Sussidiarietà: la finanza d’impatto per un nuovo sviluppo sostenibile

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Lo choc economico causato dalla pandemia ha rafforzato la consapevolezza che la sostenibilità è il vero fulcro attraverso cui costruire un nuovo modello di sviluppo: è uno dei messaggi chiave emerso dal Rapporto sulla sussidiarietà 2019/2020, a cura della Fondazione per la Sussidiarietà (di Alberto Brugnoli, Luca Erzegovesi, Giorgio Vittadini), in cui si sottolinea come tale processo vada portato avanti anche grazie a un aumento del livello di cultura sussidiaria, alla valorizzazione dei soggetti della ‘biodiversità’ (dal Terzo settore alle imprese sociali) e coinvolgendo attori finanziatori quali le Fondazioni, i Confidi, il credito cooperativo.

Nel trattare il quadro internazionale dell’impact investing, il rapporto mostra che l’emergenza Covid-19 ha evidenziato il ruolo fondamentale che la finanza sostenibile riveste nell’allocazione delle risorse attivate da una politica fiscale espansiva, in particolare per scopi sanitari e sociali: “Si sono accelerati i macro-trend in corso che supportano la transizione dal capitalismo degli azionisti al capitalismo degli stakeholder, mentre le relazioni con questi ultimi si sono rilevate centrali per il conseguimento del bene comune”.

Nella ricerca si ricorda che il World Resources Institute ha analizzato gli approcci alla finanza sostenibile delle 50 banche più grandi del mondo, evidenziando come a luglio 2019 soltanto 25 istituti avessero definito obiettivi relativi al finanziamento di investimenti sostenibili. Solo sette banche, inoltre, hanno obiettivi di finanziamento sostenibile annuali superiori alla quantità di finanziamenti che forniscono ogni anno per le transazioni relative ai combustibili fossili.

Nel testo della Fondazione per la Sussidiarietà si guarda anche agli aspetti positivi: il sistema finanziario italiano, per il suo ampio grado di pluralismo e ‘biodiversità’ di soggetti, potrebbe contenere le caratteristiche chiave per l’approdo a una finanza sostenibile.

Giovanni Fosti, presidente della Fondazione Cariplo, ha ribadito la vision della maggiore fondazione italiana di origine bancaria su una congiuntura socio-economica senza precedenti, non solo per l’Italia. “E’ chiaro che un approccio economicistico e tecnocratico non è sufficiente dopo gli sconvolgimenti portati dalla pandemia. Non può esserci progresso economico senza coesione sociale, senza la ricostituzione di un tessuto di fiducia collettiva”.

Ed ha sottolineato in cosa consiste l’investimento ad alto impatto: “Da 170 anni la Cassa depositi e prestiti è allenata a individuare quali sono le aree critiche del sistema-Paese su cui intervenire: un tempo la costruzione di strade o le scuole, oggi l’infrastrutturazione di fibra ottica oppure l’offerta di capitali pazienti alle imprese che lo meritavano già prima dell’emergenza Covid”.

Fabrizio Palermo, amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti, ha spiegato la mission di questo strumento: “Il partenariato con le Fondazioni bancarie azioniste si profila prezioso, proprio per la capacità collaudata di intercettare nei territori italiani le dimensioni della crescita sostenibile e inclusiva”.

Il sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta, ha evidenziato una grande opportunità per l’Italia: “La crisi che ci sta di fronte è molto più grave di quelle del 2008 e del 2011, che hanno già colpito duramente l’Italia. Tuttavia le risorse europee, soprattutto, si annunciano importanti, a patto che il sistema-Paese mostri un salto di qualità nella capacità di investimento: soprattutto nell’orizzonte Next Generation, che l’Europa ha disegnato sulle frontiere del digitale e dell’eco-sostenibilità. Qui il pensiero sostenibile è prezioso. funziona da leva culturale e da bussola politica”.

Quindo la prima citazione del volume è riservata all’articolo-manifesto pubblicato da Mario Draghi nei giorni di picco della pandemia, perché il sistema finanziario deve superare la riduzione un mercato privatizzato, globalizzato, autoreferenziale ed egemone. Moneta e credito mantengono incomprimibili valenze pubbliche: sono veicoli di crescita socio-economica complessiva,  non strumenti a disposizione esclusiva di manager e tecnocrati ultra-liberisti.

Il Rapporto conclude che sulla sostenibilità occorre costruire un nuovo modello di sviluppo: “Lo shock economico causato dalla pandemia, dunque, ha rafforzato la consapevolezza che la sostenibilità non è un greenwashing o la nuova invenzione della haute finance, ma piuttosto, come sostengono alcuni, ‘la pietra angolare su cui costruire un nuovo modello di sviluppo’.

E’ emersa la necessità di spostare l’attenzione sulla dimensione sociale, oltre che su quella ambientale, e di porre in essere un patto pubblico-privato per la realizzazione di tale modello. Se una maggiore presenza pubblica nelle economie diventerà il tratto distintivo dei futuri modelli di crescita, saranno premiati i Paesi che saranno capaci di rendere più efficace la cooperazione pubblico-privato”.

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