarsi per accogliere il dono che siamo, per riconoscere, prima di ogni altra cosa, che siamo preziosi e insostituibili”.

Nel dialogo papa Francesco li ha invitati ad essere creatori di bellezza: “E quando voi sarete sposati ed avrete un figlio, una figlia, avrete fatto una cosa che prima non c’era! E questa è la bellezza della gioventù, quando diventa maternità o paternità: fare una cosa che prima non c’era. E’ bello questo. Pensate dentro di voi ai figli che avrete, e questo deve spingerci in avanti, non siate professionisti del digitare compulsivo, ma creatori di novità! Una preghiera fatta col cuore, una pagina che scrivi, un sogno che realizzi, un gesto d’amore per qualcuno che non può ricambiare: questo è creare, imitare lo stile di Dio che crea.

E’ lo stile della gratuità, che fa uscire dalla logica nichilista del ‘faccio per avere’ e ‘lavoro per guadagnare’. Questo si deve fare (faccio per avere e lavoro per guadagnare), ma non dev’essere il centro della tua vita. Il centro è la gratuità: date vita a una sinfonia di gratuità in un mondo che cerca l’utile! Allora sarete rivoluzionari. Andate, donatevi senza paura!”

Mentre nella celebrazione eucaristica conclusiva papa Francesco ha invitato i fedeli ad essere frutto: “Il frutto dei tralci in cui scorre la linfa è l’uva, e dall’uva proviene il vino, che è un segno messianico per eccellenza. Gesù, infatti, il Messia inviato dal Padre, porta il vino dell’amore di Dio nel cuore dell’uomo e lo riempie di gioia, lo riempie di speranza. Cari fratelli e sorelle, questo è il frutto che siamo chiamati a portare nella nostra vita, nelle nostre relazioni, nei luoghi che frequentiamo ogni giorno, nella nostra società, nel nostro lavoro”.

La conclusione del papa è stato un invito ad essere uniti alla ‘vite’ di Gesù: “Restando uniti a Cristo potremo portare i frutti del Vangelo dentro la realtà che abitiamo: frutti di giustizia e di pace, frutti di solidarietà e di cura vicendevole; scelte di attenzione per la salvaguardia del patrimonio ambientale ma anche di quello umano: non dimentichiamo il patrimonio umano, la grande umanità nostra, quella che ha preso Dio per camminare con noi; abbiamo bisogno che le nostre comunità cristiane, i nostri quartieri, le città, diventino luoghi ospitali, accoglienti, inclusivi”.

(Foto: Santa Sede)

San Bonaventura: contemplare Dio nella creazione

In occasione del 750° anniversario della morte di san Bonaventura, che ricorre il prossimo 15 luglio, è stata pubblicata sul sito dell’ordine dei frati minori la Lettera dei Ministri generali del Primo Ordine e del Terz’Ordine Regolare, in onore del frate teologo e mistico, firmata dai quattro Ministri generali: Fr. Massimo Fusarelli, Fr. Roberto Genuin, Fr. Carlos Alberto Trovarelli e Fr. Amando Trujillo Cano, per ricordare  il suo amore per la Chiesa:

Papa Francesco: contemplare Dio è bello

“Oggi celebriamo l’Epifania del Signore, cioè la sua manifestazione a tutti i popoli, impersonati dai Magi. Essi sono dei saggi ricercatori che, dopo essersi lasciati interrogare dall’apparizione di una stella, si mettono in cammino e giungono a Betlemme… Uomini sapienti che riconoscono la presenza di Dio in un semplice Bambino: non in un principe o in un nobile, ma in un figlio di povera gente, e si prostrano davanti a Lui, adorandolo. La stella li ha condotti lì, davanti a un Bimbo; e loro, nei suoi occhi piccoli e innocenti, colgono la luce del Creatore dell’universo, alla cui ricerca hanno dedicato l’esistenza”.

CHARIS, una missione da conoscere

All’inizio di novembre a Roma si è svolto l’evento ‘Chiamati, Trasformati e Inviati’ nel quale si sono riunite tutte le realtà carismatiche del mondo: circa 3000 persone provenienti dai cinque continenti.

Papa Francesco agli Oblati: importante un cuore dilatato

La parola ‘oblato’ collega immediatamente all’Offerta che Cristo fece di sè al Padre attraverso il Sacrificio della Croce! La stessa etimologia della parola ‘oblato’, che deriva dal verbo latino fero (ob – fero), rinvia immediatamente alle parole della Consacrazione Eucaristica e al testo di san Paolo ai romani citato in esergo, traducendo così il participio passato oblato/offerto in un’azione che si perpetua nel tempo, soprattutto alla luce degli insegnamenti del Concilio Vaticano II.

Assisi onora santa Chiara: la contemplazione scopre la bellezza

“Santa Chiara vergine e povera, nata da una famiglia aristocratica si unisce ai frati minori della chiesetta della Porziuncola, vestita col sacco della penitenza, divenendo, nelle parole di Papa Benedetto XVI, vergine sposa di Cristo umile e povero, affascinata dall’amore per Cristo che, bellezza della sua divina persona, riempie il suo cuore”: con queste parole il card. Luis Francisco Ladaria Ferrer, prefetto emerito del Dicastero per la dottrina della fede, ha introdotto la celebrazione eucaristia  della solennità di Santa Chiara di Assisi, che si è celebrata venerdì 11 agosto.

Papa Francesco alla Comunità delle Beatitudini: la Pentecoste è il cuore della vita spirituale

Ricevendo in udienza una delegazione della Comunità delle Beatitudini, in occasione del 50° anniversario della fondazione, che è una comunità contemplativa e missionaria nata in Francia nel 1973, sulla scia del Concilio Vaticano II e nel movimento del Rinnovamento Carismatico Cattolico, papa Francesco ha sottolineato la dimensione escatologica dell’esperienza pentecostale:

Al via il nuovo progetto ‘Antonio800’

L’iniziativa dei frati minori conventuali del Nord Italia celebrerà la presenza di sant’Antonio tra noi fino al 2031, ottocentenario della morte del Santo, con un primo appuntamento svoltosi a Salerno a metà febbraio.

Da Novara mons. Brambilla invita alla vita sociale, che nasce dalla contemplazione

Domenica 22 gennaio Novara ha celebrato la solennità di san Gaudenzio, primo vescovo e patrono della città e della diocesi, celebrata da mons. Franco Giulio Brambilla, che nel pontificale ha evidenziato il gesto della donna di Betania che versa il suo profumo preziosissimo per onorare la Pasqua di Gesù, raccontato nel Vangelo di Marco.

La trasmissione della fede: vita ed opera di p. Emidio Alessandrini

Quale contemplazione, ossia fermarsi e guardare con stupore, la vita nuova scaturita dal Natale lunedì 26 dicembre ad Assisi si è svolto l’incontro ‘Vale la pena fidarsi di Dio. La vita e l’opera di p. Emidio Alessandrini’ in cui tra altri sono stati illustrati alcuni aspetti della sua opera evangelizzatrice.

Negli anni ‘80 in una missione cittadina in modo molto asciutto disse circa l’essere missionario: 1. il missionario non parte d’iniziativa propria ma è un inviato; 2. attenzione a dare risposta a domande che non ci sono. Se uno dicesse 800, 313, 1450, 70 si direbbe che dà i numeri; se avesse fatto delle domande sarebbero date; 3. ogni missione implica sempre la sofferenza di vario genere: incomprensioni, malattie, disguidi e così via in una prospettiva pasquale.

Nel 1991 in occasione della prima edizione di un canto nella notte sabato 22 giugno da Spoleto alla Porziuncola disse che era importante unire alla parola la fatica per non rimanere in uno gnosticismo, ossia parole senza sporcarsi le mani.  Negli ultimi anni sosteneva che si devono distinguere i risultati dai frutti.

Anche ad un concerto al Circo Massimo vi è tanta gente ma sono risultati. I frutti è gente che si sposa, diventa prete, fa famiglia, dà la vita. Vi sono però frutti geneticamente modificati che in realtà sono sterili. Su questo i tre volumi di Bibula, soprattutto il terzo, da indicazioni molto concrete e pratiche.  

Guardava con preoccupazione la rimozione della sacralità e in questo sarà da leggere e approfondire lo studio e l’attenzione al soprannaturale. Parlando con molte persone in un’appartenenza trasversale si percepiva che aveva il polso della situazione di molte realtà, ecclesiali e non. 

Affermava spesso che è importante la lettura che si fa all’Ufficio di lettura nella memoria di san Tommaso d’Aquino il 28 gennaio in cui l’Aquinate afferma che la croce ha un valore salvifico ed esemplare. Diceva che non aiuta a maturare nella fede ridurre al solo aspetto salvifico escludendo l’opera umana. Così si ristagna; l’aspetto salvifico ed esemplare sono uniti.

Possono essere oggetto di ulteriori approfondimenti molti aspetti della sua opera e pensiero volti a lasciarsi trasfigurare dalla luce gentile e non farsi travolgere dalla forza oscura.

 Il link del video dell’incontro svoltosi lunedì 26 dicembre ad Assisi su p. Emidio Alessandrini e la sua opera evangelizzatrice: https://www.youtube.com/watch?v=t7m17LBY6s4

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