Bernard Scholz presenta il ‘sublime’ del Meeting di Rimini

Condividi su...

“A marzo, nel pieno della virulenza del Covid-19, ci siamo chiesti se e come mettere in moto il Meeting 2020. La risposta alla prima domanda (‘se farlo’), nonostante i tantissimi fattori favorevoli e il forfait da quasi tutti gli eventi congressuali, è stata subito un chiaro: sì. Eravamo e siamo convinti che proprio quest’anno il Meeting potrà essere un momento importante per affrontare le grandi domande che emergono giorno per giorno con crescente urgenza e drammaticità; che potrà essere un momento significativo per condividere esperienze di speranza e di fiducia…

L’edizione speciale del Meeting farà tesoro di una delle cose più importanti che questa crisi ci ha insegnato: che non c’è niente di scontato e che una delle cose più preziose è il desiderio di una vita più bella, più vera e più giusta che sappia attraversare anche tempi difficili… e così ridestarla”.

Così ha scritto il neo presidente della Fondazione ‘Meeting per l’amicizia tra i popoli’, Bernard Scholz, nel tabloid del meeting, che si svolge a Rimini dal 18 agosto in parte dal ‘vivo’ ed in parte online; quindi, partendo dal titolo ‘Privi di meraviglia, restiamo sordi al sublime’, gli abbiamo chiesto di raccontarci come ci si può aprire al sublime in questo periodo:

“E’ sicuramente un periodo drammatico. Ma come in ogni crisi, emergono domande urgenti che stavamo abbandonando all’ovvietà e che ci rendono più consapevoli di cose che davamo per scontato. Domande sul senso della vita, sul futuro del proprio lavoro, sull’educazione dei figli.

E insieme alle domande anche una tensione alla vita, alla positività del reale che uno slogan come ‘andrà tutto bene’ riassume in tutta la sua spontaneità e anche nella sua fragilità, perché se è vero che tutti desideriamo che le cose vadano per il meglio, questo desiderio da solo non può garantire che poi andrà così.

Per questo il titolo del Meeting di quest’anno che è stato scelto alla fine dell’ultima edizione nell’agosto 2019 si è rilevato profetico: solo dallo stupore di fronte alla realtà, alla propria esistenza e dell’esistenza dell’altro può ripartire un nuovo impegno più intenso e più bello con la vita. Lo hanno testimoniato medici, infermieri, insegnanti, genitori, volontari nei mesi del lockdown in un modo commovente.

Queste sono esperienze del sublime, che non è qualcosa di effimero, ma il significato reale per il quale ci muoviamo quando affrontiamo le circostanze della vita. Abbiamo cercato di esplicitare questo titolo in alcune parole che ci accompagneranno in questo Meeting: speranza, fiducia, cura, visione e sussidiarietà.

Sono parole da riscoprire proprio in questa situazione così nuova e così imprevista. La speranza per esempio non può essere un semplice ottimismo che non tiene di fronte alle prove della vita, ma qualcosa che può dare vera consistenza alla vita anche nelle situazioni più difficili. Questo vale per l’esistenza di ciascuno, ma anche per la scuola, per l’economia. Il titolo invita ad una presa di coscienza, che va ben oltre ad un pur giusto contraccolpo emotivo”.

Può esemplificare queste domande anche a livello sociale oltre che personale?

“Uscendo faticosamente dall’emergenza Covid-19, ad esempio, mi sembra decisivo chiederci se vogliamo riportare tutto a com’era prima o andare in una direzione nuova. E’ un interrogativo che si declina in vari contesti. E’ possibile ad esempio impostare la vita scolastica in modo diverso? E’ possibile creare un’economia ecologicamente e socialmente più sostenibile?

Che cambiamenti sono chiesti ai sistemi sanitari perché al centro ci sia una cura scientificamente eccellente, territorialmente presente e accessibile per tutti? A livello europeo abbiamo visto in queste settimane quanto è difficile raggiungere un’intesa tra i leader del continente al di là dei legittimi interessi dei vari Paesi.

Com’è possibile rafforzare una visione comune nei prossimi anni? Questa situazione ha fatto emergere interrogativi anche sul destino della democrazia. Che cosa significa oggi la partecipazione di un popolo, responsabile e libero, alla costruzione del destino di un Paese? E possibile creare una maggiore fiducia che ridimensioni sospetti e risentimenti?”

Come sarà questo Meeting, che ritorna nello spazio in cui è nato?

“Sarà un Meeting ‘blended’, totalmente trasmesso dai nostri canali digitali (il sito internet, il canale Youtube, l’app, i social, i podcast audio, quest’anno anche la web radio) ma fruibile anche, almeno due volte al giorno, da un certo numero di persone che vorranno accedere al Palacongressi di Rimini.

Questa però che può sembrare una limitazione si è rivelata come un’apertura senza precedenti. Sono 70 le città in tutte le regioni italiane in cui ci saranno eventi piccoli e grandi mirati alla diffusione del Meeting, con una creatività che ci ha sorpreso.

E anche all’estero sono davvero molti i paesi, dalla Russia all’Argentina, in cui il messaggio del Meeting sta raggiungendo persone che in precedenza non ne avevano mai sentito parlare o che non avrebbero mai potuto partecipare.

Analogo il caso dei volontari, da sempre l’anima della manifestazione: accanto ai circa duecento che saranno presenti al Palacongressi, un numero limitato a causa delle normative anti-Covid, ci sono i volontari ‘ambassador’, molto più numerosi, che sosterranno la manifestazione dall’esterno, animando le piazze, collaborando ai nostri dipartimenti, lavorando sui social network”.

Dopo la pandemia cosa significa ‘rigenerare’?

“Significa guardare la realtà con meno scontatezza e con più meraviglia per riscoprirla come un dato, anzi come un dono: solo così possiamo rigenerare i rapporti nelle famiglie, fra insegnanti e ragazzi, fra colleghi al lavoro, e solo così possiamo guardare la natura con maggiore gratitudine, non per sfruttarla ma per farne un uso adeguato in una visione economica più sostenibile, per valorizzarla, non manipolarla attraverso la ricerca scientifica.

L’uomo può generare solo a partire da un’ultima gratitudine, altrimenti riduce tutto a suoi interessi immediati e miopi, tradendo il proprio desiderio di bene e di bellezza.

Il Meeting quest’anno offrirà moltissimi spunti ed esempi di una tale rigenerazione, che si parli di scuola o di salute, con i podcast e i talk show, attraverso approfondimenti tematici e testimonianze, con mostre che vanno dalla basilica di Betlemme al K2, o incontrando negli spettacoli il messaggio umano di Beethoven, Dostoevskij e Fellini”.

Quale compito avrà la cultura della sussidiarietà nel ricostruire il tessuto sociale dell’Italia?

“La cultura della sussidiarietà è caratterizzata dalla capacità di valorizzare iniziative responsabili che nascono dalle persone e dai corpi intermedi. Questo è il contrario di una mentalità che aspetta sempre che qualcun altro, prima di tutto lo Stato, risolva tutti i problemi. La deresponsabilizzazione personale va di pari passo con assistenzialismo e statalismo.

In questo modo però lo Stato viene cosi sovraccaricato di aspettative, che alla fine non riesce neanche più e realizzare i suoi compiti primari. Il cambiamento culturale necessario non è automatico e non bastano gli appelli.

Per questa ragione portiamo tutti gli anni al Meeting persone che testimoniamo che l’assunzione di una responsabilità personale è un bene per tutti, anche per chi se l’assume. Una strada che non è mai facile, ma che porta sempre ad una maturazione e a un maggior gusto dalla vita, oltre che a una maggiore stima nei confronti degli altri.

Ma anche in questo caso, di nuovo, la responsabilità o nasce da una gratitudine che la fa crescere (‘più ci provo, più divento me stesso’) o da un doverismo moralistico che la renderà sempre più debole per finire poi nel vittimismo risentito (‘ho provato ma il mondo è cattivo’)”.

Free Webcam Girls
151.11.48.50